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La patata fa bene ma con moderazione

Uno studio pubblicato sul British Medical Journal suggerisce che un consumo frequente di patate aumenta il rischio di ipertensione arteriosa.

La patata fa bene ma con moderazione

Quindi, non vale il sillogismo: se le patate sono ricche di potassio ed un'appropriata assunzione di potassio riduce il rischio di pressione alta, più patate vengono consumate e minore è il rischio di ipertensione. Molto spesso, applicare il sillogismo ed il “rasoio di Occam”* nella Prevenzione Nutrizionale, così come riportato per il caso di patate e potassio, può avere effetti paradossali.

Molte volte, applicare il sillogismo ed il “rasoio di Occam”* nella Prevenzione Nutrizionale può avere effetti paradossali. L'esempio più calzante è quello tra patate, potassio e ipertensione: se le patate sono ricche di potassio ed un'appropriata assunzione di potassio è associata ad un ridotto rischio di ipertensione arteriosa, saremmo portati a pensare che contro l'ipertensione può essere utile consumare molte patate. Ebbene, questo consiglio, offerto a cuor leggero e senza alcuna evidenza, può essere causa di ipertensione, così come suggerisce uno studio pubblicato sul British Medical Journal [1]. Gli autori di questo lavoro per valutare la relazione tra consumo di patate e ipertensione hanno esaminato cumulativamente i dati di tre studi di coorte prospettici. E precisamente: i due studi sulla salute degli infermieri (Nurses' Health Studies) e quello dei professionisti della salute (Health Professionals Follow-Up Study) [2-3]. I dati di questi studi sono stati esaminati mediante la stratificazione per molte variabili potenzialmente confondenti (ad esempio: età, etnia, indice di massa corporea, abitudine al fumo, attività fisica ed uso di farmaci).

Degli oltre 187.000 partecipanti senza ipertensione al basale, 78.000 soggetti hanno riferito di aver ricevuto diagnosi di ipertensione durante il periodo di follow-up. I partecipanti che hanno assunto più di 1 dose giornaliera di patate al forno, bollite, purè o patatine fritte presentavano un rischio aumentato di ipertensione, rispetto a quelli che ne avevano assunto meno di una al mese (hazard ratio multivariato = 1,12). Risultati simili sono stati ottenuti anche per il consumo di singole tipologie di patate cucinate (al forno, bollite, purè o fritte) (≥4 porzioni settimanali vs. ≤ 1 porzione mensile). Tuttavia, il consumo di sole patatine fritte (quelle a bastoncino, per intenderci) non era associato ad un eccesso di rischio.

In questo studio, il consumo di patate al forno, bollite o ridotte a purè o come patatine fritte era associato a un eccesso di rischio per l'ipertensione. Gli autori ipotizzano che l'alto carico glicemico delle patate, associato allo stress ossidativo, all'infiammazione e alla disfunzione endoteliale, possa spiegare i loro risultati. Tuttavia, questi risultati dovrebbero essere interpretati con cautela: ad esempio, le patate vengono spesso consumate con il sale (anche se gli autori sostengono che l'aggiustamento per l'assunzione di sodio non ha influenzato i loro risultati) e l'assunzione di patate, sale e altri nutrienti, nonché le diagnosi di ipertensione erano tutte auto-riferite. E, come notato dall’editoriale del British Medical Journal a commento dell’articolo, i comportamenti dietetici sono complessi; pertanto, piuttosto che focalizzarsi sui singoli alimenti e nutrienti (ed etichettare alcuni di essi come "cattivi"), probabilmente sarebbe più utile concentrarsi sui modelli dietetici generali delle persone.


Note


* Rasoio di Occam = dal nome del monaco medievale che sosteneva l’idea secondo cui dobbiamo sempre partire dalla spiegazione più semplice di tutto ciò che vediamo. Dobbiamo elaborare spiegazioni più complesse solo se ne abbiamo bisogno. Questo concetto è noto anche con il nome di “principio della parsimonia”, e cioè la spiegazione più probabile è quella che richiede il minor numero di passaggi logici o di supposizioni incerte.” (dal libro di Tom Nichols, “La conoscenza e i suoi nemici. L’era dell’incompetenza e i rischi per la democrazia”, Luiss University Press, 2018)

Bibliografia

1 . Borgi L, Rimm EB, Willett WC, Forman JP. Potato intake and incidence of hypertension: results from three prospective US cohort studies. BMJ. 2016 May 17;353:i2351.

2 . The Nurses’ Health Study and Nurses’ Health Study II are among the largest investigations into the risk factors for major chronic diseases in women. (http://www.nurseshealthstudy.org)

3 . Harvard School of Public Health. Health Professionals Follow-Up Study. (https://sites.sph.harvard.edu/)

4 . Harris MF and Laws RA. Are there bad foods or just bad diets? BMJ 2016 May 17; 353:i2442. 

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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