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La tua salute, quella dei tuoi figli e del clima si curano con frutta e verdura

Evidenze scientifiche suggeriscono che il consumo di frutta e verdura fa bene alla biodiversità e contrasta la crisi climatica; è essenziale per la nostra salute, quella delle generazioni future e del pianeta azzurro.

La tua salute, quella dei tuoi figli e del clima si curano con frutta e verdura

L’attuale biodiversità di frutta e verdura continua, purtroppo, a diminuire nei campi degli agricoltori, a livello di paesaggio e negli ecosistemi più in generale, parallelamente al rapido declino della biodiversità complessiva in tutto il mondo.

Tutti sappiamo che variare l’alimentazione garantisce una migliore adeguatezza nell’apporto di nutrienti e che le evidenze scientifiche concordano nel sostenere il consumo giornaliero di almeno 5 porzioni di frutta e verdura quale misura essenziale per la nostra salute. [1] Tuttavia, il consumo di frutta e verdura continua ad essere basso e ciò è un danno non solo per la salute, ma anche per l’agrobiodiversità e il clima.  [2] A livello globale, l’insufficiente consumo di frutta e verdura è dovuto principalmente alla scarsa disponibilità, accessibilità e convenienza di vegetali in alcuni Paesi o regioni del nostro pianeta. Tuttavia, anche quando gli alimenti vegetali sono disponibili, accessibili e convenienti, la maggior parte delle persone testardamente continua a non consumare quantità sufficienti di frutta e verdura. [3] In particolare, la frutta e la verdura vengono snobbate perchè non sono considerate una scelta alimentare accettabile o desiderabile, ad esempio a causa di problemi di sicurezza alimentare - ed è un falso la presenza di troppi residui di fitosanitari nei vegetali, come abbiamo avuto già modo di illustrare nell’articolo su “Il Mattino di Foggia del 19 giugno 2022)* - di convenienza o di adeguatezza culturale, o a causa di una scarsa conoscenza o consapevolezza dei benefici per la propria salute che possono derivare dal consumo di questi alimenti [4] 

Così l’attuale biodiversità di frutta e verdura continua, purtroppo, a diminuire nei campi degli agricoltori, a livello di paesaggio e negli ecosistemi più in generale, parallelamente al rapido declino della biodiversità complessiva in tutto il mondo. [5] Ad esempio, oltre l'85% delle ecoregioni del nostro pianeta ha ecosistemi scarsamente conservati, degradati o che stanno scomparendo a causa delle azioni umane. [6] Diminuisce la ricchezza e l'abbondanza di specie selvatiche di frutta e verdura a causa del degrado e della perdita di ecosistemi determinati dal cambiamento dell'uso del suolo, dalla crisi climatica globale e da altre minacce, come la riduzione significativa degli impollinatori e dei dispersori di semi. [7]. Di conseguenza, è probabile che le varietà genetiche di frutta e verdura scompariranno con i cambiamenti dell'uso del suolo, del clima e delle pratiche agricole se non ci saranno migliori opzioni di conservazione a livello di azienda agricola, di paesaggio e di area protetta e senza il sostegno delle banche genetiche. Anche se la biodiversità di frutta e verdura non è ottimale in tutto il mondo, diverse importanti tendenze ne stanno aumentando la conservazione e l'utilizzo nei sistemi alimentari a livello globale e locale, oltre al fatto che la percentuale di frutta e verdura nella produzione alimentare è in aumento [8]. Queste sono alcune delle tendenze che potrebbero piegare la curva del declino della biodiversità di frutta e verdura.

Purtroppo, dobbiamo essere realisti e comprendere che  da sole le misure in atto non sono in grado di fermare completamente, figuriamoci di invertire, la perdita della biodiversità. Tuttavia, specie e varietà di frutta e verdura locali sono ancora mantenute e condivise da agricoltori e da comunità locali in diversi sistemi di produzione. Queste specie e varietà garantiscono la sicurezza nutrizionale e alimentare, l’opportunità di reddito, mentre i servizi ecosistemici, contribuiscono all'identità culturale e rappresentano anche una preziosa conservazione della biodiversità per il cibo. I governi, le organizzazioni economiche locali e nazionali possono sostenere questi agricoltori e incentivare le comunità agricole a mantenere reti di sementi e, inoltre, incoraggiare la creazione di legami commerciali equi con i mercati più resilienti, basati sul mantenimento della biodiversità, attraverso gli incentivi  e la regolamentazione. [9] Infatti, il rapporto tra agrobiodiversità e diversità alimentare presenta alcune sinergie, tra le quali la principale è la promozione di un consumo alimentare diversificato così da incoraggiare la conservazione dell'agrobiodiversità.Allo stesso tempo, non dimentichiamo che promuovere l'agrobiodiversità è un approccio pratico per sostenere la diversità alimentare, la sicurezza alimentare e lo sviluppo rurale [10] Questo approccio alla biodiversità e al consumo di frutta e verdura fa bene alla nostra salute, a quella dei nostri figli e delle generazioni future.


