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Sandokan, creato dalla penna di Emilio Salgari ha fatto sognare tante generazioni

Brookeeeee La tigre è ancora viva..

Ma se il pirata di Mompracem è un personaggio di fantasia, James Broooke fa parte della Storia

E se La tigre della Malesia era frutto della sua creatività, James Brooke è esistito realmente e fu realmente Rajah di Sarawak. Ma non era così cattivo come descritto nei romanzi, avventuriero sì ma dotato di abilità diplomatica e di carattere che gli permise di diventare un sovrano partendo dal nulla

Brookeee… Brookeeeee La tigre è ancora viva.. Così gridò Sandokan quando assieme al fido Yanez de Gomera riconquistò Mompracem, facendo scappare il suo sultano fantoccio dell’odiato Rajah bianco di Sarawak, l’acerrimo nemico James Brooke.  A chi  diceva all’inglese :”ritorneremo con più forze”, Brooke  rispose che era  inutile “Mompracem è perduta per sempre. Sandokan è un uomo in grado di trascinare, è nato capo. Con lui dieci uomini sono un esercito. Dove si arriva dopo giorni di ragionamento lui arriva in un attimo. Lo uccidete e lo rivedete vivo. Riuscite a prenderlo, ma è già scappato. Non combattete solo un uomo, ma una leggenda”.

 Adolfo Celi

 Brooke aveva il volto del compianto Adolfo Celi, in quei due sceneggiati ispirati al ciclo della Malesia del fantasioso e non viaggiatore Emilio Salgari. Specie il primo fu un evento mediatico che rese Sandokan l’eroe del momento e Kabir Bedi che lo interpretava una star. Sandokan fu accolto in maniera fredda da parte della critica italiana, che sosteneva che il progetto fosse solo"l'operazione culturale sciocca e inutile di riesumare in televisione romanzi ridicoli".
Ambedue diretti da Sergio Solima, il primo Sandokan nel 1976, con una  colonna sonora che diventò l’inno di tanti bimbi e giovani cantata dai  Oliver Onions ovvero i  fratelli Guido e Maurizio De Angelis ed il secondo del  La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa!

 


Onor del vero, poi ci fu un tentativo di rilanciare Sandokan sempre con Kabir Bedi in Il ritorno di Sandokan del 1996, diretto da Enzo G. Castellari con scarso soggetto ed il Figlio di Sandokan sempre di Solima del 1998 ma mai trasmesso.
Mentre la tigre della Malesia Sandokan è un eroe immaginario scaturito dalla verve e dalla fantasia dello sfortunato Emilio Salgari.

Kabir Bedi 

Il nome è stato ispirato a Salgari dal nome di un centro costiero sito nel Borneo nord-orientale, Sandakan, che significa "pegno scaduto": la città fu infatti lasciata in pegno dal Sultano di Sulu al governatore locale come garanzia di un prestito che poi non restituì. Ma come hanno dimostrato studi seri sulla produzione letteraria di Emilio Salgari, i suoi romanzi oltre al frutto di una grande fantasia, nascono anche da accurati studi nelle biblioteche di Verona. Salgari pur non viaggiando mai è stato capace di descrive minuziosamente usi, luoghi, costumi, popoli, animali e  flora. E se La tigre della Malesia era frutto della sua creatività, James Brooke è esistito realmente e fu realmente Rajah di Sarawak. Ma non era così cattivo come descritto nei romanzi, avventuriero sì ma dotato di abilità diplomatica e di carattere che gli permise di diventare un sovrano partendo dal nulla.

James Brooke

Brooke era figlio di un giudice inglese, nacque nacque il 29 aprile 1803  a Secrore, sobborgo di Benares (India). Entrò giovane nella  Compagnia delle Indie, e partecipò a scontri nel Borneo combattendo valorosamente e venendo ferito. Passò la convalescenza in Inghilterra, poi  si stabilì nel Borneo dove iniziò a praticare il commercio non più come emissario governativo ma in via privata. Dopo la morte del padre , grazie all’eredità armò uno Yacht, il Royalist, che tanta parte ebbe in seguito nella sua nella lotta contro i pirati malesi. Arrivato a Sarawak fu ricevuto dal rajah Muda Hassim, ed iniziò le sue esplorazioni. Assieme a lui anche uno studioso italiano Giacomo Doria, naturalista e senatore del Regno nonché  fondatore del Museo di storia naturale di Genova.

Brooke si accorse che il Borneo era frantumato in tanti piccoli stati,con scontri tribali. L’avventuriero nell'agosto del 1838, aiutò al sultano del Brunei a sconfiggere sedare una rivolta dei terribili Dayachi e il grande successo riportato nel processo di pacificazione gli valse il titolo di Rajah di Sarawak. Da allora Brooke mise ogni energia  a rafforzare il suo potere, riformando l'amministrazione, emanando leggi e combattendo la pirateria, che costituiva allora una minaccia continua.  Divenendo un assoluto protagonista del Borneo, che gli portò onori gli furono concesse numerose onorificenze e fu nominato governatore dell'isola di Labuan (ceduta dal Sultano del Brunei all'impero inglese nel 1846, grazie anche all'intercessione dello stesso Brooke), nonché console generale nel Borneo. Ma enorme potere, significava anche tanti nemici, in Inghilterra fu accusato di malversazione dalla commissione reale di Singapore (1851); nonostante le imputazioni si fossero rivelate alla fine inconsistenti, polemiche e recriminazioni continuarono a perseguitarlo per tutta la vita.

Governò Sarawak fino alla morte, avvenuta nel 1868; a succedergli fu il nipote Charles Brooke di Sarawak. . La dinastia si concluse con Charles Vyner (Londra 1874 - Londra 1963), figlio di Charles Anthony, che, successo al padre nel 1917, nel 1946 cedette il territorio alla corona e si ritirò in Inghilterra. 

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