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Da campo largo a campetto, lo ammette anche il dem Cifarelli: "Ci sono stati dei veti"

Pittella chiama alle Attività produttive Roberto Cifarelli

Roberto Cifarelli

Il matrimonio del campo largo in terra lucana non s'ha da fare: questo in estrema sintesi parafrasando Alessandro Manzoni. Il campo a sostegno di Marrese è diventato un campetto, vittima di egoismi e rigide posizioni che alla fine non hanno giovato a nessuno. Il vittorioso modello Sardegna è stato irrealizzabile. Ospite della trasmissione "Oltre il Giardino" di Cronache Tv, condotta da Paride Leporace, il dem Roberto Cifarelli, politico di lungo corso già assessore regionale della giunta Pittella e odierno consigliere del parlamentino di Via Verrastro si è lasciato andare ad una riflessione su quanto accaduto negli ultimi giorni, sui candidati lanciati e bruciati, sulle alleanze che non hanno preso forma, sul braccio di ferro tra Pd, M5s e Azione. «Noi dovremmo provare a includere, non a escludere soggetti che vogliono stare insieme a noi. In politica i veti non vanno mai bene. Lo dimostrano le condizioni in cui siamo perché il veto a Chiorazzo, a qualche altro candidato del Pd, ad Italia Viva e Azione ...», ha ammesso lucidamente Cifarelli e pertanto «è chiaro che la coalizione non poteva essere che quella che è stata costruita almeno fino a questo momento». Alla fine, dunque, i centristi di Italia viva e Azione hanno chiuso un accordo col governatore uscente di centrodestra Vito Bardi. Per Calenda anche in Piemonte si profila un sostegno alla coalizione di Cirio (centrodestra). La Basilicata, però, è diventata nell'ultima settimana il termometro politico dei rapporti e degli equilibri nazionali. Domenica sera, dopo un weekend di tira e molla e frasi al veleno il fiduciario della segretaria del Pd Elly Schlein, Taruffi, ha di fatto chiuso le porte a Calenda: «Prendiamo atto dei termini in cui ha parlato di Bardi», ha detto in riferimento alle esternazioni del leader di Azione sul governatore lucano. «Vito Bardi è un moderato perbene. Non è Marsilio. Per dire in Calabria sosteniamo il governatore forzista Roberto Occhiuto, bravo e moderato. In Basilicata si sta lottando fra i feudatari di Speranza, quelli del Pd, quelli del M5s, non mi pare un buon sistema», le parole incriminate di Carlo Calenda. Poco dopo la nota di Taruffi, Marcello Pittella comunicava ai suoi la chiusura delle trattative e l'impossibilità di proseguire il dialogo. Il veto c'è stato, il campo largo - che in Basilicata è a trazione Pd ma ha la sua buona base pentastellata - non ha incluso, lo ha ammesso con onestà intellettuale anche il dem Cifarelli ed è ora orfano della componente centrista con Chiorazzo, che intanto, prosegue la sua corsa solitaria.

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