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Una bella zuppa dei Senatori e governerai il mondo

Ogni giorno nel menù del ristorante del Senato degli Stati Uniti deve obbligatoriamente essere disponibile la zuppa di fagioli. Una scelta ottima dal punto di vista nutrizionale.

Una bella zuppa dei Senatori e governerai il mondo

Il consumo di cereali integrali e legumi, infatti, costituisce la base di una dieta salutare. Evidenze sempre più robuste suggeriscono che i cereali ed i legumi giocano un ruolo importante nella prevenzione delle malattie croniche.  

Ogni giorno nel menù del ristorante del Senato degli Stati Uniti è presente la zuppa di fagioli. Ci sono diverse storie sull'origine di questo mandato, ma nessuno è stato corroborato da fonti storiche certe. Secondo alcuni, la tradizione della zuppa di fagioli del Senato, servita quotidianamente nella sala ristorante, iniziò agli albori del XX secolo, su richiesta del senatore Fred Dubois dell'Idaho. Altri, invece,  attribuiscono l’inserimento nel menù alla richiesta al senatore Knute Nelson del Minnesota, che espresse la sua passione per la zuppa di fagioli nel 1903. La ricetta attribuita a Dubois include puré di patate, mentre quella servita oggi in Senato non include puré di patate, ma una cipolla brasata. Entrambe le ricette del Senato sono riportate nelle note*. 

E dobbiamo dire che questa scelta del Senato USA è ottima dal punto di vista nutrizionale. Infatti, il consumo di cereali integrali e legumi costituisce la base di una dieta salutare. Evidenze sempre più robuste suggeriscono che i cereali ed i legumi giocano un ruolo importante nella prevenzione delle malattie croniche. I principali cereali integrali sono: il grano, il riso ed il mais; mentre, tra i cereali minori vengono annoverati: l’orzo, il sorgo, il miglio, la segale e l’avena. I legumi più consumati sono i fagioli, le lenticchie, i lupini, i piselli e le arachidi. Questi cereali e legumi contengono antiossidanti chemio-preventivi e fitochimici anti-infiammatori come le vitamine ed i polifenoli. 

Ricordiamo che le principali malattie croniche associate all'infiammazione e all'invecchiamento sono: cancro, malattia cardio-vascolare, diabete, malattie polmonari e neurologiche. L'invecchiamento è un processo vario e complesso e molte teorie sono state avanzate per spiegare la regolazione molecolare dell'invecchiamento e delle malattie croniche, ma molto resta da chiarire. Pertanto, l'analisi dei meccanismi molecolari dell'invecchiamento e delle sue patologie croniche associate rappresenta una chiave fondamentale per migliorare la longevità. In particolare, i ricercatori hanno esplorato la complessa relazione tra infiammazione e invecchiamento e le sue malattie croniche associate. L'infiammazione cronica provoca la generazione di radicali liberi che attivano il processo di danneggiamento e deterioramento delle cellule bersaglio e degli organi, il che porta ulteriormente a malattie croniche. Meccanicamente, questi radicali liberi sono noti per indurre l'attivazione di molecole di segnalazione e fattori di trascrizione associati a diverse malattie croniche [1-3]. Quindi, le evidenze indicano che l'infiammazione cronica con l'avanzare dell'età può precedere diverse malattie croniche.

