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I pensieri dell'Altrove

Quell'unica vita che ci dà l'opportunità di essere diversi

Dovremmo essere bravi a mantenere il cuore stabile e il sistema immunitario aggressivo, dovremmo convincerci che le emozioni hanno sempre una logica interiore, che non credere alle speranze può essere lesivo.

Quell'unica vita che ci dà l'opportunità di essere diversi

Ad ognuno è data una vita unica, la sola che abbiamo, ma molte esperienze sono simili per ogni vita. Ci accomuna la nascita, la crescita, il sentimento dell'amore, gli abbandoni, la tenerezza, il dolore, le malattie, la morte. Tocchiamo progressivamente tutti questi piani d'appoggio, su alcuni c'è la polvere spessa di chi non ha voglia di metterci sopra le mani, pulirli è come togliere una salvifica pellicola di protezione oppure ci può prendere la paura di una contaminazione, altri sono lucidi per la perseveranza eccessiva con cui ci si imbatte, li si cura, li si vive fino alla consunzione. A volte le situazioni le subiamo come fossero sintomi gravi, a volte le cacciamo via come un veloce starnuto, spesso si presentano come virus resistenti, altre volte come uno sbadiglio annoiato. È in questi comportamenti differenziati che si partorisce l'identità, la personalità, il carattere. È nelle esperienze comuni, che diventando proprie, esercitiamo la nostra preparazione alla disciplina, all'operatività, alle risoluzioni, e si misura la sensibilità, l'intelligenza, l'intuito. Questi elementi decidono le differenze, le distanze ed anche le personali percentuali di infelicità. Possiamo lasciarci andare o stare sempre in piedi a fare le sentinelle, possiamo agire o paralizzarci, mantenere segreti con codici inespugnabili o incontrarci a metà strada con l'incontinenza verbale che è tipica dell'anima quando è sotto pressione. Ad ognuno una forma, a volte ci adattiamo, a volte la contrastiamo, la ricerca è continua e la resistenza si stanca perché spesso, non a volte, il format non ci piace e ci fa sentire inadeguati. Dovremmo essere bravi a mantenere il cuore stabile e il sistema immunitario aggressivo, dovremmo convincerci che le emozioni  hanno sempre una logica interiore, che non credere alle speranze può essere lesivo. Dovremmo essere certi che Dio sappia sempre chi siamo e dove stiamo, perché abbiamo tutti bisogno di essere amati ed ascoltati, nelle preghiere o nel pianto, nell'ordinarietà dei giorni o nei giri sconnessi delle notti. Noi non possiamo indietreggiare, ci possiamo spostare, ci aggiustiamo, pur di essere visti. Forse non abbiamo molte colpe, se non quelle di non voler provare a capire, di avere paura dei sentimenti, di essere sempre troppo distratti o troppo impegnati, di non saper abbracciare, di non saper chiedere scusa. Ma siamo nati creature delicate e impreparate, nude ed esposte all'eterno confronto col mondo che non ci conosce, dobbiamo provare a farci amare e  dovremmo trovare un perché al nostro andare verso un quando e verso un dove assegnato ma assolutamente ignoto, spesso pesante da sostenere. E, almeno di questa incertezza e di questa fatica, possiamo pensare di non dover chiedere scusa a nessuno.

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Mariantonietta Ippolito

Mariantonietta Ippolito

Il pensiero è la forma più inviolabile e libera che un individuo possa avere. Il pensiero è espressione di verità, di crudezza, di amore. Quando il pensiero diventa parola il rischio della contaminazione della sua autenticità è alto. La scrittura, invece, lo assottiglia, ma non lo violenta. Io amo la scrittura, quella asciutta, un po’ spigolosa, quella che va per sottrazioni e non per addizioni. Quella che mi rappresenta e mi assomiglia, quella che proverò a proporre qui. Dal mondo di “Kabul” al vasto mondo dei pensieri dell’”altrove”.

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