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Così Gabrielli ha ricordato a Speranza i perimetri costituzionali: nessun controllo nelle case «l'articolo 14 riconosce l'inviolabilità del privato domicilio»

Il capo della polizia ha mitigato le idee autoritarie del ministro che invitava anche alla delazione con la nota "Ipotesi riguardanti gli assembramenti destinati a svolgersi nei luoghi di privato domicilio" indirizzata al ministro dell'interno

Così Gabrielli ha ricordato a Speranza i perimetri costituzionali: nessun controllo nelle case «l'articolo 14 riconosce l'inviolabilità del privato domicilio»

L'ultimo Dpcm è frutto di un dato del Cts: il 75% dei contagi da Covid-19 hanno origine all'interno dei contesti familiari. Le case degli italiani sono, perciò, ritenute uno dei luoghi più pericolosi, al pari dei mezzi di trasporto pubblico che, da Milano a Palermo, quotidianamente mettono in luce criticità e scarsa programmazione. Il governo giallorosso durante la seconda fase non è riuscito a pianificare adeguatamente la convivenza con il virus per quanto riguarda: scuola, trasporti e sanità e propone il modello già applicato durante il mese di marzo: ricercare un capro espiatorio. Se prima c'era il runner adesso il vero problema sono le case degli italiani, dove, verosimilmente, vengono organizzati party, feste, aperitivi e cene con colleghi, amici, congiunti e affini che mettono a repentaglio la tenuta sanitaria del Paese. In attesa di rispodere alle richieste di approfondimento sul caso delle autopsie e della circolare ministeriale avente ad oggetto le indicazioni per il settore funebre, cimiteriale e di cremazione, che - di fatto - invitava vivamente direzioni sanitarie e autorità giudiziare a non disporre esami autoptici nei casi conclamati di Covid-19, per il ministro Speranza le abitidudini conviviali degli italiani sono il vero problema: «Ho proposto che vengano vietate tutte le feste private e per verificare il rispetto delle norme aumenteremo i controlli, ci saranno segnalazioni». Da Fabio Fazio lo scivolone del ministro libero e uguale che ha imbarazzato il Quirinale e Palazzo Chigi alle prese con un nuovo Dpcm. Che il collegamento domenicale con Fabio Fazio sarebbe stato surreale per una democrazia liberale era chiaro sin dal principio: «Quando c'è una norma, questa va rispettata e gli italiani hanno dimostrato di non avere bisogno di un carabiniere o di un poliziotto a controllarli personalmente» sentenziando con parole che avrebbero fatto rabbrividire qualsiali liberale: «Proveremo a incidere su alcuni pezzi della vita delle persone che consideriamo non essenziali». Durante la giornata di lunedì l'idea della polizia nelle case degli italiani non era affatto una semplice ipotesi sostenuta anche dal ministro Franceschini e che a più riprese ha fatto vacillare anche il premier Conte di ritorno da Taranto. A fermare il governo è stato Franco Gabrielli, il capo della polizia. In un retroscena de "Il Riformista" viene citata la nota di circa due pagine intitolata "Ipotesi riguardanti gli assembramenti destinati a svolgersi nei luoghi di privato domicilio" di Gabrielli indirizzata al ministro dell'interno Luciana Lamorgese che lo aveva interpellato per un parere tecnico in vista del Dpcm che sarebbe stato varato nelle ore successive a seguito dell'aumento del numero di tamponi positivi. «Ci sono questioni di ordine giuridico e altre di ordine pratico». Gabrielli ricorda che le forze di polizia sono già impegnate nel contrasto dei reati e nella gestione dei flussi migratori ed è escluso che possano occuparsi anche di controlli che «Potrebbero nascere da meccanismi delatori, rivalità e dissidi di vicinato». Infine dal punto di vista meramente giuridico «L'articolo 14 della carta costituzionale riconosce l'inviolabilità del privato domicilio. Ci sarebbe un modo per autorizzare questi controlli: il Parlamento dovrebbe dichiarare lo stato di guerra e conferire al governo i poteri necessari per farvi fronte». Tra citazioni e sentenze della Corte Costituzionale viene ricordato il principio della riserva di legge anche in caso di tutela della salute pubblica e che una fonte primaria non può essere derogata da un Dpcm.

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