IL MATTINO
turismo
12.08.2020 - 16:22
Nel comune di Sasso di Castalda (PZ), c'è una suggestiva location che a partire dal 2017 si è fatta conoscere al grande pubblico. Dal primo percorso lungo 95 metri e sospeso a 30 metri di altezza chiamato "Ponte Petracca" si giunge a sua maestà "Ponte alla luna" dedicato a Rocco Petrone, illustre cittadino di Sasso di Castalda nonchè direttore dei voli Apollo per la Nasa. Una campata di 300 metri sospesa a poco più di 100 metri di altezza rappresenta un'esperienza unica ed entusiasmante. Il Covid-19 ha notevolmente inciso sulla filiera turistico-ricettiva, ma sotto alcuni punti di vista, ha favorito il turismo di prossimità e la riscoperta di borghi, percorsi suggestivi, luoghi ed attrazioni di nicchia. L'operatore turistico, Giovanni Distefano titolare del B&B "Guarda che Luna" che, di fatto, si affaccia dinnanzi al ponte ci racconta la situazione del turismo nelle aree interne della Basilicata e della "sua" Sasso di Castalda.
Durante la fase post Covid-19 si registrano visitatori extraregionali?
«La zona è ad alta vocazione turistica ed abbiamo sempre registrato numeri importanti. Il Ponte alla Luna nasce nel 2017 ed in breve tempo si è affermato come uno dei principali attrattori lucani. Orgogliosamente è una nostra eccellenza. Lo scorso anno c'è stata una notevole presenza di pubblico e di turisti da numerose regioni d'Italia ed anche dall'estero. Attualmente dopo una prima fase di incertezza si registrano, fortunatamente, delle presenze di turisti extraregionali ad esempio dalla vicina Puglia è l'effetto del così detto turismo di prossimità. Il Ponte salvo situazioni metereologiche avverse è aperto tutto l'anno, perciò non si tratta di un turismo stagionale o periodico. La Basilicata è una terra da scoprire e la qualità dell'offerta è molto alta anche per i turisti più esigenti e curiosi».
Sasso di Castalda è il Ponte Tibetano e non solo?
«Certamente, il Ponte Tibetano rappresenta il nostro fiore all'occhiello ma non bisogna sottovalutare il "Sentiero Frassati", un sentiero ad anello di circa 22 km che si sviluppa interamente nel territorio di Sasso di Castalda. Il sentiero è stato sviluppato sulla base di antichi percorsi, che utilizzavano i nostri antenati per trasportare la legna o per portare gli animali al pascolo. Si tratta certamente di una delle testimonianze più antiche della Basilicata rurale e bucolica. Il percorso si rivolge ad appassionati di escursionismo e di trekking, amanti della fotografia ed è consigliato a chi vuole fuggire dallo stress e dal caos della metropoli per riscoprire pace, tranquillità e contatto con la natura in un luogo magico ed incontaminato. Inoltre Sasso di Castalda lega il proprio nome alla storia di Mariele Ventre recentemente omaggiata dalla Rai con una fiction e di Rocco Petrone, direttore delle missioni per la Nasa. Le sue origini sono a Sasso di Castalda e noi ne siamo molto orgogliosi».
In qualità di operatore turistico cosa si augura per il futuro prossimo? E cosa può fare la politica a vantaggio del turismo lucano?
«Mi auguro che la Pandemia e le sue tragiche conseguenze dal punto di vista sociale ed economico sia un punto di partenza per un nuovo progresso economico a partire dalla promozione del territorio e dei piccoli borghi che rappresentano l'eccellenza del patrimonio storico, artistico, paesaggistico e culinario. La Basilicata, torno a ripetere, è una terra magica ed il potenziale inespresso è ancora altissimo. Faccio un esempio: il territorio di Sasso di Castalda è stato rivalutato grazie al Ponte Tibetano, ci sono tantissime altre piccole e splendide realtà lucane che pur non avendo un ponte, hanno molto altro da offrire e da raccontare. Piccoli scrigni, talvolta sconosciuti agli stessi lucani. Sta alla politica sviluppare gli strumenti più idonei per supportare l'iniziativa imprenditoriale e valorizzare il territorio. Per concludere: un turista in Basilicata dalla costa jonica a quella tirrenica, passando per le aree interne può trovare relax, paesaggi meravigliosi e piacere della scoperta all'interno di un territorio incantato».
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