IL MATTINO
la Rubrica
20.04.2022 - 09:10
«Noi nativi degli anni '60 lo ricordiamo molto bene il cinema Ariston, in Via IV Novembre nel cuore del centro storico di Potenza. Ricordiamo le domeniche con gli amici, il gelato da Brucoli, una Piazza Prefettura che fungeva da parcheggio, piena di macchine e di vitalità. Una Città piacevole, di provincia. Di quella provincia del Sud Italia con i suoi problemi e le sue contraddizioni. Ma pur sempre una Città vivibile e in forte espansione. Che poteva essere tanto e che purtroppo non è divenuta nulla. Il terremoto e la mala gestio di ha lasciato in eredità una struttura fatiscente e abbandonata a due passi dal Palazzo della Prefettura, in una Via principale adiacente a quello che viene o meglio veniva definito il "salotto buono della Città" perchè bisogna essere onesti, di buono non è rimasto proprio nulla. Romanticamente l'insegna "Ariston", a prescindere dalla fine che farà lo stabile, dovrebbe essere tutelata e conservata perchè appartiene alla Città, appartiene a tutti noi, appartiene ad intere generazioni, appartiene al menefreghismo. Dal lato di Via Mazzini l'Ariston è smembrato, un pugno nell'occhio con un immancabile senso di precarietà e di insicurezza per uno scheletro privo di corpo. Sono a conoscenza delle complesse dinamiche e del difficile recupero di una struttura che potrebbe essere destinata a tante cose e la famosa "Ragion di Stato" costi-benefici. Da anni intercorrono non costruttivi dialoghi tra il Privato proprietario e il comune di Potenza. Dovrebbe essere nell'interesse di tutte le parti ridare dignità al centro storico e magari partire proprio dal recupero di questa struttura. Dopo oltre 40 anni dal terremoto cosa ne sarà dell'Ariston? Ci sono novità in merito? Cosa intende fare l'Amministrazione comunale per una struttura che è il simbolo del declino e della lenta agonia della nostra Città? C'è una visione?».
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