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Analisi

Il pentitismo e i racconti di Salvatore Annacondia, il boss di Trani che da Montescaglioso approntava le strategie criminali

Il pentitismo e i racconti di Salvatore Annacondia, il boss di Trani che da Montescaglioso approntava le strategie criminali

L’ex agente segreto Francesco Pazienza spesso nei suoi interventi dice che in Italia c’è un forte sistema giudiziario fondato sul “pentitismo”, forse non ha tutti i torti. Ma come mai quando un uomo di mafia si pente, molti iniziano a tremare, compresi alcuni uomini di istituzioni importanti del nostro Paese? “Pentiti”, così come vengono chiamati i “collaboratori di giustizia”, o “infami”, a seconda dei punti di vista. Uno di questi ultimi è Ciro Francavilla, della mafia foggiana, esponente del clan Sinesi-Francavilla, ora diventato collaboratore col pool di magistrati di Bari, che segue la “Quarta Mafia”. Del 2015 il processo in cui fu coinvolto per estorsione ai danni di un barista di 35 anni, al quale chiese 50 mila euro per aprire il bar, il giovane decise di denunciare. Ma è alla fine del processo “Decima Azione”, concluso definitivamente a fine gennaio 2024, il momento in cui Ciro ha scelto di collaborare con la giustizia, subito dopo la condanna di 9 anni e 9 mesi per mafia ed estorsione.
Tra i più noti a rivelare i dettagli della mafia pugliese è stato Salvatore Annacondia, boss di Trani, divenuto collaboratore di giustizia dal 1991. Gli omicidi attribuiti a se stesso sono 72. S’incontrava con i suoi alleati, tra l’altro, anche a Montescaglioso (Mt), quando c’era da studiare quale strategia da adottare nelle falde tra i vari clan. Nell’audizione del Presidente Luciano Violante iniziava con la descrizione della genesi della Sacra corona unita pugliese, descritta in modo molto dettagliato. Il suo primo tentato omicidio col suo gruppo avvenne nel 1981, dopo un anno spodestarono il capo del loro territorio, lo avevano “superato”, Nicola Delisanti, un grosso cervellone dell’imprenditoria, lo definiva. Nel 1983 Annacondia venne arrestato per omicidio di un uomo che aveva fama di essere un grande picchiatore, determinando la sua scalata ai vertici. In carcere ampliò le sue amicizie, in quegli anni si andava costruendo la vera malavita in Puglia, che è molto più avanzata delle altre, a suo dire, perché ha assorbito tutte le mentalità, sia della mafia siciliana che della ‘ndrangheta calabrese, sia della camorra campana. Agli inizi degli anni ottanta andava formandosi la Sacra Corona Unita, della quale lui non faceva parte, in quanto apparteneva ad un altro territorio e lui e il suo gruppo non aderirono. Mentre la Sacra corona unita è stata fondata a Lecce, loro erano del nord-barese, nel 1984 non aderirono, perché bisognava vedere bene le caratteristiche di questa fondazione. Nei primi anni non era altro che una famiglia, anche se abbastanza ampia, a livello regionale. Nel 1986 si era allargata nel territorio di Brindisi, dove spiccava Pino Rigoli. In quell’anno ci fu una grossa rottura, venne ritrovato un documento di Pino Rigoli a Porto Azzurro nel quale dichiarava di aver fondato questa famiglia per contrastare i camorristi. In realtà non si voleva contrastare i napoletani, ma si voleva fondare propriamente una nuova generazione. Questo significava avere la “santizzazione” di questa famiglia, ovvero, all’epoca non c’erano capintesta, ma venne ottenuta attraverso la Calabria, il padre della Sacra corona unita era Umberto Bellocco, grande ‘ndranghetista, il quale diede le regole. Quindi, la “santizzazione” si ottiene quando un’organizzazione più importante ne legittima un’altra, sono necessarie almeno dieci persone che siano capi, che abbiano il “capo decima”, ossia un “sestino”, il massimo grado. Per dare questo grado ci vogliono dieci capi famiglie, che si devono riunire. I gradi sono: “picciotto”, “camorrista”, “sgarrista”, “santista”, “il vangelo”, il crimine o “sestino”, il “capo mandamentale”. La Sacra corona unita è fondata dalla Calabria, le regole risalgono a centinaia di anni fa, sono uguali per tutti. Annacondia ha il grado di “santista”, che fa parte degli incappucciati e nessuno può togliere, in quanto, dal momento in cui viene innalzato, si brucia l’immagine sacra e questa viene messa sulla stella visibile e invisibile. Per buttare giù un “santista” bisogna raccogliere le ceneri dell’immagine che vengono sparse al vento e non si possono raccogliere. Allora si deve solo ammazzare. In cosa consiste il marchio della Stella: sono dei taglietti a stella sul dito del pollice o sulla fronte, lui lo porta sul pollice, si può fare il tatuaggio o il taglio di lametta, di arma bianca. Il ruolo di “santista” lo riceveva nel 1989, diversi padrini lo volevano innalzare, sia della mafia (“il gran boss” Michele Rizzi) che della ‘ndrangheta, perciò si rifiutò di essere innalzato ulteriormente, in quanto era ben voluto da differenti famiglie. Quindi se si faceva innalzare da Rizzi, si offendevano altri boss. Nel 1989 venne costretto ad essere innalzato di grado per venire riconosciuto anche in altre parti del mondo, “dove vige veramente la mafia e si possono trovare amicizie su cui si può contare per ogni emergenza, tipo il Perù, Stati Uniti, Sud America”, affermava. La cerimonia avvenne a Trani, dove ha superato due gradi in una volta. Le carte hanno un loro significato, bisogna giurare sulla punta di un pugnale che costituiva il “Monte bianco” e un limone che viene poi bagnato con il sangue. “Monte bianco” perché è un giuramento fatto per la Santa, viene usata anche una pasticca perché si deve giurare di non tradire mai la società. C’è la baionetta, una pistola oppure una carabina, chi tradisce può solo essere ucciso. Viene fatto tutto il giuramento col taglietto a forma di stella tipo tatuaggio sulla fronte o sul pollice, inoltre “il vangelo” sulla spalla sinistra, mentre al giuramento di “sestino” si porta su tutte e due. Ci sono dei segni di riconoscimento al saluto, per esempio un “santista” preme il pollice al polso. Ai tempi di Annacondia, la mentalità delle organizzazioni nella divisione del lavoro era quella di mantenere la tranquillità. Per esempio, secondo le sue deposizioni, a Cipro non si spaccia, non si ruba, non si ammazza, per non attirare l’attenzione delle forze dell’ordine, perché avvengono grossi traffici, grossi business. Fino alla guerra di Jugoslavia scoppiata nel 1980, l’ottanta per cento dell’eroina passava da lì, venuto meno questo canale si sono cambiate le rotte. Una rotta molto importante divenne la Grecia-Bari. C’erano i corrieri giornalieri, chiamati “cani Sciolti”, di dieci-trenta uomini che portavano quattro-cinque kili di merce a testa, poi i “medi corrieri”, che facevano entrare la merce con i TIR. In Italia entravano con facilità almeno venti-trenta quintali di eroina al giorno. Ogni dieci containers, uno conteneva eroina.
Questa è la genesi della Sacra Corona Unita spiegata le prime volte da Annacondia, oggi denominata la “Quarta Mafia”, ma le cose si sono molto evolute. Sono tredici fin ora i collaboratori di giustizia pugliesi che hanno permesso alla Direzione Investigativa Antimafia di stendere ovviamente un quadro più completo nel corso degli anni in merito a tale fenomeno, insieme alle indagini dirette.

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