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Per nostra volontà manterremo il più stretto riserbo sulle generalità della donna e del ragazzo

"Mio nipote è cocainomane, aiutatemi". Il racconto di un dramma attraverso le parole della zia

E’ l’appello disperato di una nostra lettrice che da mesi sta combattendo contro un male terribile: la tossicodipendenza del nipote. "Era agitato, inquieto. Tormentato. Poi una notte quelle urla che provenivano da casa sua si sono fatte più forti e violente. Solo allora abbiamo capito di fronte cosa ci stavamo scontrando".

"Mio nipote è cocainomane, aiutatemi". Il racconto di un dramma attraverso le parole della zia

"Mio nipote non guida, abitiamo in una zona di campagna lontana dieci chilometri dal centro cittadino. Pertanto ogni notte i genitori erano costretti ad accompagnarlo ad acquistare le dosi ad intervalli di due ore.  In preda alla disperazione abbiamo anche più volte contattato la polizia: 5 o 6 volte, ormai non lo ricordo più. In una circostanza gli agenti, percepita la nostra disperazioni, ci hanno consigliato di  denunciare nostro nipote per estorsione nei confronti dei genitori".

“Creare un  punto di ascolto, fatto   di volontari  con  competenze specifiche  ed  idonee  (  psichiatrici , psicologi , ispettori di polizia ,  assistenti sociali , medici di base , magistrati ) per  poter  essere di supporto  alle famiglie che si trovano ad affrontare  una tragedia  piu’  grande di  loro  che , oltre  a  vivere il  dramma,  non sanno  da  che  parte iniziare”. E’ l’appello disperato di una nostra lettrice che da mesi sta combattendo contro un male terribile: la tossicodipendenza del nipote. Per nostra volontà manterremo il più stretto riserbo sulle generalità della donna e del ragazzo. Questo il suo racconto. “Abbiamo iniziato a percepire degli atteggiamenti strani da parte di mio nipote da gennaio scorso. Era agitato, inquieto. Tormentato. Poi una notte quelle urla che provenivano da casa sua si sono fatte più forti e violente. Solo allora abbiamo capito di fronte cosa ci stavamo scontrando. Mio nipote era un cocainomane. Queste sue manifestazioni di ira dipendevano da quella bestia bianca.  Purtroppo quando ne abbiamo preso coscienza la situazione era già gravissima. Da qual momento in poi la nostra esistenza non è stata più la stessa. Mio nipote non guida, abitiamo in una zona di campagna, lontana dieci chilometri dal centro cittadino. Pertanto ogni notte i genitori erano costretti ad accompagnarlo ad acquistare le dosi: anche fino a quattro-cinque volte in una sola notte. A quel punto ci siamo rimboccati le maniche abbiamo cercato delle soluzioni. La prima quella di contattare il Sert. Gli operatori però hanno  sempre sostenuto che gli  incontri  volontari  dovessero  avvenire dalle  due o tre volte  settimanali e , solo  dopo che risultava  pulito dall’assunzione  di sostanze, avrebbero  potuto  contattare una  comunita’  per l’accoglienza. Purtroppo  e’  andato, diciamo  quasi  spontaneamente, un paio di volte.   E’ stato visitato dallo  psichiatra dello  stesso Sert  che gli  ha dato una terapia  che non sempre  ha assunto. In preda alla disperazione abbiamo anche più volte contattato la polizia. 5 o 6 volte, ormai non lo ricordo più. In una circostanza gli agenti, percepita la nostra disperazioni, ci hanno anche consigliato di  denunciare nostro nipote per estorsione nei confronti dei genitori. Il 25 aprile di fronte all’ennesima chiamata i poliziotti hanno disposto il fermo, ma il magistrato di turno lo ha respinto sostenendo che bisognava dargli un’atra possibilità. La svolta è avvenuta il   4  maggio, quando ha chiesto , spontaneamente ,  di   essere aiutato. Infatti, senza ulteriori incontri,  lo stesso  Sert  ha contattato   una comunità  che si e’ resa disponibile all’accoglienza.  Da ieri mio nipote  ha iniziato  il suo percorso  riabilitativo. Ho scelto di raccontare questa terribile storia affinché altre famiglie come la nostra costrette a vivere un dramma così profondo, possano trovare conforto dalle mie parole. Ma soprattutto spero che le istituzioni si mobilitino creando anche associazioni di volontariato che possano essere di supporto sia ai familiari che al 'malato' - chiosa. 
 

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