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Cultura

Al Musma di Matera, dove “Il tempo se ne va”

Inaugurata nella Giornata del Contemporaneo, la personale di Giovanni Gaggia sarà visitabile fino al 27 marzo

Al Musma di Matera, dove “Il tempo se ne va”

L’11 dicembre si celebra la Giornata del Contemporaneo promossa dall’AMACI (Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani), composta da musei, fondazioni, gallerie, associazioni e studi d’arte. Si tratta di un appuntamento annuale dedicato alla dimensione del contemporaneo e alle sue declinazioni nella società. Giunta alla diciassettesima edizione, per il 2021 è stato scelto il tema del performativo, non legato esclusivamente alle performance in scena intesa come esperienza fisica, ma come necessità di interazione con il pubblico mediante la condivisione dello spazio. Il performativo è, dunque, un sottile file rouge che unisce invisibilmente tutte le opere.
Tra i ventiquattro enti facenti parte della rete AMACI vi è anche il Musma, il Museo della Scultura Contemporanea della città dei Sassi. Non è un caso che la mostra dell’artista Giovanni Gaggia classe ’77 originario della provincia di Pesaro-Urbino, dal titolo “Il tempo se ne va”, curata da Simona Spinella e Tommaso Evangelista, sia stata inaugurata al Musma di Matera proprio nella Giornata del Contemporaneo, una ricorrenza che ha un suo significato intrinseco ed un intento riconosciuto a livello nazionale e internazionale.
Giovanni Gaggia, “artista faber, artista sciamano” come sarà definito, presenta uno e molteplici punti di vista da comporre e scomporre e lo fa attraverso la sua personale, proposta al pubblico dopo anni di lavoro, maturazione, di ricerca, confronto e dialogo “dentro e dietro le quinte” di Matera, una città in cui il tempo sembra in apparenza essersi fermato perdendosi in un fascino immutato.
Cinque le parole che guidano il visitatore nella sua esperienza a Palazzo Pomarici, negli spazi del museo: Spiritualità, Danza, Traccia, Corpo, Memoria. Ma cosa si cela dietro queste parole chiave? Un progetto di due anni, iniziato con la Residenza-Studio svoltasi proprio al Musma, in cui è stato coinvolto anche il danzatore Paolo Rosini. Sulle orme di quest’ultimo, letteralmente, è stato costruito un “tappeto danza” su cui si stagliano alcune fasce color oro, un’opera che è solo uno dei cardini attorno a cui gravita il racconto della mostra e che è stato scelto come sfondo per la locandina dell’evento.
Un percorso immersivo tra memorie, luoghi e corpi in uno spazio e tempo che appaiono dilatati. Il tempo se ne va” non è una mostra nel senso convenzionale, è un risultato complesso, specchio e filtro della dimensione della contemporaneità, perfettamente reso attraverso la locuzione che dà il titolo all’esposizione, una sorta di risposta problematica a un quesito che ha interessato tutti: “A che cosa abbiamo pensato tutti nei due anni appena trascorsi? Come dite? Al tempo che passa? Al tempo che passa, esatto!”, come si legge sui canali social del Musma.
La mostra sarà visitabile fino al 27 marzo 2022.

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