IL MATTINO
Forever
13.03.2022 - 09:43
Scrive l’OMS nell’introduzione: «È stato a lungo riconosciuto che il marketing alimentare ha un impatto sulle preferenze alimentari e sui modelli di consumo, ma nonostante i numerosi inviti all'azione per proteggere i bambini dall'impatto dannoso del marketing alimentare riducendo il potere e l'esposizione al marketing, i bambini continuano a esservi esposti…»
Caro lettore, domenica scorsa ci siamo occupati di come i social media possono influenzare le scelte alimentari dei ragazzi. Oggi, invece, ci occupiamo del marketing alimentare. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il 7 febbraio scorso ha pubblicato una revisione della letteratura scientifica che offre una panoramica critica sul marketing alimentare dal titolo suggestivo: “Food marketing exposure and power and their associations with food-related attitudes, beliefs and behaviours: a narrative review”. [1] Il lavoro è un aggiornamento di una revisione dell'OMS pubblicata nel 2009 sulla portata, la natura e gli effetti del marketing alimentare. L'aggiornamento include una revisione degli studi dal 2009 al 2020.
Scrive l’OMS nell’introduzione: “È stato a lungo riconosciuto che il marketing alimentare ha un impatto sulle preferenze alimentari e sui modelli di consumo, ma nonostante i numerosi inviti all'azione per proteggere i bambini dall'impatto dannoso del marketing alimentare riducendo il potere e l'esposizione al marketing, i bambini continuano a esservi esposti. Lo sviluppo di una linea guida politica basata sull'evidenza attraverso il processo di sviluppo della linea guida dell'OMS aiuterà più paesi a mettere in atto azioni efficaci per proteggere i bambini dall'impatto dannoso del marketing alimentare…” Il marketing alimentare è pervasivo, persuasivo e non promuove la salute, come precisa l’OMS quando scrive: “Questa revisione fornisce la prova che il marketing alimentare continua a essere prevalente ovunque e promuove prevalentemente cibi che contribuiscono a seguire diete malsane. Quando è stata pubblicata, la percentuale di marketing alimentare che promuove tali alimenti era generalmente superiore al 50% e in alcuni studi superiore al 90%. Le categorie alimentari più commercializzate includevano fast food, bevande zuccherate, cioccolato e dolciumi, snack salati, prodotti da forno dolci e snack, cereali per la colazione, latticini e dessert. C'erano buone prove per suggerire che il marketing alimentare che promuove cibi meno salutari era prevalente negli ambienti in cui i bambini si riuniscono (ad es. scuole, club sportivi) e, nel contesto del marketing alimentare attraverso il mezzo della TV, più frequente durante i programmi destinati ai bambini, durante vacanze scolastiche, sui canali per bambini o attorno a programmi per bambini rispetto ad altri periodi, canali o generi di programmazione. Alcune prove hanno indicato una disuguaglianza sociale nell'esposizione al marketing alimentare.” [1] Che cos’altro aggiungere che non sia stato detto a chiare lettere dall’Organizzazione Mondiale della Sanità? Perchè un giorno, come affermava Bertolt Brecht, ”Non si dica mai che i tempi sono bui perché abbiamo taciuto”.
Bibliografia
1 . WHO. Food marketing exposure and power and their associations with food-related attitudes, beliefs and behaviours: a narrative review. 7 February 2022. [Disponibile all’indirizzo: www.who.int/]
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