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Barbabietola: quella rossa che ti tira su

La barbabietola rossa è ricca di composti bioattivi che possono fornire benefici per la salute, in particolare per le malattie caratterizzate da infiammazione cronica.

Barbabietola: quella rossa che ti tira su

Studi recenti hanno trovato prove convincenti che il suo consumo ha effetti fisiologici positivi che possono tradursi in un miglioramento dei risultati clinici per diverse patologie, come ad esempio: ipertensione, arteriosclerosi, diabete di tipo 2 e demenza.

Oggi è Pasqua e non scriverò mio caro lettore della disputa su quale tradizione culinaria seguire. Conosci oramai il mio conflitto di interesse in tema alimentare e, quindi, cerco di tenermene alla larga. Desidero, invece, poter brevemente illustrare le proprietà salutistiche carota o barbabietola rossa, che dir si voglia. Uno degli alimenti che consumo abbastanza frequentemente. I benefici ben documentati per la salute di una dieta ricca di frutta e verdura hanno portato ad un crescente interesse per i cosiddetti “alimenti funzionali” e al loro utilizzo nella prevenzione primaria e come coadiuvante nella terapia di alcune malattie.  Negli ultimi anni, la radice della Beta vulgaris rubra, nota come barbabietola rossa, ha attirato molta attenzione per la promozione della salute esplicata dagli alimenti funzionali. Mentre l’interesse scientifico sulla barbabietola rossa ha guadagnato slancio solo negli ultimi decenni, i suoi usi in medicina naturale risalgono ai tempi dei romani [1].  Oggi, la barbabietola rossa è coltivata in molti paesi del mondo e viene regolarmente consumata come parte della dieta normale, ed è comunemente usata nella produzione come colorante alimentare noto come E162 [2,3].

L'interesse recente sulla barbabietola rossa è stato attribuito soprattutto alla scoperta che le fonti di nitrato alimentare possono avere importanti implicazioni per la gestione della salute cardiovascolare [4].  Tuttavia, la barbabietola rossa è ricca di molti altri composti bioattivi che possono fornire benefici per la salute, in particolare per le malattie caratterizzate da infiammazione cronica. Studi recenti hanno fornito prove convincenti che il consumo di barbabietola offre effetti fisiologici positivi che possono tradursi in un miglioramento dei risultati clinici per diverse patologie, come ad esempio: ipertensione, arteriosclerosi, diabete di tipo 2 e demenza [1,5-8]. L'ipertensione in particolare, è stata l’oggetto di molti interventi terapeutici e ci sono numerosi studi che mostrano come le barbabietole rosse, nella forma di succo [9-11] o come tal quale [12,13] possano ridurre significativamente la pressione sanguigna sistolica e diastolica. 

L’effetto delle barbabietole rosse sul sistema vascolare è in gran parte attribuibile al suo elevato contenuto di nitrato inorganico (250 mg x kg di peso fresco; [17]). Il nitrato di per sé non si ritiene possa mediare una funzione fisiologica specifica; piuttosto, gli effetti benefici dei nitrati sono attribuiti alla sua riduzione in vivo ad ossido nitrico (NO), una molecola messaggera multiforme con importanti funzioni vascolari e metaboliche [14-18].  Tuttavia, il nitrato non è l'unica componente della barbabietola rossa ad esplicare gli effetti benefici sulla salute e sulla malattia. La barbabietola rossa è una ricca fonte di composti fitochimici, che comprende acido ascorbico, carotenoidi, acidi fenolici e flavonoidi [2,20,21]. La barbabietola rossa è anche uno dei pochi vegetali che contengono un gruppo di pigmenti altamente bioattivi conosciuti come betalaine [22,23].  I pigmenti della famiglia betalaina sono classificati come betacianine che sono di colore rosso-viola e in betaxantina che sono di colore giallo-arancione [1].  Una serie di studi, in vitro e in una varietà di modelli animali in vivo, hanno riportato che le betalaine hanno un’elevata attività antiossidante e anti-infiammatoria [3,23-26]. Ciò ha suscitato interesse in un possibile ruolo per la barbabietola rossa nelle patologie cliniche caratterizzate da stress ossidativo e infiammazione cronica, come le malattie del fegato [1,23], l’artrite [27] e persino il cancro [28-31].

