IL MATTINO
covid19
14.02.2022 - 14:50
Alberto Zangrillo
«Basta tamponi alla prima linea di febbre e alla mascherina all'aperto». E' la riflessione di Alberto Zangrillo, prorettore dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell'Irccs ospedale San Raffaele., secondo il quale «la ripresa graduale della normalità deve essere reale e deve interessare tutti. Non ci devono essere voci 'fuori dal coro' per distinguersi e rispondere al proprio egocentrismo. Tornare alla normalità - afferma - vuol dire curare tutti, vuol dire tornare ai valori più semplici dell'umanità, il primo dei quali è consentire al malato di vedere i propri congiunti ma, soprattutto piantarla di fare tamponi alla prima linea di febbre. Oggi a Milano 9 persone su 10 portano ancora la mascherina all'aperto e questo, per me, non è un segno di responsabilità ma di preoccupante psicosi collettiva, figlia dell'ignoranza, della disinformazione e dell'irrazionalità». Lo specialista, in un'intervista all'Adnkronos Salute, descrive così la sua visione della nuova fase che si sta aprendo, dopo che la curva dei contagi schizzata in alto con l'avvento della variante Omicron ha cambiato direzione puntando verso il basso. Cosa rimarrà dopo l'ennesima ondata Covid? E quali sono le priorità adesso? «La cosa fondamentale - dice Zangrillo, dopo un silenzio di diverse settimane - è comprendere che o ripartiamo subito e realmente o distruggiamo irreparabilmente una società, fatta di persone, imprese, attività ma soprattutto di giovani che devono tornare a vivere sognando e potendo realizzare i loro progetti».
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