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EDITORIA, LO STATO DI SALUTE/3

L'impatto del Covid-19 sugli editori, Lavieri: «Ecco come abbiamo riorganizzato il lavoro»

«Vi è una vera e propria frattura della filiera partendo dalle redazioni che hanno deciso di rallentare o congelare il loro lavoro: sarebbe inutile anticipare la stampa e il relativo pagamento per poi tenere i volumi in magazzino»

L'impatto del Covid-19 sugli editori, Lavieri: «Ecco come abbiamo riorganizzato il lavoro»

L'impatto del Covid-19 sull’editoria è drammatico: gli editori stimano che, su base annuale, non saranno pubblicati circa 23.200 titoli a causa della drastica riorganizzazione dei piani editoriali. Dati importanti i cui danni vanno distribuiti sull’intera filiera del libro: non solo case editrici ma anche tipografie, librerie e così via. L’Aie, associazione editori italiani, sta richiedendo a gran voce un intervento da parte dello Stato affinché vi sia un supporto alla cultura e in particolar modo all’editoria. Le case editrici lucane, purtroppo, non sono esenti da questa fase di grave crisi. Prendiamo in esame alcune tra esse per poter capire in che modo stiano affrontando questa fase e come si stiano riorganizzando, partendo dalla casa editrice Lavieri, nata nel 2004, molto apprezzata a livello nazionale e nota soprattutto tra gli amanti della letteratura per l’infanzia e della graphic novel, alle quali hanno deciso di dedicarsi completamente. Le scelte editoriali passano per un’attenta selezione non solo degli autori ma anche e soprattutto di talentuosi illustratori.

La diffusione del Coronavirus sta determinando dei cambiamenti importanti a livello sociale ed economico. In che modo sta cambiando l’attività editoriale in questa fase?
«Il primo cambiamento che abbiamo attuato è stata nell’organizzazione del lavoro. Fortunatamente il nostro settore consentiva, già prima di questa situazione, un’organizzazione del lavoro a distanza, garantendo un’ottima comunicazione tra editori, traduttori, editor, tipografi e distribuzione. Adesso, però, le redazioni sono smembrate e le reti telefoniche soffrono per il quasi raggiungimento della saturazione. Il problema principale sarà a livello economico e sul lungo termine, soprattutto per l’impossibilità di muoversi per promuovere e distribuire, oltre alla questione fiere. Vi è una vera e propria frattura della filiera partendo dalle redazioni che hanno deciso di rallentare o congelare il loro lavoro: sarebbe inutile anticipare la stampa e il relativo pagamento per poi tenere i volumi in magazzino; lo stesso vale per il blocco della fase di distribuzione, fino ad arrivare alla chiusura delle librerie. Non si dimentichi, inoltre, autori, traduttori e illustratori (e coloristi) che si ritrovano anch’essi con commissioni ed entrate congelate.»
Questi sono anche i mesi più floridi per quanto riguarda le fiere. Avevate in programma di partecipare a qualche fiera editoriale? Cosa ha comportato il loro l’annullamento?
«In media partecipiamo a una trentina di eventi l’anno, 15 in primavera e 15 nella stagione autunnale, infatti avevamo prenotato e anticipato le spese per tutte le maggiori fiere del settore: Book pride, Salone di Torino, la nuova fiera di Firenze Pitti, il Bologna Children’s Book Fair. Questo significa aver mandato in fumo mezzo anno di attività fieristica con relativi ammanchi immediati e indotti (quello derivante dai nuovi contatti). L’unico salvagente sono proprio gli incontri telematici con gli editori esteri con cui continuiamo a relazionarci, ma che non compensano i nuovi contatti acquisibili soltanto con la propria presenza in una fiera.»
In questa fase cresce la fruizione da parte degli utenti degli e-book. Avete programmato degli interventi per passare dal cartaceo al digitale?
«Abbiamo pensato di mettere a disposizione qualche contenuto digitale. Tra questi un gioiello del materano Giuseppe Palumbo, maestro internazionale del fumetto, che era in programma per la stampa.»
Le vendite online sono effettivamente aumentate in questo periodo? State usufruendo anche del servizio Amazon per la vendita on-line?
«Amazon ha rallentato i suoi ordini nel primo periodo, ma sta recuperando terreno e le spedizioni non stanno subendo particolari ritardi, al di là delle “zone rosse”, di cui i corrieri ci danno sempre tempestiva notizia. Gli acquisti sul nostro sito stanno effettivamente registrando un aumento, anche se non esagerato.»
A causa della chiusura delle attività “non necessarie” avete dovuto rimandare la stampa di qualche libro in uscita?
«Tutti quelli che avevamo in uscita per il semestre, tranne uno che era già stampato prima del blocco totale. Ma non si tratta semplicemente di questo. Come ha detto in una intervista Giovanni Carletti, editor di Laterza, i problemi sono più complessi: l’editoria più o meno legata all’attualità (saggi, scolastica, ecc.) resta stravolta nei programmi, sbaragliata per obsolescenza; titoli in programma potrebbero essere inutili o inattuali nel post emergenza, quindi in alcuni casi è l’intera programmazione di un anno o più che salta, soprattutto nel caso di titoli di cui si è acquisito già la licenza o pagato autori e traduttori.»
In che modo la regione Basilicata o il Governo potrebbero aiutare il mondo dell’editoria in modo concreto?
«La speranza è che ci sia un aiuto economico concreto. Entrando nel merito, in Basilicata non siamo moltissimi nel settore e quindi si potrebbero individuare le singole realtà in difficoltà, che possono essere librerie o editori, ovvero i soggetti che potrebbero aver contratto più debiti con i loro fornitori, o aver bisogno di aprire nuove linee di credito per rifornirsi.»

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