IL MATTINO
L'operazione
11.11.2021 - 13:03
L'indagine e' partita dalla denuncia di un libero professionista, consulente di una azienda agricola foggiana, che riferiva di aver ricevuto da un funzionario regionale una richiesta di denaro, "500 euro per ungere le ruote", per risolvere "problematiche" relative alla documentazione presentata per ottenere i fondi del Psr. Negli atti si parla di "comitato d'affari" composto da funzionari regionali, imprenditori agricoli e consulenti agronomi di loro fiducia.
Ammonterebbero a complessivi 110mila euro le presunte tangenti intascate da due funzionari della Regione Puglia per garantire la indebita percezione di fondi destinati al risanamento ambientale nel Gargano a imprenditori che non ne avevano diritto. L'inchiesta della Guardia di Finanza, coordinata dal pm di Bari Michele Ruggiero, che ha portato oggi all'arresto di 6 persone, il funzionario regionale Lorenzo Mazzini di Foggia, quattro imprenditori e un consulente agronomo, ha accertato l'illecito accoglimento di 26 istanze di finanziamento per oltre 2,7 milioni di euro. Oltre ai 6 arrestati, ci sono altre 15 persone indagate in stato di liberta', tra le quali un altro funzionario regionale di Bari, Giuseppe Vacca, accusato in concorso con Mazzini di quasi tutti gli episodi corruttivi accertati, per il quale pero' il gip ha rigettato la richiesta di misura cautelare in quanto in pensione. E' indagato anche il dirigente Domenico Campanile, in servizio nel Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Ambientale della Regione, accusato di favoreggiamento, omessa denuncia e rivelazione del segreto perche', dopo avere ricevuto la segnalazione dei reati commessi dai due funzionari, suoi sottoposti, avrebbe taciuto la circostanza e l'avrebbe rivelata ai due, aiutandoli ad eludere le indagini. L'indagine e' partita dalla denuncia di un libero professionista, consulente di una azienda agricola foggiana, che riferiva di aver ricevuto da un funzionario regionale una richiesta di denaro, "500 euro per ungere le ruote", per risolvere "problematiche" relative alla documentazione presentata per ottenere i fondi del Psr. Negli atti si parla di "comitato d'affari" composto da funzionari regionali, imprenditori agricoli e consulenti agronomi di loro fiducia. Dopo l'accordo corruttivo e l'ottenimento indebito degli aiuti economici grazie a documentazione falsa e fatture gonfiate, il "sistema" prevedeva che il funzionario di Bari informasse con un messaggio whatsApp il collega di Foggia, il quale a sua volta telefonava ai beneficiari per concordare la riscossione della tangente. Oltre al denaro, sono stati documentati regali fatti da imprenditori e consulenti ai funzionati corrotti, come confezioni di generi alimentari con olio, formaggi e salumi. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati pizzini sui quali erano indicate cifre e date delle tangenti intascate. Sono agli arresti domiciliari gli imprenditori agricoli foggiani Matteo Fasanella, Nunzio Nargiso, Nicola Biscotti e Francesco Nasuti e l'agronomo, anche lui foggiano, Antonio Simone. I fatti contestati risalgono agli anni 2019-2020. La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per 2 milioni di euro nei confronti delle aziende Consorzio Agroforestale "Biase Fasanella" di Peschici, Soc. Cooperativa "Tenuta Umbra" di Foggia, "Agri Verde" di Nargiso Nunzio & C di Apricena, "Cala Lunga" di Vieste. (ANSA).
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