Cerca

Forever

Lo mangeresti un bel maialino farcito di antibiotici?

L’antibiotico-resistenza è un grave problema di salute pubblica. Solo in Europa, circa 25mila persone ogni anno muoiono a causa di infezioni batteriche resistenti agli antibiotici

Lo mangeresti un bel maialino farcito di antibiotici?

Gli antibiotici sono utilizzati prevalentemente (circa il 75%) negli allevamenti e la resistenza agli antibiotici può diffondersi dagli animali all’uomo mediante la catena alimentare. Chi consuma prevalentemente alimenti di origine vegetale è meno interessato dall’antibiotico-resistenza? L’alimentazione a base vegetale può ridurre l’esposizione all’antibiotico-resistenza rispetto agli altri modelli alimentari?

In Europa, circa 25mila persone ogni anno muoiono a causa di infezioni batteriche resistenti agli antibiotici [1]. La situazione è tanto grave da far dichiarare a Guido Rasi, Direttore esecutivo dell'Agenzia europea dei farmaci (Ema): “Se non si riesce a fermare l'antibiotico-resistenza, sempre più diffusa nel mondo, entro il 2050 le infezioni batteriche uccideranno più persone del cancro.”* Anche sul versante dei costi sostenuti dal Servizio sanitario, la spesa per antibiotici ad uso umano - assunti spesso in maniera inappropriata, come ad esempio quando si ha l’influenza o addirittura il raffreddore - è molto elevata, tanto che per la nostra Regione: “E' stimato in circa 20 milioni annui il risparmio, sulla spesa farmaceutica convenzionata lorda, che la Puglia potrebbe ottenere se la prescrizione e il consumo di antibiotici (in particolare quelli ad ampio spettro d'azione) fossero riallineati alla media nazionale.”** Tuttavia, l’impiego di antibiotici negli allevamenti intensivi è il triplo rispetto al consumo umano [1]. Ad esempio, in Italia il 71% degli antibiotici è utilizzato negli allevamenti [2], mentre negli USA si arriva all’80% [3]. Entro il 2030 si prevede un incremento del 53%, per un totale di 200mila tonnellate, di antibiotici impiegati per uso veterinario [3]. Negli Stati Uniti, piccole dosi di antibiotici vengono comunemente aggiunte agli alimenti per animali per prevenire le malattie e promuovere la crescita. Ciò nondimeno, è diffusa la preoccupazione che questa pratica contribuisca al problema della resistenza agli antibiotici.

Uno studio di alcuni anni fa, ad esempio, ha cercato di valutare l'effetto della presenza di antibiotici aggiunti al mangime sul microbioma intestinale dei suini. In particolare, i ricercatori hanno studiato sei maialini gemelli che sono nati da una scrofa senza alcuna precedente esposizione antibiotica e che erano stati alloggiati in un ambiente altamente controllato [4]. A partire da 18 settimane, tre dei suinetti hanno mangiato un mangime contenente basse dosi di clortetraciclina, sulfametazina e penicillina e tre hanno mangiato lo stesso mangime senza antibiotici. I campioni fecali per l'analisi sono stati ottenuti al basale e al 14° giorno del mangime con antibiotici. Nei suinetti medicati, la microflora fecale si è spostata tra il basale e il 14° giorno, con una diminuzione dei batteri Bacteroidetes (microrganismi buoni) e un marcato aumento di Escherichia coli. L'analisi metagenomica ha rivelato un aumento significativo della quantità di geni microbici legati al metabolismo energetico. Alcuni geni di resistenza agli antibiotici erano presenti in tutti e sei i suinetti al basale. Al 14° giorno, gli animali che hanno consumato mangime con antibiotici hanno mostrato cambiamenti nella diversità e nell'abbondanza di 23 geni di resistenza agli antibiotici, compresi aumenti significativi dei geni associati alla resistenza dei sulfamidici  e degli aminoglicosidi. Questi risultati mostrano che solo 2 settimane di esposizione antibiotica a basse dosi alterano nettamente il microbioma intestinale suino, aumentando l'abbondanza di geni di resistenza non solo per gli antibiotici contenuti nel mangime animale, ma anche per gli altri. Su uno scenario ancora più preoccupante, questo lavoro identifica anche i cambiamenti nel microbioma che potrebbero promuovere la crescita, aumentando la possibilità che un microbioma suino alterato possa essere creato senza l'uso di antibiotici. Più recentemente, la domanda alla quale alcuni ricercatori italiani hanno cercato di rispondere è se il tipo di alimentazione possa influire sull’antibiotico resistenza nell’uomo [5]. Sappiamo, infatti, che tale esposizione può avvenire mediante il consumo diretto di alimenti di origine animale, e probabilmente anche mediante il consumo di quelli vegetali a causa dell’utilizzo per uso irriguo delle acque reflue derivanti dagli allevamenti. Le acque reflue, infatti, possono essere impiegate per fertilizzare la coltura delle verdure e degli ortaggi. In sostanza, si trattava di studiare se l’antibiotico resistenza potesse essere trasferita dalle acque reflue degli allevamenti ai vegetali e da queste all’uomo mediante i microrganismi che albergano nel nostro intestino. A tal fine, hanno indagato l’antibiotico-resistenza del microbioma intestinale (il patrimonio genetico dei microrganismi che ospitiamo normalmente nell’intestino e senza i quali non potremmo vivere)  in soggetti che seguono tre diversi modelli alimentari: l’onnivoro, che oltre agli alimenti di origine vegetale ammette anche il consumo di quelli animali, come carne, pesce, uova, latte e derivati; il vegetariano, che non prevede il consumo di carne e pesce, ma consente quello di uova, latte e derivati; il vegano, il quale esclude tutti i prodotti di origine animale e comprende solo gli alimenti di origine vegetale.I microbiomi analizzati provenivano da soggetti suddivisi in tre gruppi: quello degli onnivori (n = 43), dei vegetariani (n = 32) e dei vegani (n = 26). Tutti i partecipanti non hanno assunto antibiotici negli ultimi 12 mesi.