La Comunità scientifica suggerisce che la maggior parte delle malattie croniche può essere prevenuta modificando lo stile di vita. Uno studio condotto su oltre 23.000 adulti ha rilevato che uno stile di vita sano ha ridotto il rischio di sviluppare malattie croniche quali malattia cardio-vascolare, diabete di tipo 2, cancro e ictus del 78% [4]. La scienza moderna ha sviluppato diversi farmaci per il trattamento delle malattie croniche, ma questi farmaci spesso sono molto costosi e associati a gravi effetti collaterali e morbilità. Pertanto, sono necessari sforzi costruttivi e strategie per prevenire, migliorare o trattare queste malattie con effetti collaterali minimi. I prodotti vegetali e i prodotti nutraceutici di origine vegetale sono noti per essere i migliori agenti per ridurre il rischio di malattie croniche o trattarle in modo efficace. I prodotti vegetali sono stati tradizionalmente usati contro diversi disturbi cronici, ma nella moderna medicina occidentale solo un numero limitato di prodotti vegetali viene usato per curare le malattie. È evidente, dalle osservazioni e dagli esperimenti condotti negli ultimi decenni, che la gran parte delle malattie croniche è preceduta da un basso livello cronico di infiammazione. Studi molecolari sulle cause dell'infiammazione hanno dimostrato che numerosi biomarcatori sono coinvolti nel processo di infiammazione. Tra questi biomarcatori, fattori di trascrizione (come NF-κB e STAT3), citochine infiammatorie e chemochine (fattore di necrosi tumorale α (TNF-α), IL-1, IL-6, IL-8 e proteina chemiotattica monocitaria 1), enzimi pro-infiammatori (come COX-2, 5-LOX, 12-LOX e metalloproteinasi della matrice), antigene prostatico specifico (PSA), proteina C-reattiva (PCR), molecole di adesione, fattore di crescita vascolare endoteliale (VEGF), TWIST e altri fattori sono comuni nella maggior parte delle malattie croniche [5]. L'invecchiamento porta ad un aumento delle citochine infiammatorie che contribuiscono alla progressione di molte malattie degenerative [6-8].

Man mano che le persone crescono e invecchiano, insorge l'infiammazione a causa di diversi fattori ambientali e fisiologici. L'infiammazione cronica danneggia le cellule del cervello, del cuore, delle pareti arteriose e di altre strutture corporee, portando a varie patologie infiammatorie, quali: malattie cardiache, morbo di Alzheimer, Parkinson, artrite reumatoide, psoriasi e prostatite. Quando una persona invecchia, i livelli dei marcatori infiammatori sono spesso nettamente elevati, indicando la presenza di un sottostante disturbo infiammatorio cronico [9-11]. L'infiammazione cronica è stata anche collegata al processo di invecchiamento biologico [12]. Ad esempio, il blocco genetico di NF-KB nella pelle di topi cronologicamente invecchiati ha invertito il programma di espressione genica globale e ha conferito le caratteristiche del tessuto dei topi giovani (effetto ringiovanente), dimostrando che la distruzione di un singolo gene è sufficiente per invertire le caratteristiche dell'invecchiamento, almeno nel breve termine [13]. La sarcopenia, ovvero la perdita muscolare con l'invecchiamento, è guidata da uno stato infiammatorio cronico indotto da elevati livelli di IL-6 e PCR [14]. Il cancro è una delle principali malattie causate dall'infiammazione cronica. Vari tipi di biomarcatori pro-infiammatori sono stati riscontrati in numerosi tipi di cancro. È stato riscontrato che STAT3 è stato attivato nell'82% dei pazienti con carcinoma prostatico in stadio avanzato e un livello più alto di attivazione di STAT3 è correlato ad un decorso più grave della malattia ed a tempi di sopravvivenza più brevi del paziente [16-18]. L’attivazione permanente di STAT3 mantiene un'attività continua di NF-κB nei tumori [19]. In un altro studio, il NF-KB è stato espresso nel 60% dei pazienti con cancro del colon-retto [20]. Che la sovrapproduzione di citochine nei pazienti oncologici sia associata a stanchezza correlata al cancro è ben documentata. Ad esempio, la sovrapproduzione di IL-6 in pazienti con mieloma multiplo è associata a una patologia più grave [21]. Tra i pazienti con iperplasia prostatica benigna, i livelli delle citochine IL-1α, IL-6 e TNF-α erano elevati con aumento dei livelli sierici di antigene prostatico specifico. Allo stesso modo, i pazienti con tumore al seno avevano un livello elevato di citochine [22]. L'aumento delle citochine rende le malattie più gravi.

