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verso le elezioni di settembre

Verso il 25 settembre, Pepe: "Nel programma della Lega un lungo capitolo che riguarda il Sud"

Pnrr, Pepe annuncia per la Basilicata 11 milioni per il welfare: «Premiata la capacità progettuale»

da sinistra: il sottosegretario Molteni e il senatore Pepe (archivio)

"Nel programma della Lega c'è un lungo capitolo che riguarda proprio il Mezzogiorno. Il Sud è stato dimenticato? Sì, da chi lo ha amministrato per decenni o da chi lo ha solamente illuso". È quanto dichiara il senatore Pasquale Pepe, responsabile per le Politiche del Mezzogiorno della Lega. "I partiti di sinistra - aggiunge - lo hanno sicuramente trascurato, ma non è una novità, visto che negli anni dei loro governi hanno affamato il Meridione. Mentre il M5S, dopo aver drenato milioni di consensi con facili promesse, si è dileguato sul tema. La Lega no, abbiamo una visione chiara del Mezzogiorno d'Italia che va dalle infrastrutture (materiali e tecnologiche), alla sicurezza, dal rilancio delle Zes al sostegno delle aree interne, e tanto altro ancora. Una visione di un Mezzogiorno come porta d'Europa sul Mediterraneo, con il potenziamento dei porti e la realizzazione dei retroporti". "Quanto all'autonomia differenziata, prevista dalla nostra Costituzione, ricordiamolo: noi diciamo SÌ. Significa dare più poteri, più risorse e più responsabilità a chi governa i territori nelle materie previste dall'art. 117 della costituzione. È anche il caso di ricordare che - spiega Pepe - se è vero che il divario tra territori è andato sempre incrementandosi, è altrettanto vero che tutto ciò è accaduto quando il centralismo l'ha fatta da padrone. Il nostro #credo è la sfida del futuro, che significa unire il Paese, renderlo più solido, valorizzando le peculiarità, le aspirazioni e le opportunità dei territori. Siamo pronti ad ascoltare i Sindaci sul Recovery Sud, magari potremmo scoprire che la loro agenda è in sintonia con la nostra visione di Sud e non stride affatto con l'autonomia differenziata. Noi vogliamo crescita e sviluppo subito, ed il modo migliore non è certamente delegare dai territori allo stato, ma l'esatto contrario", conclude.

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