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Chiusura Centro Dialettologia. Qual è il peso della cultura in Basilicata?

Ufficiale la chiusura del Centro Internazionale di Dialettologia dell’Unibas

Chiusura Centro Dialettologia. Qual è il peso della cultura in Basilicata?

«Dopo innumerevoli tentativi, protratti per più di un anno, di interloquire con la Regione in maniera costruttiva perché l'importante esperienza del Centro Internazionale di Dialettologia (C.I.D.) non finisse, ci vediamo costretti a chiudere ogni attività del Centro, in quanto i contratti di tutti i ricercatori sono ormai giunti al termine. Per solidarietà con questi ricercatori che, dopo anni di prezioso lavoro, si ritrovano privi di una prospettiva, la prof.ssa Del Puente si dimetterà da direttrice del C.I.D. e interromperà il suo lavoro sul territorio». Così si apriva il comunicato stampa dello scorso 10 aprile con il quale si confermava la chiusura del Centro internazionale di dialettologia in seguito alla preannunciata sospensione dei fondi regionali e alle mancate risposte da parte della Regione Basilicata e dell’Unibas. A settembre 2020 la professoressa Del Puente aveva avviato una raccolta firme affinché il centro rimanesse in vita, spiegando le difficoltà incontrate negli ultimi mesi. Infatti, il progetto godeva di un finanziamento regionale della durata di un triennio che si stava avvicinando al termine, così come i contratti dei ricercatori che vi lavoravano. La richiesta, concretizzata attraverso quella petizione, era di intervenire il prima possibile per evitare che questi giovani talenti lucani si ritrovassero senza lavoro. Durante una nostra intervista la docente aveva spiegato come, avvenuto il cambio della giunta regionale, avesse richiesto un appuntamento, in un primo momento, al Presidente della Regione Vito Bardi e, in seguito, all’assessore Francesco Cupparo, data la competenza del suo assessorato. Nessuna risposta. Nessuna proposta concreta. Nessuna voglia di conciliare o di trovare insieme una soluzione che potesse salvare il centro e soprattutto garantire un futuro ai ricercatori che peraltro hanno proseguito la loro attività, a partire dalla data di scadenza del contratto sino a oggi, a titolo gratuito.

«La nostra non è mai stata né sarà mai una posizione polemica o politica, ma sarà la posizione di chi per quattordici anni si è dedicato con passione e dedizione a questo territorio e alle sue meravigliose lingue». Questa la premessa di apertura della conferenza stampa tenuta questa mattina presso l’Unibas, attraverso la quale si è resa ufficiale la chiusura del centro e le dimissioni della sua direttrice, la professoressa Patrizia Del Puente. Nessuna voglia di polemizzare, dunque, ma la delusione rimane forte. D’altra parte, si tratterebbe di una polemica alquanto sterile, data la totale assenza di risposta dalle istituzioni, le uniche in grado di salvaguardare il futuro del centro.

Una domanda, però, sorge spontanea: quanta importanza si dà alla cultura in Basilicata? Quanto si ha voglia di investire in questo settore che, peraltro, non ha neppure un assessorato completamente dedicato? E, infine, quanto si vuole investire sul futuro di giovani lucani altamente specializzati? La risposta è in ogni lucano che ha provato a vivere (o sopravvivere) di cultura, che ha provato a fondare la propria professionalità su questo settore. E, probabilmente, sono domande che non riceveranno risposte dalle istituzioni, così come non le ha ricevute la professoressa Del Puente.

Un’altra occasione persa da parte della Basilicata, dove lo studio delle sue lingue e della sua identità viene messa all’angolo da una serie di “problemi burocratici”. Una regione che lascia nell’oblio studi portati avanti per più di un decennio e che avevano ottenuto vasti riconoscimenti anche all’estero, dove il lavoro del Cid era stato particolarmente apprezzato. Una grande perdita anche in termini di risorse umane: un’ulteriore fuga di cervelli lucani, fenomeno ormai inarrestabile e per il quale è inutile chiedere il motivo, ancora una volta.

Basterà la chiusura del Centro internazionale di dialettologia, le dimissioni di una docente di grande prestigio e la perdita di un lavoro sulle lingue lucane a dare una scossa a chi di dovere?

 

 

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