L'infiammazione media anche le malattie cardiovascolari [23-24]. I noti biomarker per l'infiammazione sistemica nella malattia cardio-vascolare sono: il colesterolo e la PCR [25]. La malattia cardio-vascolare è anche associata all'invecchiamento: la malattia cardio-vascolare colpisce il 15% degli adulti tra i 30 ei 40 anni, il 50% delle persone tra i 55 ei 64 anni e il 65% delle persone di età pari o superiore ai 65 anni. La PCR è anche un marker comune per la malattia cardiovascolare e aterosclerotica [26].

L'artrite reumatoide è una malattia autoimmune in cui livelli eccessivi di citochine, come PCR, TNF-α, IL-6, IL-1β e IL-8, causano o contribuiscono a questa sindrome infiammatoria [27]. Di questi indicatori, solo il PCR ad alta sensibilità è ben standardizzato ed ampiamente disponibile.

È stato dimostrato che i livelli di PCR e IL-6 sono significativamente più alti tra le persone che hanno successivamente sviluppato il diabete rispetto a coloro che non l'hanno avuto [28]. L'espressione anormale di NF-KB ha anche dimostrato di essere coinvolta nello sviluppo di complicanze diabetiche microvascolari e neuropatiche [29]. Altre citochine infiammatorie, come IL-1 e TNF-α, sono risultate aumentate nel diabete ed il loro livello aumenta anche con l'invecchiamento, indicando un'associazione tra infiammazione e invecchiamento [29-30]. La sclerosi multipla è una malattia autoimmune legata all'età che colpisce il cervello e il midollo spinale. Questa malattia è caratterizzata da un danno alla guaina mielinica (il rivestimento protettivo che circonda le cellule nervose) causando il rallentamento degli impulsi nervosi o il mancato funzionamento del tutto. Per la maggior parte dei pazienti il deterioramento neurologico progredisce nel tempo. Di solito colpisce persone all’età di 20 o 30 anni ed è una delle cause più comuni di disabilità non traumatica tra le persone giovani e di mezza età. Questa patologia può essere scatenata dall'infiammazione cronica del sistema nervoso centrale. Nei pazienti con sclerosi multipla, i livelli delle prostaglandine derivate dalla COX-2 sono elevati nel fluido cerebrospinale [31], così come anche il livello di NF-KB attivato. La subunità RelA del NF-KB è attivata in maniera importante nei nuclei della microglia e facilita una risposta rapida agli stimoli patologici nel sistema nervoso centrale [32]. I livelli di altre citochine, come IL-1α, IL-2, IL-4, IL-6, IL-10, IFN-γ, TGF-β1 e 2 e TNF-α, sono stati trovati elevati nelle sezioni congelate del tessuto del sistema nervoso centrale provenienti da pazienti con sclerosi multipla [33]. La malattia di Crohn si verifica a causa di infiammazione cronica a livello intestinale (chiamata anche malattia infiammatoria intestinale). Questa malattia può iniziare all'età di 15-30 anni, e quando una persona raggiunge i 60-80 anni può diventare abbastanza grave. I sintomi si manifestano non solo nell'intestino ma anche in altri organi, come gli occhi e le articolazioni. La malattia di Crohn sembra implicare principalmente una risposta iperattiva delle cellule Th1 che porta alla sovrapproduzione di varie citochine, come IL-2, IL-12, IL-18, interferone-γ e TNF-α [34-35].

