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Analisi

Lezioni in carcere, quello che le serie TV non vi raccontano

Lezioni in carcere, quello che le serie TV non vi raccontano

Il carcere è un argomento sempre all'ordine del giorno, e tale resterà, perché la lotta tra il bene e il male impone che vi sia questa bipartizione del reale, una bipartizione, utile, a risolvere contrasti inevitabili, quando i mondi degli altri confliggono con il nostro.
Eppure non credo che il carcere serva, almeno per come è concepito. La distanza che esiste tra il carcere e la vita degli altri non può essere colmata, perché la vita di chi delinque è uguale alla nostra, benché questo possa apparire strano.
Per chi delinque il carcere è una pausa dalla vita di routine, e autoregolamentata, che fa. Una cosa, questa pausa, che potrebbe tornare utile per ricalibrarle queste vite, ma l'utilità, in democrazia, è solo un concetto economico male inteso per potersi trasformare anche in una buona azione. Chi sovrintendente alla vita dei carcerati, a parte pochissimi casi, si convince di avere dei superpoteri, e sta a guardia degli Inferi senza avere davvero voglia di scardinare un'impostazione di vita. Ci vorrebbero competenze professionali e umane maggiori, mentre su tutto prevale la logica del bene che deve sconfiggere il male, una logica che non tiene conto della complessa semplicità della vita, dei suoi ribaltamenti, come ben sapeva Patricia Highsmith, autrice culto di libri in cui il male era la chiave di volta per trovare un equilibrio che portava al bene. Oggi, invece, in quasi tutte le storie di chi delinque il filo conduttore è la droga, la cocaina nello specifico, una droga che ha fatto anche da livellatore sociale, come non è accaduto con l'eroina, che a differenza della cocaina produce danni evidenti, da qui lo stigma. I cocainomani sono accettati socialmente, sono dappertutto e si mischiano con chiunque, non perché curiosi degli altri, ma perché se ti droghi puoi frequentare solo persone che hanno il tuo stesso vizio, per sentirti parte, un'esigenza umana, quella di sentirsi parte, esigenza umana che pure nel degrado esistenziale non si stempera.
Tutto questo l’ho scoperto proprio in carcere, quando ci andavo, e questa esperienza affiora, in maniera particolare nel momento in cui leggo di narrazioni del carcere inesatte. Il carcere mi manca, per quanto possa sembrare strano, perché andare in carcere era un momento umanamente costruttivo, ma in questo paese pure per andare in carcere, non da parte in causa, serve essere omogenei alle dinamiche conformi e deviate della società, serve cioè non mettere in discussione l'ordine precostituito, e quindi serve continuare a mantenere una sacca di degrado per dare il buon esempio. Quel tanto che ho imparato lì, su come funziona un mondo che non è il mio, mi è servito a capire meglio il mondo in cui vivo. Hitler era uno dei personaggi famosi che i carcerati, quando li frequentavo, amavano citare. Mi sembrò un segnale forte e pericoloso, e visto che è la strada a dare il passo alle nostre vite e a determinare anche gli andamenti politici, oltre che la mode, anche quelle culturali, cercai di porre un freno a queste visioni, istintive, e scarsamente consapevoli del potere, ma a mani nude, e contro la gabbia di Weber poco potei fare.
Una cosa che mi pesa.
L'unica della mia vita.
La domanda che mi faccio sempre è questa (per evidenza di cose): "A cosa servono le serie TV sul carcere, se poi sono incapaci di un'analisi umana e sociologica tale da modificarlo il carcere?"
Perché i carcerati, almeno quelli che ho conosciuto io, sono così


Ps: i dialoghi sono in napoletano, il carcere che frequentavo si trova in Campania, e il napoletano è l'unica lingua che loro parlassero, e nella quale scivolavassero con facilità, da qui la mia scelta anche per voi

Lezioni in carcere

Hitler e 'a Storia

- Hitler una cosa aveva capito: gli ebrei sono intelligenti.
- Su Hitler facciamo un discorso a parte. La piega che sta prendendo la discussione nun m' piace
- E pecche
- State facenn n'ammucchiata, a prossima vota facimm 'o fattariello, pecche 'ngoppa a Hitler ce vole 'o fattariello. Se vui parlate 'e Hitler accussi, nun va buono
- E pecche
- Pecche 'a povere che tenite inta a capa sadda levà
- Tu 'o sai che vulimm capisce
- Eh allora Hitler pe' mo u mettimm a dorme, po' cu calma, ma veramente cuncio cuncio ne parlamme
- È comunque trasute inta a storia come a Stalin
- Eh ma pe' vui uno che trase inta a Storia è sulamente uno ca cummann e accire. E pe' cheste ca cuncio cuncio ne parlamm. A prossima vota
Sottotitolo
Ecco qua

Lezioni in carcere due

Geografia politica ed economica
Le signore e la doppia, pure tripla, morale borghese.

-State a sent a me
- T' seng
- Vui mo state a Corso Vittorio Emanuele, a Suor Orsola, v' arrubbano 'a macchina, o motorino e sotto c' stong i'.
- Eh, ma io nun so femmen do Suor Orsola, t' stai sbaglianno. Assai
- Allora io e vui sul ca ci putivim 'ncuntrà?
- Sì, pe mo, ra mo pure ai Quartieri, ra mo però, ma nun pe' chello che dici tu! Nun so' femmena do suor Orsola. Nun tu scurdà.
Sottotitolo
Stereotipo napoletano sulle donne
(Trasversale)

Lezioni in carcere tre

Comunanze

"- Lo sapete che l'ho letto?
- È un libro importante, ti spiega che se vuoi fare la guerra, devi, prima, sapere che pace devi trattare. Diversamente le guerre sono totalmente inutili. Tutte.
- È da tanto tempo che non lo rileggo, forse l'ho perso, mi è sempre piaciuto. Qua non c'è però
-Te lo procuro io"

Sorriso tutto per me e citazione a memoria di un passo da "L'arte della guerra di Sun Tzu
Sottotitolo
Quello che solo i libri possono
(Percorsi strani)

Lezioni in carcere quattro

Dialogo a più voci

- È tutta colpa delle sinapsi
- Sinapsi, che significa?
- So chelli cose che v'abbruciate
- È pure bello, mo tu vuo fa a prufessoressa
- No, parla tu, allora
- Parl' io ( un terzo)
- Parla!
- All'inizio è bello, a cocaina è bella, po' addivienti nu scemm, e t' truov n'gopp a 'nu motorino a corre, e notte, a 'o spedale pecche t'anna sparato
- Meno male che ci sei riuscito.
- Mica putev' murì
- Eh cert!
-Ma che c'entra mo co 'o film chesto e pure i sinapsi. Che parola però, bella (quello delle sinapsi )
- C'entra co' i sinapsi. I sinapsi so chelli cose che ve fanno fa' i collegamenti, e pure conversazione co' tutti quanti. Tutti i sostanze che fann' male, droga, alcol, 'e bruciano. Accelerano e stressano l'organismo come quando v' stann 'nguollo, e vui rate i numeri. So delicate 'e sinapsi. L'organismo è autonomo 'a sulo sape che ce piace. Quando vui usate 'o zucchero, assai, ve vene o diabete, pecche visto che 'o zucchero 'o date vui, l'organismo va in confusione e non funziona più. L'astinenza e tutti i crisi ve venene pe' chesto.
- Ma pecche nisciuno c'è mai spiegate sti cose accussi
- Pecche e putiti pure scupri 'a sul. Viste che vi piace scuprì, se no nun ve drogavev'

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