IL MATTINO
lo studio
07.11.2023 - 15:59
Al Sud, con il 33,7% della popolazione residente, tendono a prevalere le prestazioni di natura assistenziale (pensioni/assegni sociali, invalidita' civili, etc) che rappresentano poco meno di un terzo delle pensioni meridionali in pagamento a fine 2021: il 30,5% del totale, contro il 13,3% registrato dal Nord e il 21% dal Centro. E' quanto evidenza il rapporto "La Regionalizzazione del Bilancio Previdenziale italiano" di Itinerari previdenziali, secondo cui nelle regioni del Nord, dove vive il 46,4% della popolazione italiana, prevalgono le pensioni di anzianita' (che in genere sono di importo piu' elevato, avendo una media di 37 anni di contribuzione contro i circa 22 della vecchiaia), pari al 40,1% del totale dei trattamenti IVS e assistenziali; al Sud dove prevalgono carriere lavorative discontinue, spesso assistite (prestazioni di sostegno al reddito, giornate ridotte in agricoltura), con periodi di lavoro irregolare e con basse contribuzioni le pensioni di anzianita' pesano per il 21,6%. Relativamente alle pensioni di vecchiaia, il gap tra le diverse macroaree tende a ridursi: queste prestazioni rappresentano rispettivamente il 23,2%, il 23,3% e il 21,5% del totale per Nord, Centro e Sud dove, tuttavia, sono piu' numerosi i trattamenti integrati al minimo (22,1% nel Mezzogiorno contro il 15,4% del Settentrione). Il rapporto rinarca come anche l'incidenza delle pensioni di invalidita' previdenziale sia piu' alta nel Sud e nelle Isole che altrove: l'incidenza percentuale e' del 6,7%, a fronte di una media nazionale del 4,3%. Fatto 100 il totale di ciascuna Regione (cosi' da ottenere una distribuzione non influenzata dal numero di residenti), si puo' notare come al Nord le pensioni di invalidita' previdenziale siano circa un terzo di quelle del Mezzogiorno e circa la meta' di quelle del Centro. Piu' omogenea invece tra le diverse aree la distribuzione delle pensioni ai superstiti. Non dissimili i risultati se si focalizza lo sguardo sui trattamenti di tipo assistenziale. Delle oltre 8 milioni di prestazioni parzialmente o totalmente assistite erogate a fine 2021 (invalidita' civile, pensioni di guerra, pensioni e assegni sociali, maggiorazioni a vario titolo, etc), il 45,6% si concentra nel Mezzogiorno; percentuale che scende al 34,2% al Nord e al 20,2% al Centro. Utile in particolare guardare alle 3.689.816 pensioni beneficiarie di maggiorazioni e/o integrazioni al minimo, tendenzialmente a causa di una modesta contribuzione: il Mezzogiorno ha in pagamento il 52% delle maggiorazioni sociali e circa il 35,9% integrazioni al minimo, rispetto alle quali spiccano in negativo Molise e Basilicata, verosimilmente in virtu' di economie in prevalenza agricole. A fronte di una media nazionale di 4,26, il Molise conta 7,76 integrazioni al minimo ogni 100 abitanti, la Basilicata 6,73. A livello di macroarea, i corrispondenti valori sono di 3,90 integrazioni al minimo ogni 100 abitanti per il Nord, 4,11 per il Centro e 4,84 per il Sud.
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