IL MATTINO
La scomparsa, il ritratto
23.06.2020 - 13:26
Micky de Finis con Franco Galasso
Nel 1971 salì a Palazzo Dogana come presidente della Provincia, per guidare un centrosinistra molto coeso. Fu amico di Vincenzino Russo, ma non condivise molte scelte che la Dc fece in quegli anni di grande trasformazione sociale. Ma la sua amicizia con Russo aveva una storia diversa, ebbe origine molti anni prima quando a Roma, nel corso di un convegno del Movimento Femminile della Dc, entrambi conobbero due giovani ragazze venete di Adria, che...
Se n’è andato all’alba di oggi Franco Galasso, personaggio di spicco della Dc degli anni ‘70, uomo di cultura, cattolico democratico di fede morotea. Aveva compiuto 94 anni il 26 aprile. La sua è stata una storia politica pulita, austera, ricca di coerenza e piena di sapienza. Sportivo, ironico, colto, Franco Galasso ebbe la ventura di presiedere il Coni per oltre vent’anni, con risultati indimenticabili. Nel 1971 salì a Palazzo Dogana come presidente della Provincia, per guidare un centrosinistra molto coeso. In quegli anni la politica riusciva ad allargare il suo respiro culturale, nasceva la Biblioteca Provinciale - che ancora oggi espone una targa con il nome di Franco Galasso -. La sua presidenza lasció indubbiamente il segno, non fosse altro per l’impulso che dette sulle grandi infrastrutture. Aperto al dialogo, Galasso rimase sempre una voce “fuori dal coro”. Fu amico di Vincenzino Russo, ma non condivise molte scelte che la Dc fece in quegli anni di grande trasformazione sociale, anni in cui era difficile contrastare il potere inarrestabile di Russo. Ma la sua amicizia con Russo aveva una storia diversa, ebbe origine molti anni prima quando a Roma, nel corso di un convegno del Movimento Femminile della Dc, entrambi conobbero due giovani ragazze venete di Adria, che poi avrebbero sposato : Annamaria Casellato, la moglie, e Maria Rosa Fidora che sposò Russo. Intenso anche l’impegno di Galasso nella Fuci e nello storico Rotary di Foggia. Amico e studioso del pensiero di Aldo Moro, Galasso aveva mantenuto stretti legami con Carlo Forcella, Gustavo Demeo, Antonio Pellegrino e Vittorio Salvatori, oggi novantenne. Nel tempo aveva continuato a seguire la politica, con una signorile distanza ma sempre con una capacità di stimolo che era innata in lui, come testimoniano i suoi scritti. Un uomo d’altri tempi. Uno dei figli migliori della Capitanata per quella sua onestà intellettuale che anche i più strenui avversari gli riconobbero sempre. Domani, alle 17, l’estremo saluto nella Chiesa dell’Annunciazione a Foggia.
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