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Ti piace vivere facile con surgelati, snack, patatine e bibite gassate? Ecco perché ti fai male

Gli alimenti altamente trasformati hanno un lungo tempo di conservazione, sono appetibili e pronti al consumo. Hanno un enorme vantaggio commerciale rispetto agli alimenti “veri”, freschi, o minimamente trasformati

Ti piace vivere facile con surgelati, snack, patatine e bibite gassate? Ecco perché ti fai male

Ciò nondimeno, sono altamente calorici, hanno un elevato carico glicemico, un basso contenuto di fibre alimentari, di micronutrienti e di sostanze fitochimiche, mentre sono ricchi di grassi saturi, zuccheri liberi e sodio; spesso sono contaminati da sostanze pericolose come l'acrilammide e il bisfenolo-A. Un loro consumo frequente quali rischi per la salute comporta? Cosa emerge dalla letteratura scientifica? Quali sono questi alimenti ultra-processati?

Che cosa hanno in comune gli alimenti lavorati, conservati e confezionati che hanno una lunga vita di scaffale, o di frigorifero, come ad esempio hamburger, pizza e primi piatti surgelati, bocconcini di pollo e bastoncini, patatine, biscotti, dolciumi, barrette ai cereali, bevande gassate e altre bevande zuccherate e snack vari? Sono tutti alimenti altamente trasformati - meglio conosciuti in letteratura con il termine “ultra-processati” - i quali risultano costituiti da sostanze modificate, raffinate  o estratte da alimenti, come ad esempio oli e grassi idrogenati, farine e amidi, varianti di zucchero o resti di alimenti di origine animale. La gran parte di questi alimenti sono prodotti, pubblicizzati e venduti da aziende grandi o transnazionali, hanno un lungo tempo di conservazione, sono appetibili e pronti al consumo. Tutte qualità che conferiscono loro un enorme vantaggio commerciale rispetto ai cibi freschi, interi o minimamente trasformati.  Se consumati in piccole quantità e con altre fonti salutari di calorie (come ad esempio: verdure, ortaggi, frutta e legumi), i prodotti ultra-processati sono innocui.  Tuttavia, a causa dell'intensa palatabilità (ottenuta con un alto contenuto di grassi, zuccheri, sale e cosmetici e altri additivi), dell'onnipresenza sugli scaffali e delle strategie di marketing sofisticate e aggressive (come il prezzo ridotto per grandi porzioni), molte persone fanno un modesto consumo di alimenti ultra-processati e difficilmente acquistano solo alimenti freschi o minimamente trasformati. Gli ultra-trasformati hanno, inoltre, un alto contenuto calorico, un elevato carico glicemico, basso contenuto di fibre alimentari, di micronutrienti e di sostanze fitochimiche e sono ricchi di grassi saturi, zuccheri liberi e sodio. Tutte queste caratteristiche dis-nutrizionali contribuiscono a danneggiare i meccanismi endogeni di sazietà, a promuovere l'eccesso di assunzione di calorie e l'obesità [1] Gli alimenti ultra-processati dominano oggi il mercato alimentare [2] e sono oggetto di attenzione da parte di diversi ricercatori. In particolare, due lavori, pubblicati a distanza di quasi un anno l’uno dall’altro, puntano il dito sul loro consumo in rapporto ai rischi per la salute [3-4].

Nel primo articolo, quello più recente, pubblicato su JAMA Internal Medicine, i ricercatori riportano i risultati di uno studio francese che ha preso in considerazione una coorte di circa 45.000 adulti, di età pari o superiore a 45 anni, i quali hanno completato il questionario alimentare giornaliero per un periodo di 2 anni [3].  Durante un follow-up mediano di 7 anni, l'1,4% della coorte è deceduto. Dopo l’aggiustamento per l’indice di massa corporea, l’abitudine al fumo di tabacco e altri fattori di confondimento, il rischio di mortalità era del 14% più alto in coloro che consumavano abitualmente alimenti ultra-processati ed un rischio di mortalità più elevato del 10% associato al consumo di questi cibi. Gli Autori propongono diverse ragioni per questa associazione. Come ad esempio la formazione di composti cancerogeni quando gli alimenti vengono processati a temperature elevate.

L’altro lavoro, pubblicato nel 2018 sul BMJ, ha trovato che consumare molti alimenti ultra-processati può essere associato ad un aumento del rischio di cancro [4]. In questo lavoro, oltre 100.000 adulti di mezza età in Francia privi di cancro al basale hanno completato i questionari alimentari giornalieri per 2 anni. Durante un follow-up mediano di 5 anni, al 2% della coorte è stato diagnosticato un cancro. Dopo aggiustamento per potenziali fattori di rischio come bassa attività fisica, assunzione elevata di grassi e abitudine al fumo, ogni aumento del 10% dell'assunzione di cibo ultra-elaborato era associato ad un aumento del rischio di cancro generale (rischio relativo = 1,13) e carcinoma mammario (rischio relativo = 1,13) . Gli Autori sottolineano che le diete ricche di alimenti ultra-elaborati tendono anche ad avere più calorie, sodio, grassi, additivi, zucchero e contaminanti come l'acrilammide e il bisfenolo A, e meno fibre e micronutrienti. Nell’editoriale a commento di questo lavoro viene affermato che lo studio "dovrebbe essere visto come un primo passo verso la comprensione del potenziale effetto degli alimenti trasformati sulla salute dell’uomo". [5]


Bibliografia

1 . Moodie R, Stuckler D, Monteiro C et al. Profits and pandemics: prevention of harmful effects of tobacco, alcohol, and ultra‐processed food and drink industries. Lancet 2013; 381: 670–679. 

2 . Monteiro CA, Moubarac JC, Cannon G, Ng SW, Popkin B. Ultra-processed products are becoming dominant in the global food system. Obes Rev. 2013 Nov;14 Suppl 2:21-8. doi: 10.1111/obr.12107.

3 . Schnabel L, Kesse-Guyot E, Allès B, Touvier M, Srour B, Hercberg S, Buscail C, Julia C. Association Between Ultraprocessed Food Consumption and Risk of Mortality Among Middle-aged Adults in France. JAMA Intern Med. 2019 Feb 11. doi:10.1001/jamainternmed.2018.7289.

4 . Fiolet T, Srour B, Sellem L, Kesse-Guyot E, Allès B, Méjean C, Deschasaux M, Fassier P, Latino-Martel P, Beslay M, Hercberg S, Lavalette C, Monteiro CA, Julia C, Touvier M. Consumption of ultra-processed foods and cancer risk: results from  NutriNet-Santé prospective cohort. BMJ. 2018 Feb 14;360:k322. doi:10.1136/bmj.k322.

5 . Monge A, Lajous M. Ultra-processed foods and cancer. BMJ. 2018 Feb 14;360:k599. doi: 10.1136/bmj.k599.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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