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Conto vincolato: cos’è e in cosa differisce da un conto corrente

I conti vincolati sono diversi dai conti correnti che, invece, si caratterizzano per una grande libertà e una notevole flessibilità a livello operativo

Conto vincolato: cos’è e in cosa differisce da un conto corrente

Come nel caso di un conto corrente, è possibile aprire un conto vincolato online tramite una procedura piuttosto rapida e comoda.

Un conto vincolato è un prodotto finanziario che si caratterizza per il fatto che le somme in esso accreditate sono vincolate – non possono cioè essere movimentate – per un determinato periodo di tempo. Si tratta quindi di un vincolo di tipo temporale che può avere durate diverse a seconda del prodotto offerto dalla banca.
I conti vincolati sono diversi dai conti correnti che, invece, si caratterizzano per una grande libertà e una notevole flessibilità a livello operativo, si tratta infatti di conti bancari che permettono di effettuare un gran numero di operazioni e sono attualmente il più comodo strumento di gestione quotidiana del denaro. La loro principale funzione è quindi quella di “servizio”, mentre un conto vincolato è un prodotto la cui finalità principale è l’investimento del denaro.
Come nel caso di un conto corrente, è possibile aprire un conto vincolato online tramite una procedura piuttosto rapida e comoda.

Conto vincolato: come funziona?
Caratteristica fondamentale del conto vincolato, insita nella sua denominazione, è la presenza di un vincolo temporale che tipicamente va dai 3 ai 36 mesi, con durate intermedie di 6, 12, 18 e 24 mesi, anche se possono esserci differenze più o meno rilevanti fra un istituto bancario e l’altro. La presenza di questo vincolo alla movimentazione del denaro depositato fa sì che sia previsto un tasso di interesse attivo decisamente più elevato rispetto a quello di un conto corrente che del resto ha funzioni diverse.
In sostanza, il cliente rinuncia a una certa “libertà di manovra” su una determinata somma di denaro e tale rinuncia viene “ricompensata” dall’istituto di credito con un tasso di interesse maggiore. Il cliente per tutta la durata del vincolo non potrà utilizzare la somma in questione e non avrà nemmeno la possibilità di svincolo parziale.
I conti vincolati prevedono di solito sia un limite minimo che un limite massimo per la somma oggetto di vincolo.
Il tasso di interesse applicato è fisso, ciò significa che a prescindere dalle variazioni del costo del denaro, in alto o in basso che siano, per tutta la durata del vincolo il saggio di interesse rimarrà invariato. Il cliente quindi non beneficerà, in termini di rendimento, di un eventuale innalzamento dei tassi di interesse, ma non subirà nemmeno decurtazioni in caso contrario.
I termini di liquidazione degli interessi sono riportati sul contratto ed essa potrebbe essere trimestrale oppure contestuale alla scadenza del vincolo. Si ricorda che gli interessi attivi maturati sono sottoposti a una ritenuta fiscale del 26%.

Conto vincolato: quale durata scegliere?
La scelta della durata del vincolo è del tutto personale, ovviamente nei limiti minimi e massimi previsti dal contratto. Non c’è in assoluto una scelta migliore di un’altra. Il cliente infatti dovrà fare attente valutazioni in base a quelle che sono le sue disponibilità liquide e anche in base alle sue necessità nel medio-lungo termine.
Per esempio, se si è pianificata una certa spesa entro 12 mesi non è opportuno vincolare somme di denaro per 36 mesi. Si potrebbe però optare per un vincolo più breve, per esempio 3 o 6 mesi. Ovviamente vale anche il discorso contrario: se si hanno a disposizione somme che si è certi non saranno utilizzate per un lungo periodo di tempo, si può optare per un vincolo più lungo (per esempio 18, 24 o 36 mesi).

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