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Emergenza Coronavirus

Storie di lucani all’estero: Daniele e la sua Parigi ai tempi del Covid-19

Il giovane acheruntino vive in Francia da dieci anni, la sua azienda fornisce servizi per il turismo, il settore piegato dalla crisi

Storie di lucani all’estero: Daniele e la sua Parigi ai tempi del Covid-19

Il turismo è un settore in ginocchio, i danni provocati dal Coronavirus sono innumerevoli in tutto il mondo. Le regioni stanno cercando di formarsi e di ripartire, numerosi sono i webinar presenti in rete dedicati al comparto, l’ultimo quello realizzato dall’Apt Basilicata destinato agli operatori, la prima lezione è stata affidata a Stefano Boeri. La luce in fondo al tunnel però è davvero impercettibile. Il ministro Franceschini ha annunciato l’attuazione di un piano straordinario dedicato alla ripresa, timidi segnali si intravedono anche nel nord Europa, la Germania infatti si sta preparando all’apertura di ristoranti ed alberghi nel rispetto delle nuove misure sanitarie. Daniele Marchesiello, è un giovane lucano che ha deciso di trasferirsi in Francia circa dieci anni fa. Direttore di una nota azienda che mette a disposizione servizi per le visite guidate in gruppo ed individuali, Daniele ha analizzato la situazione francese comparandola a quella italiana.

Vivere a Parigi ai tempi del Coronavirus, come è la situazione? Pensi che il governo abbia attuato le giuste misure?

 «In realtà non so tanto cosa voglia dire perché dal 17 marzo (giorno di inizio quarantena in Francia) sono uscito pochissimo e solo per fare la spesa ed alcune commissioni. Poi vista l'esperienza italiana ho deciso, insieme a mia moglie, di seguire più che alla lettera le indicazioni del Governo anche se anche in Francia molti hanno fatto di testa propria. Credo che il Governo francese abbia adottato delle misure meno restrittive rispetto all'Italia, aggiungo nonostante la cattiva esperienza italiana. Detto questo però c'è molta più assistenza alle imprese e ai lavoratori rispetto all'Italia ma questo fa parte di una politica francese in atto da tempo».

Come è cambiata la tua vita?

«È radicalmente cambiata: dal 17 marzo lavoro in smart working e purtroppo ho dovuto mettere in cassa integrazione tutti i nostri dipendenti. Tutto per me è cambiato, prima giravo molto in Francia considerando i nostri quattro uffici francesi (due nella regione di Parigi, uno a Nizza e uno Lourdes) oltre ai vari meeting con clienti e fornitori. Per fortuna mi sono adattato velocemente e ho continuato a lavorare per far sì che tutto ciò che ho realizzato finora non vada perduto».

Prospettive future, da dove ripartirà la Francia?

«Non lo so, è ancora tutto molto confuso. Sicuramente credo che la Francia reagirà bene a questa crisi grazie alle sue politiche e al patriottismo dei propri cittadini che da sempre hanno messo la loro nazione davanti a tutto e a tutti. Per quanto riguarda il nostro settore, il turismo, spero che il Governo possa varare misure ad hoc, mi auguro che i francesi inizino da subito a programmare viaggi e visite in giro per la nazione visto che il turismo ètranger sarà sicuramente bloccato per un bel po’».

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