IL MATTINO
Art festival 2021
11.10.2021 - 20:24
VENOSA- I posti sono collocati a scacchiera. Le luci sono soffuse, pronte ad illuminare il palco. È passato davvero tanto tempo, troppo. Tra le file la gente in mascherina racconta la consapevolezza di un teatro diverso, ma che finalmente riparte.
Buio in sala. Si apre il sipario. L’artista conquista il centro della scena e il pubblico risponde con un caldo prolungato applauso.
È così che sabato 9 ottobre il Teatro Lovaglio di Venosa è tornato ad aprire le proprie porte per l’avvio dell’«Arts Festival Venosa 2021» a cura dell’associazione Opera di Melfi, con la direzione artistica di Giampiero Francese. Sul palco la travolgente Marisa Laurito insieme allo straordinario Gianni Conte, accompagnati al pianoforte dal Maestro Marco Persichetti, in un concerto/spettacolo dedicato alla cultura, all’arte, alla bellezza dei Sud del mondo. Uno spettacolo gioioso, esuberante, vitale, divertente, creativo. La rappresentazione, tra una canzone napoletana e una butade, del mondo dei sentimenti veri, delle emozioni sincere. La rappresentazione della voglia di tornare a divertire e a divertirsi.
Il Covid-19 ha davvero fatto vacillare le basi di queste “rappresentazioni”. Ha allentato, alterato e sgangherato gran parte di quel sistema di relazioni implicite ed esplicite su cui si regge il mondo così come da sempre lo conosciamo. L’ha fatto colpendoci in primo luogo nel respiro, che mette in relazione la nostra singolarità con l’universo. L’ha fatto alterando le individuali relazioni con lo spazio, il tempo, l’idea della morte, il futuro. Separandoci e confinandoci. Sottoponendo a stress le relazioni con i nostri affetti. Modificando le relazioni di lavoro. Mettendo in crisi il nostro stesso senso di identità. L’ha fatto corrompendo le relazioni all’interno della comunità, favorendo il crescere della diffidenza e la propensione a difendere i confini.
Ricucire, restaurare, ristabilire le relazioni che tengono insieme persone, istituzioni, idee, e il mondo intero, diventa per tutti una missione essenziale per ritrovare la strada che conduce alla fiducia e alla bellezza.
All’interno di un paradigma in cui sono state minate le basi della coesione sociale, con conseguenze anche in ordine all’aumento esponenziale della povertà educativa, il teatro diventa quanto mai necessario, quanto mai opportuno perché occasione di relazioni, di riflessioni, di confronti. Un’agorà dove esercitarsi all'ascolto, alla visione, alla rigenerazione del tessuto comunitario. Un luogo di incontro capace di parlare a tutti, con un linguaggio che include altri linguaggi: dalla musica, alla danza, alle immagini.
Interessante per questo la programmazione di Arts Festival Venosa 2021: venerdì 22 ottobre “Minchia Signor Tenente” con Antonio Grosso, sabato 13 novembre “Serata d’onore” con Michele Placido, venerdì 3 dicembre la Camerata delle Arti nella “Carmen” di Bizez, martedì 7 dicembre “daydance” a cura di RexExtensa, sabato 11 dicembre “La Bhoéme” con Katia Ricciarelli, martedì 28 dicembre “Celluloide” a cura dell’Associazione Suoni del Sud, venerdì 7 gennaio “Non ci resta che ridere” di Antonio Grosso, venerdì 21 gennaio “Su con la vita” con Maurizio Micheli, giovedì 3 febbraio “Le signorine” con Isa Danieli e Giuliana De Sio, sabato 26 febbraio Fabio Concato in concerto, sabato 12 marzo “Tartassati dalle tasse” con Biagio Izzo e sabato 26 marzo “Sei Personaggi in cerca d’autore” curata da compagnia Opera.
Un’opportunità, oltre ogni green pass da controllare o distanziamento da rispettare, per tornare a rivivere il teatro e non avvertire più il silenzio. Ed il buio. Per tornare ad incontrare sguardi autentici. Quelli di chi non ha paura di leggere i cambiamenti e di raccontarli.
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