Ebbene, i risultati di questo studio italiano hanno mostrato che coloro che seguono un’alimentazione a base vegetale (priva di alimenti di origine animale) erano i meno esposti all’antibiotico-resistenza indagata tramite l’analisi del microbioma intestinale. In particolare, vi erano differenze significative tra vegani e onnivori (P = 0,0119), tra vegani e vegetariani (P = 0,0119), mentre nessuna differenza tra onnivori e vegetariani (P = 0,7416).

Ovviamente, uno studio non dimostra nulla, ma indica solo una strada che merita di essere approfondita dalla ricerca scientifica. Tuttavia, i risultati sono importanti perchè offrono un contributo al dibattito sulle strategie per la riduzione all’esposizione all’antibiotico-resistenza, il quale ricordiamo è uno dei problemi più importanti per la tutela della salute pubblica.

Note

*  REDAZIONE DOTTNET. Entro il 2050 la resistenza agli antibiotici ucciderà più del cancro. 16/11/2017 (disponibile all’indirizzo: http://www.dottnet.it/) 

** "Troppi antibiotici", la Regione Puglia vuole tagliarli: un risparmio da 20 milioni di euro. (disponibile all’indirizzo: bari.repubblica.it/)


Bibliografia

1 . Shallcross LJ, Howard SJ, Fowler T, Davies SC. Tackling the threat of antimicrobial resistance: from policy to sustainable action. Philos Trans R Soc Lond B Biol Sci. 2015 Jun 5;370(1670):20140082. 

2 . Legambiente. Ogni anno alleviamo 800 milioni di animali. (https://www.legambiente.it/)

3 . Van Boeckel TP, Glennon EE, Chen D, et al. Reducing antimicrobial use in food animals. Science. 2017 Sep 29;357(6358):1350-1352. 

4 . Looft T, Johnson TA, Allen HK, Bayles DO, Alt DP, Stedtfeld RD, Sul WJ, Stedtfeld TM, Chai B, Cole JR, Hashsham SA, Tiedje JM, Stanton TB. In-feed antibiotic effects on the swine intestinal microbiome. Proc Natl Acad Sci U S A. 2012 Jan 31;109(5):1691-6.

5 . Losasso C, Di Cesare A, Mastrorilli E, Patuzzi I, Cibin V, Eckert EM, Fontaneto D, Vanzo A, Ricci A, Corno G. Assessing antimicrobial resistance gene load in vegan, vegetarian and omnivore human gut microbiota. Int J Antimicrob Agents. 2018 Aug 3. pii: S0924-8579(18)30222-X.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Caratteri rimanenti: 400

F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione