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Sic transit gloria mundi: Pasquale Pepe fa flop, la Lega si sgonfia anche in Basilicata

Sic transit gloria mundi: Pasquale Pepe fa flop, la Lega si sgonfia anche in Basilicata

Guarente, Pepe e Fanelli

Non ci sarà Montecitorio per il sindaco di Tolve e senatore uscente del Carroccio, Pasquale Pepe, che candidato in una posizione complessa al plurinominale ha fatto quello che ha potuto. La Lega è in forte difficoltà al Nord, basti pensare al poco lusinghiero risultato ottenuto nella storica roccaforte di Luca Zaia e al Sud pare definitivamente tramontare il progetto - mai del tutto decollato - di una Lega Nazionale detta "Salvini premier" che si scioglie oggi come neve al sole. Pasquale Pepe nel 2018 ha tenuto a battesimo l'ascesa dei salviniani lucani, riuscendo a diventare senatore. Nell'arco dei 12 mesi successivi la Lega è riuscita ad esprimere ben 6 consiglieri regionali nella vittoriosa tornata elettorale che ha visto il trionfo di Vito Bardi (Forza Italia) con la Lega largamente primo partito in Basilicata e che ha incassato la vice presidenza della Regione con Francesco Fanelli e la presidenza (poi rinnovata) del Consiglio regionale con Carmine Cicala. Non solo, in quel famoso 2019 la Lega lucana sulla scia dell'entusiasmo delle elezioni regionali, è riuscita ad eleggere, con non poche difficoltà al ballottaggio, Mario Guarente primo cittadino di Potenza. Determinanti - all'epoca - i voti di alcune contrade del capoluogo che oggi denunciano di essere state dimenticate e che chiedono a gran voce al "sindaco degli autovelox" di mantenere fede alle promesse elettorali. Dall'inebriante 2019 resta un capogruppo consiliare sacrificato sull'altare delle norme contabili e che si è guardato intorno, numerosi consiglieri (supplenti e non) che ricordano le scale di Harry Potter e una assai pressappochista gestione dei rapporti con gli alleati. Eppure i primi segni di cedimento dovevano essere percepiti già dopo il fallimento delle elezioni comunali a Matera. Ma tant'è. In termini di percezione c'è una classe politica che forse non è mai riuscita a superare la sbronza elettorale, spesso poco adeguata rispetto al ruolo e che - come il migliore degli ossimori - pare abbia iniziato la fine. Forse di un ciclo, ammesso che sia mai iniziato, non prima - però - di far impallinare il fedelissimo Francesco Genzano, sindaco di Cancellara, alle recenti elezioni provinciali di Potenza. La Lega lucana, che sia stata o meno un fenomeno estemporaneo figlio della mediaticità di Salvini, anche a causa delle camaleontiche decisioni dello stesso segretario federale di sostenere il governo Draghi e di affidare la segreteria regionale ad un pugliese, fa flop e finisce alle spalle di Forza Italia con un misero 8,98 per cento che stride con il 19 per cento dei suffragi ottenuti alle regionali del 2019 e con il 23,3 per cento delle europee dello stesso anno. Pepe è fuori, non tutelato neppure da un collegio blindato e i leghisti lucani sono in forte difficoltà e dovranno seriamente iniziare ad interrogarsi sul futuro. Sic Transit gloria mundi.

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