IL MATTINO
Sostiene Amilcare
26.05.2013 - 10:53
Molti ricorderanno l'episodio di un ospedale milanese in cui, per un guasto tecnico, andarono perduti embrioni che dovevano essere trasferiti il giorno seguente in una coppia che stava seguendo il percorso di procreazione assistita; ebbene, è stata emessa la sentenza che condanna l'ospedale con una nuova importante motivazione.
La vicenda era molto delicata, muovendosi su quel crinale tra etica, religione e scienza da sempre esposto alla polemica sulla natura dell'embrione. Il verdetto del giudice Gabriella Migliaccio, della quinta sezione del tribunale civile di Milano, ha superato l'ostacolo individuando la 'vittima' del fatto non negli embrioni, ma nel diritto al concepimento spettante alla coppia ed evidentemente leso da un evento accidentale che però l'ospedale avrebbe dovuto prevenire. "Il presidio ospedaliero - scrive il giudice - nel corso della notte avrebbe dovuto comunque effettuare i doverosi controlli sulla efficienza dell'alimentazione di corrente, tanto più necessari per la delicatezza del materiale biologico contenuto negli incubatori".
Viene superato finalmente l'aspetto etico, ogni discorso sulla natura dell'embrione.Viene finalmente riconosciuto il "diritto al concepimento" come valore da tutelare e difendere. Interessante anche il fatto che il risarcimento viene diviso nominalmente ai due coniugi, riconoscendo alla donna il diritto ad una quota maggiore, per essere esposta a tensioni e rischi maggiori rispetto al partner maschile. Una prima importante tappa sul difficile percorso dei riconoscimenti per le coppie infertili. Decisamente una bella notizia per le coppie, ma anche per noi operatori, una bella ventata di laicità.
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