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Alla scoperta della legge Caregiver con il consigliere Coviello

Il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Tommaso Coviello, uno dei proponenti fa il punto su una legge che sicuramente andrà a colmare un vuoto normativo intorno al quale, proprio durante la prima fase della campagna vaccinale, si sono create alcune situazioni ambigue

Il Consiglio regionale della Basilicata, lo scorso 9 novembre, ha approvato la proposta di legge "Norme per il sostegno e il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare" per sostenere, promuovere e valorizzare la figura del Caregiver familiare. Le risorse finanziarie messe in campo ammontano a 200 mila euro per ciascun anno finanziario (2021, 2022 e 2023). Il testo hanno affermato i consiglieri regionali proponenti Bellettieri (Forza Italia), Coviello (Fratelli d'Italia) e Cariello (Lega) «rappresenta un piccolo passo in avanti verso il mondo di coloro che non sono autosufficienti e necessitano di cura e assistenza da parte dei familiari», proprio con uno dei proponenti, Tommaso Coviello, andiamo ad approfondire alcuni aspetti di questa legge.

Caregiver: chi è, cosa fa e perché è ritenuta una figura socialmente utile ai fini dell'assistenza di una persona non autosufficiente?

«Tecnicamente il caregiver è la persona che assiste e si prende cura di un proprio familiare non autosufficiente che può essere il coniuge inteso anche come l'altra parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso o il convivente di fatto, oppure un genitore o un figlio o comunque un affine entro il secondo grado ad esempio una suocera, una nuora, o un cognato. Inoltre, è prevista la possibilità di estendere il raggio di azione del caregiver ad un familiare di terzo grado ad esempio al bisnonno, allo zio, al nipote inteso come figlio di fratello o di sorella, nei casi di cui all’art. 33 comma 3 della legge 104.
Questo per capire chi è il caregiver in maniera pratica e cosa fa - per rispondere, invece, alla seconda parte della domanda – dico che la figura del caregiver è utilissima dal punto di vista sociale tant’è vero che esiste da sempre all'interno delle mura domestiche: c’è sempre stato nelle nostre famiglie chi si prende cura con affetto e dedizione di un congiunto che non è autosufficiente. Certo il termine anglosassone non ci aiuta a capire esattamente chi è, infatti, in occasione della campagna vaccinale si è creata una grande confusione intorno a questa figura».

Proprio su questo aspetto sarebbe necessario aprire una parentesi. Dagli appelli del generale Figliuolo alle dure parole del presidente Bardi, esattamente cosa è successo durante la campagna vaccinale?

«Nella nostra regione - fortunatamente - l'adesione alla campagna vaccinale ha avuto un buon riscontro e molte persone in una prima fase si qualificavano come caregiver al momento della prenotazione della prima dose del vaccino, senza sapere esattamente se fossero o meno caregivers perché i contorni di questa figura non erano chiari. La necessità del requisito della non autosufficienza del congiunto da assistere e la gratuità dell’assistenza prestata allo stesso, quali requisiti indispensabili per connotare tale figura, non erano stati compresi fino in fondo. Infatti, la non autosufficienza del familiare assistito restringe di molto la categoria dei cregivers e la gratuità dell’assistenza prestata distingue il caregiver familiare dalla figura del badante. Non essendo chiaro questo aspetto, molte persone - come poi è stato riscontrato - in totale buona fede ritenevano di essere caregivers pur non essendolo. Certo, sicuramente ci sarà stato chi ne ha approfittato, ricordiamo tutti le parole del Presidente Bardi e l'esortazione del generale Figliuolo, proprio durante la sua visita a Potenza, che invitava a non "cercare scorciatoie" e ad aspettare il proprio turno. Sicuramente c’era un vuoto legislativo che andava colmato. Di qui è sorta l'esigenza di disciplinare la figura del caregiver familiare anche nella nostra regione e si è pensato subito all'idea di istituire un Registro al quale possono iscriversi tutti coloro che assistono un familiare non autosufficiente». 

Limitatamente a questo registro può fornire qualche informazione?

«I registri saranno istituiti presso i Comuni, costituiti anche in ambito socio-territoriale ed avranno come esclusiva finalità la raccolta dei dati del caregiver e delle competenze maturate nell'ambito delle attività di assistenza svolte. Per conoscere le modalità di iscrizione, però, aspettiamo la delibera della Giunta regionale che sarà adottata entro 90 giorni dall'approvazione della legge in cui saranno individuate e disciplinate le azioni e gli interventi previsti da questa legge. A tal proposito colgo l’occasione per rispondere ai numerosi messaggi ricevuti e alle tante richieste di informazioni che mi sono pervenute, precisando che gli interventi previsti a favore del caregiver da questa nuova legge sono diversi e non si sovrappongono alle altre forme di sostegno economico già erogate dalla Regione Basilicata attraverso il fondo per le non autosufficienze come ad esempio l'assegno di cura. Infatti, gli interventi a sostegno dei caregiver vengono finanziati da un fondo ad hoc istituito dalla Legge 205/2017 mentre gli altri interventi attingono dal fondo FNA- fondo per le non autosufficienze. La delibera di Giunta adottata in fase di attuazione della legge fornirà un quadro completo. Si tratta di procedure complesse che naturalmente necessitano di tempi tecnici ineludibili».

Consigliere lei ha più volte espresso la necessità di porre le basi per iniziare a costruire una "società realmente inclusiva", è questa la ratio della legge?

«La ratio è quella di definire la figura del caregiver familiare in un preciso perimetro, istituzionalizzando una questa figura che fa da ponte tra la famiglia ed il sistema sanitario. Di aiutarla e supportarla in questo compito di assistenza familiare con delle agevolazioni concrete come, ad esempio, il percorso preferenziale nelle agende del Cup (centro unico di prenotazione) - previsto dalla legge - finalizzato all'abbattimento delle liste di attesa per eventuali necessità diagnostiche e terapeutiche oppure ai corsi gratuiti per i caregivers tenuti da medici, farmacisti, psicologi delle Asl della Regione Basilicata. È un piccolo tassello nella costruzione di una società realmente inclusiva a misura di soggetto fragile e di chi lo assiste. Sono consapevole in prima persona delle problematiche e delle difficoltà relative all'assistenza domiciliare e sono egualmente consapevole che con o senza legge Caregiver all'atto pratico la quotidianità è egualmente complessa, difficile, talvolta straziante dal punto di vista emotivo. Vivere in funzione di una persona non autosufficiente non è semplice. Però, come ho già affermato, non si tratta di una legge "spot" ma di una questione di civiltà e nasce per agevolare l'opera prestata dal caregiver, riconoscendogli una serie di diritti per tutelarne i bisogni ed evitarne l'isolamento sociale. Ne approfitto, infine, per ringraziare i colleghi consiglieri Bellettieri e Cariello che hanno condiviso con me questo percorso legislativo».

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