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La guerra che ci riguarda

Foggia in ansia per le sue bambine e i suoi bambini di Kiev

Sono le ragazze e i ragazzi ospitati dalle famiglie foggiane dopo il disastro di Chernobyl: «In trent'anni di permanenza con noi per alcuni mesi dell'anno, sono cresciuti con i nostri figli, sono figli nostri», dice Giacinto Barone presidente dell'associazione "S. Michele"

Foggia in ansia per le sue bambine e i suoi bambini di Kiev

Giacinto Barone, presidente associazione "S. Michele pro bambini Chernobyl" di Foggia

«La mia bambina ne aveva 6 quando l'accogliemmo in casa per la prima volta, oggi ne ha 24, è sposata, ha un bambino e lavora a poche ore da Kiev. L'abbiamo sentita anche questa mattina, sono preoccupati e noi con loro, fino a ieri sembrava una situazione tranquilla...», dice Giacinto. Finora sono una sessantina le ragazze e i ragazzi che hanno trascorso molta della loro vita a Foggia, ospiti delle famiglie foggiane, fino a due anni fa quando il Covid ha interrotto i viaggi; «ma ci sentiamo tutti i giorni, sono parte di noi», rimarca Barone responsabile della associazione maggiormente impegnata negli scambi.

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