IL MATTINO
caso claps
12.09.2023 - 10:34
mamma Filomena
Sono passati 30 anni dalla scomparsa Elisa Claps, l'adolescente uccisa il 12 settembre del 1993 a Potenza dall'allora ventunenne Danilo Restivo. Un vicenda carica di colpi di scena iniziata una domenica d'estate. Lei aveva solo 16 anni. Il suo corpo è stato ritrovato nel sottotetto della canonica della chiesa della Santissima Trinità del capoluogo lucano soltanto tredici anni dopo, il 17 marzo del 2010. Un periodo lunghissimo che è stato un calvario per la mamma Filomena e per i fratelli che ancora oggi lottano nelle aule di giustizia per ottenere verità e giustizia, sia sull'omicidio che sui depistaggi ed i misteri che hanno accompagnato un ventennio di indagini. La ragazza è stata uccisa in un tentativo di violenza sessuale, come ha accertato la perizia autoptica. E' stata colpita con tredici fendenti di un coltellino o di altro oggetto tagliente e appuntito come un taglierino, in un arco orario tra le 11.30 e le 13.10, dopo un tentativo di approccio sessuale rifiutato. Sin dal primo momento i sospetti sono ricaduti su Danilo Restivo, un ragazzo che frequentava la parrocchia, che conosceva Elisa e che le aveva dato un appuntamento davanti alla chiesa quella domenica mattina per darle un regalino. Una perizia dei Ris ha rilevato la presenza di dna di Restivo in un reperto biologico trovato sul maglione che la ragazza vestiva quella mattina: si tratta di una traccia di saliva frammista a sangue di Elisa. Quel giorno Elisa Claps uscì di casa insieme ad un'amica, Eliana De Cillis. Lo stesso Restivo ha confermato di averla incontrata ma ha sempre dichiarato che rimasero dieci minuti a parlare dietro l'altare, e che poi la ragazza andò via. Tornando poi a casa, si ferì fortuitamente nel cantiere delle scale mobili procurandosi una ferita ad una mano che fu medicata al pronto soccorso. Nel 1995 i giudici del Tribunale di Potenza non gli credettero completamente: nella sua ricostruzione c'era un buco di un'ora e mezza e così lo condannarono a due anni e 8 mesi di reclusione. Restivo lasciò Potenza. Il suo nome è poi tornato alla ribalta perché sospettato in Inghilterra dell'omicidio di Heather Barnett, una sarta inglese che abitava di fronte a casa sua a Bournemouth, nel Dorset, e che è stata uccisa il 12 novembre del 2002. Anche in questo caso si è sempre proclamato innocente. La svolta è arrivata proprio con il ritrovamento dei resti della studentessa potentina nella chiesa della Trinità, in parte scheletrizzati ed in parte mummificati. Elisa è stata uccisa proprio nel sottotetto, ha stabilito l'autopsia. E' morta dissanguata per le ferite. Sulla chioma sono stati riscontrati dei tagli netti di ciocche di capelli. Particolare analogo era stato rilevato sul corpo di Barnett che teneva una ciocca di capelli non suoi nelle mani. Queste analogie hanno concentrato i sospetti su Restivo ancora di più e sono ripartite le inchieste, sia quella inglese che quella italiana. Nel 2010 la polizia inglese ha deciso di arrestare Restivo che negli anni precedenti, 2004 e 2006, era già stato fermato ed interrogato ma sempre rilasciato senza alcuna incriminazione formale
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