E’ stato trovato che il consumo di cereali e legumi riduce il rischio di parecchie malattie croniche, incluso il cancro. Il consumo di cereali integrali e legumi abbassa il rischio di tumori di: cavità orale, faringe, esofago, cistifellea, laringe, intestino, colon-retto, prostata, seno, fegato, ovaie, vescica, rene e tiroide così come di linfomi, leucemie e mielomi [36-37]. In uno studio caso-controllo multicentrico su uomini con il cancro alla prostata, l'assunzione di legumi era inversamente associata al cancro alla prostata [38]. Gli studi hanno mostrato che le fibre e le sostanze fitochimiche presenti in tutti i cereali integrali e nei legumi hanno un’azione chemiopreventiva contro un'ampia varietà di tumori. Ad esempio, gli isoflavoni (incluso il daidzen, la genisteina e l’equolo) sono composti non-steroidei difenolici che si trovano nelle piante leguminose ed hanno attività antiproliferative. Il tocotrienolo e l’inositolo esafosfato, che sono abbondantemente presenti in vari alimenti contenenti abbondante fibra alimentare, come i cereali integrali ed i legumi, hanno mostrato una spiccata attività anticancro in vitro e in modelli animali. Questi composti interferiscono con le vie di segnalazione neoplastica ed inibiscono la proliferazione cellulare, la progressione, la colonizzazione a distanza (metastasi), l’invasione e la produzione di nuovi vasi sanguiferi (angiogenesi) ed inducono il suicidio delle cellule neoplastiche (apoptosi) [39].

Il consumo di cereali integrali e legumi può proteggere anche contro la malattia cardio-vascolare. Uno studio ha trovato che una dieta ipocalorica che includeva l’avena ha migliorato la pressione arteriosa sistolica ed il profilo lipidico plasmatico rispetto ad una dieta ipocalorica senza avena [40]. Uno studio prospettico di coorte su 229 donne in post-menopausa ha trovato che quelle con il più alto consumo settimanale di cereali integrali avevano solo un piccolo restringimento delle coronarie, indicando una minore progressione dell’aterosclerosi vasi cardiaci [41]. Gli isoflavoni presenti nei legumi hanno anche mostrato un’efficacia per la riduzione del rischio di malattia cardio-vascolare. In uno studio sperimentale con le scimmie, gli  isoflavoni ed i fitoestrogeni della soia avevano degli effetti favorevoli sulla concentrazione plasmatica del colesterolo, riducendo in modo particolarmente significativo il “colesterolo cattivo”, detto anche LDL, sia nei maschi che nelle femmine [42]. L'isoflavone genisteina ha anche mostrato di ridurre il rischio di malattia cardio-vascolare. Questo isoflavone inibisce anche l’invecchiamento cutaneo associato all’esposizione alla luce sia nei topi che negli esseri umani [43]. Quindi, legumi e cereali possono essere protettivi contro il rischio della malattia cardio-vascolare e riducono l'invecchiamento. I legumi ed i cereali sono anche associati ad una riduzione del rischio di molte altre malattie croniche. La supplementazione con il peptide di soia nera ha controllato la glicemia nei pazienti ai quali era stato da poco diagnosticato il diabete mellito di tipo 2 [44], mentre l’assunzione di cereali integrali per la colazione era in grado di ridurre il rischio di diabete mellito. Il consumo di riso integrale ha mostrato di essere in grado di migliorare sintomi neurologici in un modello di encefalite autoimmune e di prevenire/ridurre la prevalenza della sclerosi multipla [45]. La crusca di riso migliora la funzionalità delle articolazioni, il dolore e l'artrite, sopprimendo i marcatori infiammatori COX1, COX2 e 5-LOX [46]. In uno studio caso-controllo, le proteine della soia hanno migliorato lo stato nutrizionale nei pazienti con la Malattia di Crohn, i quali sono frequentemente malnutriti [47]. Questi sono solo alcuni degli esempi di come i legumi ed i cereali possono aiutare nella prevenzione e nel trattamento di varie malattie cronico - degenerative.


Note

* Senate Bean Soup. UNITED STATES SENATE (disponibile all’indirizzo https://www.senate.gov/reference/reference_item/bean_soup.htm)

 

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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