IL MATTINO
Il tema
12.12.2020 - 13:08
Non si può negare nell'ambito familiare l'esistenza di situazioni difficili e spiacevoli. Se da un lato quindi il nucleo famigliare sembra avanzare verso la peggiore delle previsioni, dall'altro credo esista una speranza di rinnovamento, ma dobbiamo ricercarla.
L'adolescenza è il periodo della vita, una fase, in cui fiorisce con irruenza la personalità, ma è anche il momento delle opposizioni conflittuali: ci si trova in un stato di passaggio tra infanzia ed età adulta. Perché conflittuale? Per una ragione spesso dimenticata. Se da un lato l'adolescente desidera staccarsi dalle figure genitoriali, dal lato opposto desidera contemporaneamente rimanere protetto e accudito dalla famiglia che è un contenitore accogliente capace di riparare i figli dalle intemperie continue della società, vista spesso come luogo in cui potersi perdere. I ragazzi durante la fase adolescenziale mostrano una certa intolleranza verso le regole degli adulti, entrano in conflitto con la madre ed il padre e più il conflitto cresce più dobbiamo chiederci quale ne sia il motivo. Nella maggior parte dei casi non riescono a realizzare il necessario distacco che li condurrà all'età adulta e per questo dobbiamo aiutarli prima di tutto mantenendo lo status asimmetrico: non commentiamo l'errore di diventare amici dei figli. La forza interiore dei ragazzi si forma e si potenzia solo se mamma e papà non smettono di rivestire il loro ruolo, instaurare una relazione simmetrica, invece, conduce l'adolescente a dover trasgredire maggiormente per potersi separare e ciò lo può condurre a scelte estreme e pericolose.
Comprendere la famiglia e le sue relazioni con i figli è non dimenticare le origini, per questa ragione ho preso in considerazione la Sacra Famiglia facendone una lettura psico/filosofica. Si dice da più parti che la famiglia sia un'agenzia educativa in crisi, che i genitori non riescano, anche per mancanza di tempo, a crescere nel modo migliore i propri figli, che sia in atto una vera e propria disgregazione sociale. Non si può negare nell'ambito familiare l'esistenza di situazioni difficili e spiacevoli fino al manifestarsi di atti di violenza inaudita sulla donna e non solo; a questo proposito sottolineo che la donna è potenzialmente madre, il suo ventre è sacro nel significato letterale: è degno di rispetto e va difeso da ogni tentativo di abuso. Se da un lato quindi il nucleo famigliare sembra avanzare verso la peggiore delle previsioni, dall'altro credo esista una speranza di rinnovamento, ma dobbiamo ricercarla.
E sono ritornata alla famosa Capanna dove tutti, credenti e non, possiamo fare una scoperta ed individuare un'immagine della Sacra Famiglia che fino a poco tempo fa non avevo riconosciuto, così ho osservato le dinamiche di quel nucleo. Giuseppe il falegname, Maria la casalinga, entrambi figli di un'epoca antica dove la donna non aveva alcuna voce dal punto di vista sociale e dove gli uomini mantenevano un potere assoluto su tutto, compresa la famiglia. Un'epoca in cui i ruoli erano terribilmente rigidi, le donne si prendevano cura del proprio nucleo e gli uomini lavoravano per il sostentamento della famiglia e/o andavano in guerra. La Sacra Famiglia invece ci fornisce una lettura totalmente differente: Giuseppe il falegname non solo si prende amorevolmente carico della moglie e del bambino, ma condivide con lei la vita famigliare. La assiste, la supporta: non appare certamente come un maschilista anche se vive in un contesto maschilista. La coppia compatisce, nel senso di patire insieme, le difficoltà della crescita di loro figlio: Gesù per Giuseppe è un figlio adottivo eppure egli lo vive come se fosse suo. Quella coppia è per noi uno straordinario esempio: si preoccupa, insieme, della sorte del proprio ragazzo che appare fin da subito al di sopra di ogni aspettativa ed allo stresso tempo come un qualunque adolescente si “ribella” alle regole della famiglia. È noto l'episodio dello smarrimento di Gesù e del suo ritrovamento, i genitori lo stavano cercando e finalmente lo ritrovano nel Tempio in mezzo ai maestri. È Maria, la madre, a prendere la parola: “Figlio perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati ti cercavamo”. Ed Egli rispose “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” (Luca 2, 48-49).
Gesù per la Scrittura è figlio di Dio e non un ragazzo e poi un uomo come tanti, i genitori sono però interamente umani: una coppia genitoriale che sa essere esempio di straordinaria aggregazione famigliare dove, così come deve essere, esistono spazi privati ma ciò che prevale è il progetto comune di cui il figlio è il centro vitale. È sufficiente riflettere in quest'ottica e si scoprirà che la Sacra Famiglia rappresenta un modello di parità, di rispetto del vicendevole essere diversi l'uno dall'altra, ma al contempo impegnati a mantenere l'unione perché fedeli al progetto. Forse, ciò che come comunità dovremmo ritrovare è la capacità di essere fedeli. Argomento che ho trattato per introdurre la presentazione del nuovo libro di Gigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni Familiari, e della moglie Anna Chiara Gambini. Incontro organizzato da Alba Dell'Acqua, Presidente Moica Basilicata.
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