Cerca

misure restrittive

Dal primo maggio addio al Pass, peccato sia troppo tardi

I nomi dei "padrini" politici della super carta verde all'italiana che non ha creato luoghi sicuri ed ha favorito la circolazione del virus, sono noti: capeggiati dal ministro Speranza e dal suo consigliere Ricciardi. È sempre utile ricordare che il regolamento (UE) 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2021, sancisce un divieto di discriminazione diretta o indiretta circa le persone che non sono vaccinate

Speranza cavilla con l'italiano per rimediare al caos del super green pass per i trasporti, aggiungendo confusione a confusione

Roberto Speranza

L'Italia, unico Paese occidentale ad aver fatto un uso distorto del Qr code che - tra le tante cose - oltre al fallimento sul piano sanitario - ha privato i cittadini delle isole maggiori della continuità territoriale con la penisola italiana, ha negato la mobilità su mezzi pubblici a breve, media e lunga percorrenza, lo sport a bambini e adolescenti, ha privato i cittadini di cure e prestazioni mediche (il caso della ragazza in Sardegna respinta dalla struttura ospedaliera che ha abortito nel parcheggio dello stesso), ha causato una contrazione dei consumi e la negazione del diritto al lavoro, previsto dalla Costituzione. Ha umiliato e mortificato milioni di italiani che - documenti alla mano - nonostante accertate allergie - non hanno potuto godere dell'esonero dalle punture. Da Crisanti a Zangrillo, passando per Frajese, Bassetti, Gismondo: da tempo la scienza denuncia la natura discriminatoria e politica dei provvedimenti del governo dei migliori. «Velocissimi quando si tratta di comprimere le libertà e lentissimi nel liberarle e nell’elargire ristori per i cittadini. Abrogare subito il green pass», tuona Meloni. Nella stretta del governo sul vaccino obbligatorio per determinate categorie con l'ombra delle restrizioni non proporzionate e il rischio di discriminazioni, anche Amnesty International ha puntato il dito sulle forzature del governo a guida Draghi nella lotta al Covid. La Ong chiedeva - lo scorso gennaio, nel pieno della deriva "greenpassiana" - di riconsiderare misure alternative al green pass rafforzato - come l’uso di dispositivi di protezione e di test Covid-19 - per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni. Amnesty, sul pass rafforzato, precisava che doveva trattarsi di un dispositivo limitato nel tempo e il governo doveva continuare a garantire che l’intera popolazione godesse dei suoi diritti fondamentali, come il diritto all’istruzione, al lavoro e alle cure, con particolare attenzione ai pazienti non-Covid che hanno bisogno di interventi urgenti senza essere penalizzati. 

Accedi per continuare la lettura

Se hai un abbonamento, ACCEDI per leggere l'articolo e tutti gli approfondimenti.

Altrimenti, scopri l'abbonamento a te dedicato tra le nostre proposte.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Caratteri rimanenti: 400

edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione