IL MATTINO
Salute
29.06.2020 - 15:41
Uno studio condotto dalla Harvard T.H Chan School of Public Healt, Istituto di Salute Pubblica dell’omonima università USA ha stabilito che sarà necessario mantenere un distanziamento sociale privo di contatto ravvicinato almeno fino al 2022. No agli abbracci e ai baci, si alle strette di mano con igienizzazione successiva. Secondo i dati emersi dallo studio della scuola, le misure adottate saranno necessarie non solo nell’attuale fase di emergenza, ma dovranno protrarsi per un periodo ben più lungo. Solo così sarà possibile controllare la pandemia e circoscriverne un brusco ritorno. I ricercatori statunitensi hanno applicato un modello matematico sulla popolazione degli Stati Uniti dal quale è emerso che degli interventi di contenimento sporadici potrebbero rivelarsi insufficienti per impedire al virus di espandersi e ripresentarsi nel periodo autunnale. Per gli italiani, popolo caloroso e contraddistinto in tutto il mondo per la caratteristica culturale di gestualità e contatto fisico nonché umano, è davvero difficilissimo riprendere i rapporti sociali mantenendo le distanze e rispettando le norme di sicurezza sanitaria. Secondo l’indagine condotta da mUp Research e Norstat, infatti, il 30,1% dei rispondenti, pari a 13,2 milioni di cittadini italiani ha dichiarato di non sapere se riuscirà a rispettare il distanziamento sociale, a maggior ragione in spiaggia. Questi dati sono allarmanti soprattutto in previsione delle aperture prolungate di locali e discoteche in cui, seppur all’aperto, saranno facili vicinanza e stretto contatto. Ma come s’insegna ad un italiano a non avvicinarsi troppo, a non abbracciarsi, a non salutarsi con il fatidico bacio sulla guancia? E soprattutto, come si blocca l’avvicinamento, come si impedisce l’abbraccio e il bacio? E’ una richiesta complessa da rivolgere ad uno dei popoli più fisici al mondo che pone il corpo e la comunicazione non verbale al centro della relazione interpersonale. Luca Vullo, esperto in gestualità spiega che maggiormente al Sud più che al Nord, il contatto fisico è un elemento istintivo e necessario nel rituale di una comunicazione sociale e che diviene più difficile non solo accettare un divieto di prossimità ma proprio rieducarsi ad un nuovo comportamento. Immaginiamo due amici che si rincontrano dopo un lungo e difficile inverno e uno dei due, il meno responsabile, si avvicina come d’abitudine per salutare. L’altro, riflessivo e giudizioso fa qualche passo indietro, lo blocca negandogli il bacio. A quel punto la complicità, il dialogo e l’intesa, inevitabilmente si raffreddano e almeno inizialmente resta quel po’ di ostilità avvertita quasi come discriminazione per qualcosa che invece è protezione propria e altrui. Il passo giusto da fare, è impedire il “rifiuto del bacio”. In che modo? Evitando di darlo. Rieducarsi a questa nuova abitudine, quindi, non è fermare l’altro nel momento del saluto, ma fermarsi e salutare in modo differente. Il sacrificio di restare distanti adesso, esprimendo il bacio e l’abbraccio vocalmente, permetterà di sentirsi vicini ugualmente ma soprattutto di poter tornare al calore umano il prima possibile e senza probabili criticità. Ricordiamo le parole del premier Giuseppe Conte, valide ancora oggi seppur nel ritorno alla “semi-libertà”: “Distanti oggi per riabbracciarci domani”.
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