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Nella vita ci vuole fegato ma, se è grasso e diabetico, la vitamina E aiuta?

Il diabete mellito di tipo-2 aumenta il rischio di cirrosi e di carcinoma epatocellulare nelle persone con steatoepatite non-alcolica.

Nella vita ci vuole fegato ma, se è grasso e diabetico, la vitamina E aiuta?

 In alcuni lavori, la vitamina E ha mostrato alcuni benefici sulla steatoepatite non-alcolica nei soggetti non diabetici. Pertanto, sulla base della letteratura scientifica, assumere la vitamina E può essere utile per chi ha la steatoepatite non-alcolica ed è diabetico?

In alcuni lavori, la vitamina E ha mostrato alcuni benefici nel trattamento della steatoepatite non alcolica (NASH) in pazienti senza diabete mellito di tipo 2 (T2DM), ma ci sono pochi dati su pazienti con diabete mellito di tipo 2 T2DM. [1] Inoltre, ci sono prove crescenti che il diabete mellito di tipo 2 (T2DM) conferisca un ulteriore rischio di cirrosi e carcinoma epatocellulare in pazienti con steatoepatite non alcolica (NASH) [2].

In uno studio condotto in doppio cieco, è stata valutata la sicurezza e l'efficacia della vitamina E da sola o in combinazione con pioglitazone in 105 pazienti, reclutati in due centri medici dei Veterans Affairs, i quali avevano sia la steatoepatite non alcolica (NASH) che il diabete mellito di tipo 2 (T2DM). [3] I pazienti sono stati randomizzati in modo 1:1:1 per ricevere vitamina E 400 UI due volte al giorno, oppure vitamina E più pioglitazone (a partire da 30 mg al giorno e titolata a 45 mg al giorno) o il placebo. Lo studio è durato 18 mesi.  L'endpoint primario era la riduzione del punteggio dell'attività della steatoepatite non alcolica di ≥2 punti senza peggioramento della fibrosi.Le caratteristiche di base erano simili tra i gruppi. Diversi pazienti hanno sospeso il trattamento in ciascun gruppo. L'endpoint primario è stato raggiunto ad un tasso significativamente più alto con la terapia di combinazione rispetto al placebo (54% contro il 19%) ma non con la sola vitamina E rispetto al placebo (31% contro il 19%; P = 0,26). 

Nessun miglioramento significativo della fibrosi è stato osservato in entrambi i gruppi di trattamento. In questo studio, la sola vitamina E non è stata efficace nel migliorare la steatoepatite non alcolica (NASH) in pazienti che avevano anche il diabete mellito di tipo 2 (T2DM).  Sebbene la combinazione di pioglitazone più vitamina E abbia dimostrato un significativo miglioramento della NASH, gli Autori sottolineano che è stato simile ad una scoperta precedentemente riportata della monoterapia con pioglitazone in questa tipolgia di pazienti, suggerendo ancora una volta l'inefficacia della vitamina E. Sulla base di questi risultati, ed in considerazione anche ad alcuni problemi di sicurezza, la vitamina E non dovrebbe essere abitualmente utilizzata in questi pazienti.

Bibliografia

1 . Sanyal AJ, Chalasani N, Kowdley KV, McCullough A, Diehl AM, Bass NM, Neuschwander-Tetri BA, Lavine JE, Tonascia J, Unalp A, Van Natta M, Clark J, Brunt EM, Kleiner DE, Hoofnagle JH, Robuck PR; NASH CRN. Pioglitazone, vitamin E, or placebo for nonalcoholic steatohepatitis. N Engl J Med. 2010 May 6;362(18):1675-85. doi: 10.1056/NEJMoa0907929. 

2 . Björkström K, Franzen S, Eliasson B, Miftaraj M, Gudbjörnsdottir S, Trolle-Lagerros Y, Svensson AM, Hagström H. Risk Factors for Severe Liver Disease in Patients With Type 2 Diabetes. Clin Gastroenterol Hepatol. 2019 Apr 19. pii: S1542-3565(19)30428-8. doi: 10.1016/j.cgh.2019.04.038. 

3 . Bril F, Biernacki DM, Kalavalapalli S, Lomonaco R, Subbarayan SK, Lai J, Tio F, Suman A, Orsak BK, Hecht J, Cusi K. Role of Vitamin E for Nonalcoholic Steatohepatitis in Patients With Type 2 Diabetes: A Randomized Controlled Trial. Diabetes Care. 2019 Aug;42(8):1481-1488. doi: 10.2337/dc19-0167.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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