L'attività antiossidante e antinfiammatoria della barbabietola ha portato anche ad un interesse nel suo potenziale uso in malattie caratterizzate da una funzione aberrante delle cellule immunitarie. Infatti, l'infiammazione cronica è sempre più implicata nello sviluppo di tumori maligni e si stanno accumulando prove che suggeriscono che la betalaina estratta dalla barbabietola rossa possa sopprimere questi effetti. Ad esempio, Lechener et al. [32] hanno indagato se un trattamento a lungo termine (35 settimane) con una betacianina contenuta nell’estratto sia in grado di impedire la formazione di tumori nei ratti esposti a un potente promotore tumorale (N -nitrosomethylbenzylamine). Rispetto al controllo, l’estratto di barbabietola rossa ha marcatamente inibito  la proliferazione cellulare, l’angiogenesi e la tumorogenesi nelle lesioni esofagee; effetti sostanzialmente attribuiti alla sua attività antiradicalica e anti-infiammatoria. Ciò è stato dimostrato dal numero notevolmente ridotto di linfociti infiammatori presenti nei tumori dell'esofago dei soli ratti trattati con barbabietola rossa. Gli effetti chemio-preventivi di estratti di betacianina sono stati osservati anche in cellule del cancro polmonare, cutaneo e del fegato in modelli animali; di recente, nelle cellule neoplastiche della prostata umana, della pelle, del seno e pancreatiche [28-31]. Inoltre, la co-somministrazione di estratti di barbabietola con doxorubicina, un efficace ma altamente farmaco (tossico) chemioterapico, riduce in modo significativo la sua citotossicità, probabilmente modulando l'induzione del farmaco nel promuovere i RONS tumorali [28,31]. Anche se ben lungi dall'essere conclusivi, questi risultati iniziali in linee cellulari umane e animali suggeriscono che la supplementazione con barbabietole rosse sia promettente come strategia futura per aiutare quantomeno a gestire alcuni dei sintomi di infiammazione nel cancro.

Per la funzione cognitiva i benefici della barbabietola rossa sono anch’essi promettenti. La funzione cognitiva deteriora con l'età e uno degli eventi patologici chiave che precede il suo sviluppo è il diminuito flusso sanguigno cerebrale  [33-35]. In effetti, una diminuzione dovuta all'età o compromissione di perfusione cerebrale è stata implicata in diversi disturbi neurologici associati alla scarsa capacità cognitiva, come i danni cerebrali, la demenza clinica e la malattia di Alzheimer [36-37].  Uno dei principali fattori scatenanti e di rischio per l'insorgenza della demenza, dello sviluppo cerebrale e della ipo-perfusione è una perturbazione della funzione neurovascolare [92,93].  Una diminuita capacità di generare NO può compromettere la normale funzione del metabolismo cerebrale energetico (vale a dire, la disponibilità di glucosio) e l'attività neuronale (vale a dire, la comunicazione cellulare), che nel corso del tempo potrebbe indurre neurodegenerazione e deficit cognitivi [34-36].  Pertanto, è verosimile che un NO generatore come la barbabietola rossa abbia il potenziale per migliorare il flusso sanguigno cerebrale e migliorare la funzione cognitiva.

Due recenti studi sull'uomo hanno esaminato l'influenza di nitrati nella dieta sul flusso sanguigno cerebrale. Presley et al. [6] hanno misurato la perfusione cerebrale dopo aver sottoposto un gruppo di adulti anziani (~ 75 anni) ad una dieta ricca di nitrati (~ 12 mmol), tra cui succo il di barbabietola rossa, ed un gruppo ad una dieta povera di nitrato (~ 0,09 mmol) per 24 h. La risonanza magnetica (MRI) ha rivelato che la dieta ad alto contenuto di nitrati ha stimolato un sostanziale e preferenziale aumento della perfusione della corteccia frontale, una regione del cervello responsabile dei processi cognitivi essenziali come la funzione esecutiva, la memoria di lavoro e task-switching. Ulteriori lavori da parte di Bond et al. [33] sostengono queste conclusioni, mostrando una diminuzione della resistenza arteriosa cerebrovascolare (indicativa di un aumento del flusso sanguigno cerebrale) a seguito di una singola porzione di succo di barbabietole rosse (500 mL) ricco di nitrato. 

Tuttavia, è importante notare che i soggetti in questo studio erano giovani (~ 21 anni), asintomatici e apparentemente liberi da malattia. Anche se gli studi clinici a lungo termine devono ancora essere condotti, due recenti studi preliminari hanno esplorato l'influenza della supplementazione di barbabietola rossa sulle funzioni cognitive legate all'età.  In uno di questi studi, i soggetti anziani (~ 67 anni), diabetici di tipo 2, integrati con 250 ml di succo di barbabietola rossa (nitrato: 7,5 mmol) per 14 giorni, hanno sperimentato un miglioramento significativo nel tempo di reazione rispetto ad un gruppo di controllo [5] . Tuttavia, gli effetti erano evidenti anche in altri test cognitivi associati con il processo decisionale, la reazione rapida e la memoria spaziale [5]. 

Sulla base dei dati disponibili, la barbabietola rossa sembra essere una potente fonte alimentare di fitonutrienti ottimi per la promozione della salute e potenziali come trattamenti terapeutici per diversi disturbi patologici. Il potere antiossidante, gli effetti anti-infiammatori e di protezione vascolare offerti dalle barbabietole rosse e dai suoi costituenti sono stati chiaramente dimostrati in diversi studi in vitro e in vivo (umani e animali); quindi, la sua crescente popolarità come un approccio nutrizionale per aiutare a gestire le malattie cardiovascolari e il cancro è fondata. Ad oggi, negli studi sull'uomo, la supplementazione con barbabietola rossa è stata segnalata per ridurre la pressione sanguigna, attenuare l’infiammazione, prevenire lo stress ossidativo, preservare la funzione endoteliale e ripristinare l’emodinamica cerebrovascolare. Inoltre, diversi studi hanno trovato che la supplementazione di barbabietole rosse sia un mezzo efficace per migliorare le prestazioni atletiche [38-39].

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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