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Salvate le professioni

Salvate le professioni

Cera una volta il saggio. Era lanziano del villaggio non il vecchio, attenzione  che ne aveva viste di tutti i colori e poteva prevedere, partendo da determinate premesse, cosa sarebbe successo. Aveva appreso, insomma, facendone esperienza, le regole dellingegneria sociale che guida i rapporti tra le persone e le leggi della natura, che consente a chi le padroneggia, semplicemente di sopravvivere. Lidea era allettante e cè chi ha pensato di accelerare i tempi. Invece del lento accumulo di accadimenti nella memoria, si sono esplorate queste regole con un atteggiamento scientifico, inedito per lepoca. Nascevano i professionisti, eredi degli anziani del villaggio, ai quali ci si rivolgeva per consiglio ed aiuto. Giuristi, costruttori, guaritori, speziali, ognuno con un patrimonio di conoscenze inizialmente tramandato e, infine, codificato. I professionisti non sono imprenditori, non sono funzionari pubblici, non sono privati cittadini. Sono qualcosa di completamente diverso, e sono uno dei principali sostegni della civiltà occidentale.

Ma adesso sono tutti sotto attacco.

Avvocati, commercialisti, architetti, ingegneri, tutti bersagliati da riforme che vogliono trasformare gli studi in agenzie di sevizi. Ai farmacisti poi si spara a vista per strada se non si travestono da commessi di centri commerciali. Avremo modo di riparlarne. Intanto lapparato statale da una parte e il mondo dellimpresa dallaltra hanno deciso, per motivi propri, che questa categoria è di troppo. Certo i professionisti hanno fatto di tutto per passare dalla parte del torto e per impiantare nella testa del maggior numero di persone lidea che senza di loro le cose potrebbero andare meglio. Non è così. Chiunque voglia riflettere comprende da solo che tra il potere dello Stato e la fame di profitto degli imprenditori, i professionisti sono gli ultimi custodi di valori che non possono andare perduti. Chi di voi avrebbe il coraggio di uccidere lanziano del villaggio? Pensiamoci.

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Marco Scillitani

Marco Scillitani

È nato nel 1967, il 23 novembre, giorno che gli ha consentito di festeggiare un compleanno indimenticabile con il terremoto del 1980. Fa l'avvocato non per vivere, ma perché lo trova interessante e, non avendo mai saputo usare le mani gli è parso il metodo più efficace per raddrizzare le cose storte. Insegna Magia e Formule all'Università, ma di nascosto. Chi lo ascolta crede che parli di Procedura penale. Solo il titolare della cattedra se ne è accorto ma fa finta di niente. Da piccolo ha cominciato a osservare quello che gli accadeva intorno, collezionando storie e territori immaginari. Quando qualcuno glielo chiede, le restituisce. Ma non si assume responsabilità.

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