Note

* Michele F. Panunzio. È solo colpa delle calorie se sempre più persone ingrassano? “Volendo riassumere, i benefici di questa scelta sono dovuti al consumo diretto di cereali, legumi, frutta e verdura, senza il loro ulteriore passaggio nella catena alimentare: direttamente dal campo al piatto. Per meglio precisare questo concetto, che poi è alla base del dilemma dell’onnivoro, ci viene in aiuto la “catena alimentare” semplificata di Miller.

Per illustrare questa catena (uomo ⇨ trote ⇨ rane ⇨ cavallette ⇨ erba) il chimico inglese G. Tyler Miller così si esprimeva "per nutrire un uomo per un anno ci vogliono 300 trote. A loro volta, le trote consumano 90.000 rane, che devono mangiare 27 milioni di cavallette, che divorano 100 tonnellate di erba". 

Questo è lo schema di un anno:

1 uomo

300 trote

90.000 rane

27.000.000 cavallette

100.000.000 grammi di erba

L’energia e la materia, compresi i contaminanti chimici, si concentrano nel passaggio tra un anello e l’altro della catena: dall’erba alle cavallette, alle rane, alle trote per finire all’uomo. Semplificando, in un anno 1 uomo con alimentazione onnivora è come se avesse mangiato 100 tonnellate (cioè 100.000 chilogrammi) di erba. Desiderando sciogliere il dilemma alimentare, e seguendo una dieta a base vegetale (ponendo il consumo di circa 1 Kg al giorno di cibo) al massimo si consumano 400-600  chilogrammi di vegetali in 1 anno. Se dividete 100.000 per 400-600 avrete il fattore di concentrazione di energia e materia. Questo surplus di energia e materia difficilmente può essere smaltito senza conseguenze per la nostra salute. Un onnivoro, rispetto a chi ha fatto la scelta a base vegetale, mangia molte più calorie, ingurgita più contaminanti ed è in preda al dilemma della scelta del cibo.

da: Il Mattino di Foggia. 19 giugno 2022. Disponibile qui

Bibliografia

1 . FAO. The State of Food Security and Nutrition in the World, Transforming Food Systems for Affordable Healthy Diets Food and Agriculture Organisation, Rome. 2020

2 . A. Afshin, P.J. Sur, K.A. Fay, et al. Health effects of dietary risks in 195 countries, 1990-2017: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2017 Lancet, 393 (10184) (2019), pp. 1958-1972

3 . J.N. Hall, S. Moore, S.B. Harper, J.W. Lynch Global variability in fruit and vegetable consumption Am. J. Prev. Med., 36 (5) (2009), pp. 402-409 e405

4 . A. Aggarwal, C.D. Rehm, P. Monsivais, A. Drewnowski. Importance of taste, nutrition, cost and convenience in relation to diet quality: evidence of nutrition resilience among US adults using National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) 2007–2010. Prev. Med., 90 (2016), pp. 184-192

5 . S. Díaz, J. Settele, E.S. Brondízio, H.T. Ngo, et al. Pervasive human-driven decline of life on Earth points to the need for transformative change. Science, 366, 6471, 2019.

6 . E. Dinerstein, D. Olson, A. Joshi, et a. An ecoregion-based approach to protecting half the terrestrial realm. Bioscience, 67 (6), 2017), pp. 534-545.

7 . D. Pilling, J. Bélanger, I. Hoffmann. Declining biodiversity for food and agriculture needs urgent global action. Nat.Food, 1 (3) (2020), pp. 144-147

8 . A.R. Martin, M.W. Cadotte, M.E. Isaac, R. Milla, D. Vile, C. Violle. Regional and global shifts in crop diversity through the Anthropocene. PLoS One, 14 (2) (2019) e0209788-e0209788

9 . M.E. Dulloo, J. Rege, M. Ramirez, et al. Conserving Agricultural Biodiversity for Use in Sustainable Food Systems. Mainstreaming Agrobiodiversity in Sustainable Food Systems, Bioversity International, Rome, 2017.

10 . Á. Toledo, B. Burlingame. Biodiversity and nutrition: a common path toward global food security and sustainable development J. Food Compos. Anal., 19 (6–7) (2006), pp. 477-483.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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