IL MATTINO
Duro colpo al wedding
27.05.2020 - 16:21
I viaggi di nozze sono uno degli introiti sicuri per le agenzie di viaggio sparse in tutta la nazione. Il Coronavirus ha fermato la macchina del matrimonio, facendo slittare migliaia di nozze al 2021, sperando che l’emergenza sia ormai lontana. Disdette le sale ricevimento, cancellate le prove abito, bloccate le prenotazioni verso mete paradisiache: un collasso, difficilmente tamponabile. Le agenzie di viaggio hanno rappresentato un importante punto di riferimento per tutti quei viaggiatori bloccati all’estero per via della pandemia, da remoto lavorando costantemente anche nelle ore notturne sono stati di supporto per il rientro in patria di vacanzieri e lavoratori. Rocco Giubileo, è un noto imprenditore potentino del settore che in questi giorni si batte per ricevere risposte concrete dal Governo regionale e da quello italiano.
La vostra agenzia è specializzata nell’organizzazione di viaggi di nozze. Quale situazione si prospettava all’inizio del 2020?
«La nostra agenzia è un vero punto di riferimento per i viaggi di nozze. Partecipiamo a molte fiere di settore, e siamo specializzati nella loro organizzazione. Produciamo viaggi su misura, siamo anche tour operator. Questo anno è disastroso, è un anno a fatturato zero. C’erano tutti i presupposti per un incremento importante rispetto al 2019. Molti sposi avevano scelto il 2020 che con queste cifre particolari doveva essere un anno di buon auspicio, di solito gli anni pari vengono considerati così. I progetti si sono dovuti rivedere, molti gli annullamenti. La crescita prevista rispetto al 2019 doveva essere di circa il 25 per cento in più per i soli viaggi di nozze. Il 90 per cento dei contratti di viaggi confermati dagli sposi sono stati rescissi. Fino a quando i decreti ministeriali bloccano determinati spostamenti gli sposi non dovranno pagare nessuna penale».
Qual è lo scenario attuale? Il vostro settore come ha deciso di muoversi?
«Le nostre licenze sono regionali, la delega al turismo è di competenza regionale. Chiediamo un sostegno che non si limiti a qualcosa di simbolico, sono circa 90 le agenzie di viaggio in Basilicata, il 50 per cento di esse ha al suo interno dei dipendenti formati e preparati. La situazione è complicatissima, non sarà semplice ritornare a viaggiare. Nella nostra esperienza pregressa, ci sono stati degli eventi di carattere politico o terroristico e alcune zone non si sono vendute per anni. Un evento di queste proporzioni ha una ripercussione su tutto il nostro lavoro, ci sarà tanto pubblico che vuole tornare a viaggiare ma con quali sicurezze? L’emergenza sanitaria potrà durare ancora per molto. Avremo delle zone verdi e delle zone rosse, se dovessimo pensare di fare dei viaggi solo in Europa sarà molto riduttivo. Il nostro mercato si muove su mete difficilmente organizzabili da chi programma viaggi da solo come l’Asia sud orientale, l’America latina, isole dell’Oceano Indiano, Stati Africani. Non avremo un quadro possibile del rientro dell’emergenza, la gran parte delle situazione non è nemmeno menzionata dalla stampa».
Cosa chiedete alle autorità nazionali e regionali? Quali sono le vostre richieste concrete in termini di sostegno e cassa integrazione?
«Chiediamo un intervento a sostegno delle nostre attività, la probabilità che si chiuda l’esercizio del 2020 con una caduta del fatturato di almeno l’80 per cento è molto alta. Chiediamo che si preveda una cassa integrazione in deroga che permetta di gestire e mantenere il patrimonio di eccellenza rappresentato dai nostri collaboratori. Trovare quelle formule di contributo per una formazione all’interno dell’azienda sulle nuove regole per un turismo di prossimità e per il mercato internazionale. Le nostre regole si riscrivono giorno per giorno. Figuriamoci ora in una situazione di pandemia. Le regioni dovrebbero valutare delle strategie di marketing di impatto. Le regioni che hanno subito di meno devono promuoversi in modo da attrarre turisti, rivalutare i nostri borghi, le nostre coste, il patrimonio culturale. È importante che le regioni si attrezzino per un turismo di qualità e di tutela».
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