IL MATTINO
IL PIANETA VEGA
28.01.2018 - 02:19
Le due dolcissime scimmiette nate da una clonazione
Quando mi accingo a scrivere su questo blog mi piacerebbe parlare di argomenti leggeri. In fondo vivere senza crudeltà dovrebbe essere la cosa più leggera del mondo e sarebbe bene farlo con un sorriso. Poi la cronaca quasi sempre mi fa desistere, perché sembra proprio che la crudeltà su questo pianeta regni sovrana. Non significa che tutto sia brutto o triste, anzi, però nemmeno si può nascondere la testa sotto la sabbia.
In questi giorni è giunta la notizia della clonazione di due scimmiette con una tecnica particolare, quella della famosa pecora Dolly, che finora non aveva dato risultati in mammiferi come i primati. Il fatto è accaduto in Cina e si potrebbe fare anche una battuta di spirito su certe facoltà di mimesi che vengono attribuite ai cinesi, ma purtroppo sorriderne sarebbe fuori luogo.
L'evento è stato lieto: sono nate due bellissime scimmiette, due piccoli macachi, che hanno ricevuto pure un nome: Zhong Zhong e Hua Hua. Stanno dentro una incubatrice, hanno dei giocattoli, e sembrano quasi due piccoli bambini. Sono di una tenerezza disarmante.
Eppure queste indifese creature, con quei loro sguardi così fiduciosi verso chi se ne sta prendendo cura ma che invece le sta già tradendo, sono solo un ingranaggio - loro malgrado - nel meccanismo della ricerca basata sugli animali. Si è levata forte, a tal proposito, la voce di tante associazioni animaliste che contestano il fatto che le scimmiette saranno usate a loro volta nella ricerca o addirittura nella vivisezione. Per il momento credo non sia dato sapere quale sarà il destino di Zhong Zhong e Hua Hua ma, certo, i dubbi sono leciti. Anche se le scimmiette dovranno essere monitorate e quindi, si spera, sottratte alle torture da laboratorio, hanno segnato comunque l'apertura di una via alla clonazione di animali da destinare alla sperimentazione.
Sul sito della LAV si leggono anche una serie di aspetti che, nei tanti articoli sparsi nei media e sul web, vengono taciuti o ignorati e che rendono tutta la storia, se possibile, ancora più scandalosa: "Qiang Sun, direttore del Nonhuman Primate Research Facility dell'Accademia cinese delle scienze, afferma che sono stati impiantati 79 embrioni in 21 madri surrogate e queste sono le uniche scimmiette nate vive su 6 gravidanze. Uno studio di Nature Genetics (DOI: 10.1038/ng841) - basato su dati INFIGEN (una delle multinazionali che ha nella clonazione il proprio core business) e su studi di Atsuo Ogura (National Institute of Infectious Diseases di Tokyo) pubblicato anche dalla testata inglese New Scientist - afferma che il 75% degli embrioni animali clonati muore entro i primi due mesi di gravidanza e che comunque il 25% nasce morto o con deformità incompatibili con la vita. Da 100 cellule di partenza mediamente solo una diverrà un animale “adulto e sano”. Gli individui malformati vengono soppressi alla nascita oppure dopo aver manifestato malattie che i ricercatori non potevano prevedere. Ecco perché la notizia di tali esperimenti viene resa pubblica solo dopo alcune settimane dall’evento, ovvero quando l’animale sopravvive almeno alla prima fase della sua esistenza da “creatura da laboratorio”". Quindi il lieto evento ha dietro tutta un'impalcatura di dolore. Ciò non rende la nascita di questi fagottini meno speciale e meno preziosa, se solo le loro vite venissero trattate per tali.
Anche la Chiesa cattolica si è detta preoccupata, perché teme che il prossimo passo potrà essere la clonazione umana. Certo, con una scienza così imbizzarrita e senza freni, tutto è possibile. Chiaramente non parlo da scienziata e il mio punto di vista non è quello del ricercatore, ma davvero in nome della scienza si può sacrificare qualunque limite, si può porre il veto su qualunque forma di dignità e rispetto? C'è qualcosa di profondamente inquietante in questo. Gli stessi autori dell'esperimento sono consapevoli di operare in un vuoto normativo.
Legale, tuttavia, non significa sempre morale né tantomeno etico. Il discorso è certamente complesso e non esauribile in questo piccolo spazio. Ma credo che gli sguardi di questi due innocenti bastino, più di ogni parola, più di qualsiasi dato, a dire quanto sia sbagliato manipolare vite.
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