IL MATTINO
IL PIANETA VEGA
23.04.2016 - 19:27
Una papera ricoperta di petrolio
L'astensione della scorsa settimana non è stata un bel gesto. La questione non è la vittoria di uno dei due fronti, ma il disinteresse mostrato dagli Italiani verso il mare e l'ambiente e verso la democrazia e, in ultima istanza, verso sé stessi. Si poteva andare a votare e dire che no, le trivellazioni non si devono fermare, devono continuare fino a esaurimento. Quella sarebbe stata una chiara espressione di volontà popolare. Magari avrebbe vinto, invece, il SI, come nella minoranza che si è recata alle urne. Una volontà popolare però in tutto questo ha purtroppo vinto: quella di non occuparsi del nostro Paese, delle proprie vite, di quanto ci riguarda più direttamente. Una chiara volontà che ha detto a chi governa: "fate voi, a noi non interessa". Con due possibili sfumature: quella del "tanto si farà comunque come vorrete voi" e quella del "non ci tange proprio". Due modi diversi di intendere l'astensione che però portano a un unico risultato. In realtà c'è stato anche chi non ha votato ritenendo questo un referendum inutile. Ecco, quando c'è una sollevazione popolare di cittadini per i cittadini, potrà anche essere ritenuta inutile, ma va sostenuta. Anche votando contro, certamente.
In ogni caso la legge del contrappasso ha voluto che dopo due giorni si verificasse una perdita di greggio in un fiume nei pressi di Genova che ha già abbattuto un ecosistema e che potrebbe avere ricadute importanti anche sul sistema del turismo, con l'estate ormai alle porte. Tante persone hanno respirato l'aria inquinata, tanti animali sono morti a causa di quel male nero. Non staremo qui a dire che se le trivelle si fermassero, sarebbe tutto meno pericoloso, né che questo evento catastrofico c'entra con le trivellazioni. Però c'entra con la necessità di potenziare al più presto un altro sistema, quello delle energie rinnovabili, che sicuramente un po' anche loro inquinano, ma almeno non possono causare simili episodi.
C'è da dire che il mondo in cui viviamo è immerso nel petrolio: non solo i carburanti, ma anche la plastica che usiamo per le cose più quotidiane proviene dagli idrocarburi. Però non è detto che il petrolio sia insostituibile e le bioplastiche una mano in tal senso la cominciano a dare.
Non sono una di quelli che utopisticamente pensa di risolvere i problemi dall'oggi al domani e che sia possibile non inquinare. Ogni forma di antropizzazione produce un qualche inquinamento; bisogna però trovare un modo per vivere in una maggiore armonia con quanto ci circonda. Dovremmo passare dall'Homo sapiens sapiens, oggi antropologicamente Homo oeconomicus, all'Homo ecologicus. Questo sì sarebbe un bel salto nell'evoluzione. Io non sono una grande scienziata, non mi occupo di materiali e materie prime, ma nel mio piccolo penso che ciascuno possa fare la differenza, anche se minima. Tutti siamo costituiti da atomi, no? E un modo, tutt'altro che piccolo, per fare la differenza è esprimersi, non delegare (magari per poi lamentarsi).
Ci evolveremo mai?
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