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Melfi aggiunge un tassello alla storia: rinasce Porta Calcinaia

Il presidente dell’Acheoclub Michele Sedile: «La ricostruzione ha restituito continuità visiva alle antiche mura di cinta, che insieme al castello e al campanile della cattedrale caratterizzano la nostra città con quell’aura di austera bellezza medievale»

Melfi aggiunge un tassello alla storia: rinasce Porta Calcinaia

«Sogno o realtà? Lascio a voi deciderlo. Quello che so è che da molti anni quel luogo mi trasmette energie positive che ho voluto restituire alla mia affascinante città», questa la dichiarazione che il sindaco della Città di Melfi Livio Valvano ha dedicato sui social a Porta Calcinaia e alla sua ricostruzione. A lui si sono uniti, nelle ultime settimane, i cittadini lucani che hanno celebrato l’opera con scatti e parole di ammirazione. Il Mattino ha raccolto il punto di vista del presidente dell’Archeoclub di Melfi, Michele Sedile. La sede lucana dell’associazione, nata nel 1993, è stata rifondata nel 2003 e si impone come motivatrice della partecipazione collettiva alla cultura, intesa nella sue varie forme.
Porta Calcinaia ieri e oggi. La ricostruzione in cosa si discosta dall’originale? Qual è stato il contributo dato dall’Archeoclub di Melfi?
«Siamo davvero lieti dell’elevato gradimento riscosso dalla ricostruzione di Porta Calcinaia, eravamo sicuri che sarebbe tornata ad essere un simbolo di Melfi e speriamo possa essere foriera di una maturata sensibilità verso il nostro patrimonio culturale. La mancata ricostruzione dell’arco, crollato in seguito al catastrofico sisma del 1930, era una piaga rimasta aperta sul volto della città che ha segnato l’immaginario collettivo delle generazioni successive. Il monumento ritrovato e il rinnovato contesto urbanistico circostante stanno contribuendo a rivitalizzare una zona del centro storico rimasta per troppo tempo ai margini della vita cittadina, causandone abbandono e degrado. Il ruolo dell’Archeoclub di Melfi è stato di supporto alla lodevole iniziativa dell’Amministrazione comunale, fortemente voluta dal sindaco Livio Valvano e in particolare di stretta collaborazione con il progettista, l’architetto Oriana Mongelli. Abbiamo umilmente messo a disposizione le nostre ricerche storiche e iconografiche, che hanno sortito risultati insperati; abbiamo ritrovato nell’archivio dell’Archeoclub alcune immagini inedite, uniche testimoni dell’aspetto di Porta Calcinaia prima del crollo, sconosciuto fino a tale ritrovamento. Grazie alle foto antiche e alle importanti testimonianze, dirette e indirette, raccolte tra gli abitanti del quartiere, si è potuto procedere alla ricostruzione il più fedelmente possibile, egregiamente eseguita dall’Impresa Edile De Gregorio. Un ulteriore fondamentale contributo è arrivato dal saggio archeologico, realizzato dall’archeologa Isabella Marchetta, che tra i numerosi reperti ci ha restituito un blocco in pietra calcarea bianca appartenente all’arco originale e pertanto ricollocato alla base dell’arco ricostruito, ulteriore e definitiva conferma dell’aspetto della porta. Un secondo blocco di pietra più lungo, ma dalle caratteristiche simili al primo, è stato rinvenuto a ricostruzione ultimata tra i materiali di risulta del cantiere, pertanto sarebbe auspicabile un suo ricollocamento nei pressi della porta come ulteriore testimonianza. Grazie al lavoro dell’architetto Mongelli, pur rispettando dimensioni, proporzioni e materiali originali l’intervento è ben riconoscibile, consentendo al visitatore di distinguere le parti antiche da quelle ricostruite. La ricostruzione di Porta Calcinaia — avviata in occasione delle celebrazioni del millenario delle fortificazioni melfitane (1018-2018) — ha restituito continuità visiva, ma soprattutto emozionale, alle antiche mura di cinta che insieme al castello e al campanile della cattedrale caratterizzano la nostra città con quell’aura di austera bellezza medievale, segno distintivo dell’antica capitale normanna».
Prossimo obiettivo il consolidamento e il restauro di Porta Sant’Antolino.
«L’Archeoclub è da sempre impegnato sul tema delle mura di Melfi; negli anni abbiamo realizzato numerose iniziative a partire dalla ricognizione fotografica del suo intero tracciato, passando per ricerche storiche, convegni, progetti, articoli e non ultimo il supporto fornito all’università in occasione del millenario. L’intento è quello di sensibilizzare la comunità e le istituzioni, affinché si recuperi il monumento nella sua interezza e lo si faccia ora. A gennaio è franato un tratto di mura nei pressi di Porta Sant’Antolino (l’antica Porta Sant’Antonino dei documenti medievali), fortunatamente il crollo ha interessato un piccolo tratto di circa quattro metri risparmiando miracolosamente la porta, ora puntellata, che giace murata e solitaria, sconosciuta ai più. Siamo sicuri che sulla scorta della Calcinaia anche il recupero della terza porta delle cinque originarie e della viabilità circostante restituirà dignità a tutta l’area».
Oggi di cosa necessita Melfi?
«Crediamo fermamente che lo sviluppo di Melfi debba ripartire dal recupero e dalla valorizzazione del proprio patrimonio culturale, passando attraverso la ricerca archeologica programmata o preventiva, fino a poco fa colpevolmente ignorata e per la quale ci stiamo battendo strenuamente. Il futuro dell’antica cinta fortificata melfitana è adesso!».

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