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Controverso

Si, siamo tutti Chiarlie. Ma chi insorge contro il bavaglio alla libertà di stampa in Italia?

E a proposito della rivoluzione digitale, voluta dieci anni fa dal foggiano Stanca, operata dal presidente del Consiglio comunale di Foggia...

Si, siamo tutti Chiarlie. Ma chi insorge contro il bavaglio alla libertà di stampa in Italia?

Ho sempre utilizzato la matita per i miei appunti. Mi aiuta a riflettere, mentre fa le giravolte tra le dita. Non so disegnare. Da qualche giorno, quando la uso, il pensiero si ferma sulla strage al Charlie. Non so se si tratti di guerra santa, di terrorismo, di follia, non voglio aggiungere alcun commento ai tanti che impazzano, ma‪,‬ si sa‪,‬ tutti siamo esperti di qualcosa quando quel qualcosa succede, come tutti siamo americani, inglesi, spagnoli, oggi anche francesi quando restiamo travolti dal terrore e ci sembra che una semplice enunciazione ci faccia sentire più protetti. Speriamo di non dover sentirci dire "siamo tutti italiani".

‏Milioni di JeSuisCharlie per dire, oltre ad urlare il dolore per la strage, che la censura non ci appartiene. Ma di censure in Italia ce ne sono state già tante, troppe. E mentre tutti disquisiscono sulle libertà, di pensiero, di espressione, di parola, di autodeterminazione, di religione, conquiste di un mondo aperto, tornando in Italia non ci preoccupiamo di quello che potrà accadere alla Camera dei Deputati, nei prossimi giorni. La nuova legge sulla diffamazione, e qui l'hashtag lanciato e' "meglioilcarcere" e' proprio tutta sbagliata. Si voleva cancellare la parola "carcere" per i giornalisti e se ne sono aggiunte troppe. La nuova legge prevede sanzioni pecuniarie fino a 50 mila euro che, se da un lato sono nulla per i grandi gruppi editoriali, dall’altro sono una bomba ad orologeria per l’informazione indipendente. Prevede un diritto di rettifica immediata e integrale al testo ritenuto lesivo della dignità dall’interessato, senza possibilità di replica o commento né del giornalista, né del direttore responsabile. Altro che rettifica! Un diritto assoluto di replica, punito con sanzioni pecuniarie importanti in caso di inottemperanza e che prescinde, nei presupposti della richiesta, dalla falsità della notizia o dal carattere diffamatorio dell’informazione. Prevede l’introduzione di una sorta di generico diritto all’oblio che consentirebbe indiscriminate richieste di rimozione di informazioni e notizie dal web se ritenute diffamatorie o contenenti dati personali ipoteticamente trattati in violazione di disposizioni di legge. Un fiume di contenziosi, soprattutto di fronte a richieste ingiustificate, o un'accettazione supina perché non si hanno le disponibilità economiche o, peggio ancora, una sorta di censura preventiva decidendo di non pubblicare notizie per le quali è probabile la richiesta di cancellazione? Eppure viviamo l'epoca del web e, quindi, si dovrebbe tutelare la libertà di espressione e di informazione su ogni testata, anche on line, così come prevede la Costituzione per la stampa tradizionale, tipografica. E' questa la libertà? Faremo attenzione su come si esprimeranno i nostri parlamentari, ai quali chiediamo di non approvare la nuova norma.
‏A proposito di web, a proposito di Foggia.  Il codice dell'amministrazione digitale compie dieci anni. L'allora Ministro Lucio Stanca stimava risparmi per 10 miliardi ogni anno. Questi risparmi certamente non li abbiamo visti ma il CAD e' diventato, nonostante le tante modifiche, uno strumento da utilizzare per rendere sempre più trasparente il rapporto tra cittadini ed Amministrazione pubblica. Fa bene il Presidente del Consiglio comunale Miranda ad utilizzare le tecnologie per far funzionare efficacemente gli uffici, producendo risparmi. Si sarebbe dovuto fare prima. Attendiamo ora una attuazione ed applicazione decisa e limpida dell'open government. Ma non c'è nessuna rivoluzione. Un atto dovuto, norme da rispettare.
‏A proposito, per sottoscrivere l'appello contro la legge sulla diffamazione bisogna solo andare su http://nodiffamazione.it.

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Daniela Eronia

Daniela Eronia

Di me hanno detto che sono stata una giornalista molto scomoda, poi un'imprenditrice troppo intraprendente. È così: quando una donna si dedica con passione alla città che ama, per renderla migliore, finisce con il creare inquietudini. Per aggiungerne qualcuna in più, torno a scrivere, nel solito mondo. A volte sarà irriverente, altre dissacrante. Sicuramente "controverso". Comunque, se vi fa piacere deciderete voi.

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