IL MATTINO
Analisi
12.09.2022 - 20:26
Elisabetta II passerà alla Storia non solo per essere stata una Regina longeva, con un'immagine pubblica difesa e curata in maniera puntuale, logica, ma anche per essere stata un'icona Pop, al pari di una rock star.
Vediamo perché.
Diventare regine di un Paese come il Regno Unito, a soli venticinque anni, e continuare a detenere il potere fino alla morte, tutt’altro che prematura, è un onere ma anche un privilegio/piacere che nessuno più potrà assaporare, con voluttà, come lei ha fatto.
Durante il suo regno è accaduto di tutto, sia nel mondo di cui il Regno Unito è stato, per molto tempo, padrone e signore, sia nel suo privato, cose che avrebbero stroncato qualsiasi altro re non autentico, quanto lei, ma che su di lei hanno avuto l'effetto di fungere da pungolo per andare oltre con maggiore consapevolezza.
La Rivoluzione Francese fece piazza pulita della nobiltà, in Inghilterra fu Cromwell, e non i nobili, a morire, ciò dà la misura di come la casa regnante inglese ed Elisabetta II abbiano saputo andare di pari passo con i tempi, garantendosi il Potere e permettendo al Paese di non sentirli come un cappio, ma bensì come garanti della propria identità.
Poi in mezzo a questo ci sono i problemi del capitalismo, che gli inglesi hanno abbracciato in maniera totale, c'è un’idea del mondo a sola dimensione inglese, ma di questo Elisabetta Il si è curata cercando sempre di rimescolare le carte, all'interno di uno schema rigido, schema rigido quale può essere una Monarchia che lei è riuscita a traghettare fino a noi, come se il mondo andasse sempre da quella parte, la sua, nonostante tutto.
Di contro la sua immagine privata racconta altro, o meglio racconta di una vita privata difesa strenuamente, e continuamente ricalibrata sugli affetti, l'unica bussola che sembra averla guidata con grande lucidità, anche in virtù di un importante e lunghissimo sodalizio affettivo con un suo pari quale è stato Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo.
Poi che Filippo di Edimburgo sia passato alla storia come un gaffeur e come un uomo gaudente poco ha contato per lei.
Elisabetta II sapeva bene che per Filippo stare un passo indietro, malgrado il blasone più lustro del suo, sarebbe stato difficile e così considerava la “leggerezza comportamentale” di suo marito un costo, salato, ma necessario da pagare.
Un uomo perennemente in pantofole non è una buona cosa per la durata di un rapporto, come del resto non lo è una donna nelle medesime condizioni, e così ha lasciato correre, da sovrana indiscussa, i vizi e le virtù suoi e degli altri non potevano essere considerati un impedimento per tutto ciò che lei stessa era chiamata a fare.
Con gli anni, e con il clamore che le vicende private della sua famiglia hanno assunto per gli altri, la difesa di questa dimensione affettiva e privata era diventata per lei ancora più importante, però aveva anche imparato che non poteva più agire di forza con i suoi cari, e che le sue ragioni del cuore non bastavano a frenare, chi pur ricevendo affetto e attenzioni da lei, voleva altro, un altro che le rigide regole, alle quali lei si era conformata, non ammettevano.
In fondo Elisabetta II è stata sempre fedele a sé, e a tutto ciò che le gravitava intorno, ma questo non le ha impedito di essere spietatamente giusta quando è stato il caso, depositaria com'era del Potere in tutte le sue forme, solo che alla fine l'esercizio di potere che più le interessava era quello sentimentale, un modo per riparare alle inevitabili mancanze affettive che un lavoro come il suo comportava.
Aveva anche della nobiltà un'idea contemporanea e calvinista, e infatti non si contano i baronetti pop da lei nominati, un esempio anche in questo caso di lungimiranza e di conoscenza della realtà.
La sua morte lascia un vuoto, non istituzionale perché Carlo III saprà continuare a camminare lungo la strada che sua madre gli ha tracciato, ma un vuoto legato alla fine di un’ Epoca, quella che investe giovani e meno giovani che si ritrovavano Elisabetta II in ogni dove, a ricordargli che il potere esiste e che il suo esercizio è un lavorio duro e costante, un fatto fisico e mentale, una ginnastica cui abituarsi giorno per giorno, in pratica Elisabetta II ci ricordava che esiste anche un'etica del potere ed è per questo che le manifestazioni di cordoglio per la sua morte sono così compatte e sentite.
Eppure una spina la sua rosa personale del potere la conservava, quel nipote adorato, Harry, che voleva ancora più amore per sé, e qui Elisabetta II ha reagito, questa volta, in maniera umana, escludendolo dal testamento perché nessuna come lei sapeva bene quanto dolore può provocare l'esclusione dalla propria famiglia d’affetti, e d'affari, per un Mountbatten Windsor, così da legarlo in questo modo per sempre a sé.
L'ultimo scacco matto da Regina.
Per tutta la mia vita sua Maestà, la Regina Elisabetta II c'è sempre stata. Nella mia infanzia ricordo di aver visto i momenti salienti del suo matrimonio in TV. La ricordo come una bella signorina, la tanto amata nonna della nazione.
Le mie più sentite condoglianze
Mick Jagger
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