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19.12.2025 - 16:56
"Rammarico" e "delusione". Sono questi i due principali stati d'animo maturati, dalle 69 associazioni culturali e di promozione sociale, dopo la discussione in Consiglio comunale sull'appello in vista di Matera Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026. In occasione del Consiglio comunale di mercoledi 15 dicembre, la mozione - nata dall'appello promosso dalle realtà associative locali per un impegno ufficiale delle istituzioni a favore della pace, del dialogo e del riconoscimento dei diritti e della dignità dei popoli - non è stata approvata dal massimo consesso civico, nonostante la rilevanza etica, politica e culturale delle sue richieste. "Questo silenzio istituzionale - è evidenziato ina una nota delle associazioni -, in un momento storico segnato da conflitti drammatici e da tensioni globali, offre un segnale di sfiducia e di arretramento rispetto a quanto altre amministrazioni comunali in Italia e in Europa già stanno facendo: assumere posizioni chiare e coraggiose sui valori fondanti della pace, dei diritti umani e dell'inclusione. La cultura non può essere ridotta a semplice intrattenimento o vetrina turistica: deve essere motore di giustizia, convivenza e dialogo autentico tra i popoli". La mozione delle 69 associazioni chiedeva, tra l'altro, che "Matera 2026 non restasse una celebrazione di facciata, ma fosse un progetto concreto e condiviso, in grado di: schierarsi apertamente per la pace e contro ogni forma di violenza, occupazione e ingiustizia; escludere dal programma chi sostiene politiche di guerra e non lavorare con istituzioni o soggetti che legittimano conflitti; aprire spazi di riconoscimento e visibilità ad artisti, intellettuali e attivisti che promuovono la riconciliazione e che non sostengono la guerra e il genocidio; adottare un metodo di co-progettazione formale, trasparente e monitorato, che coinvolga mondo associativo, imprese culturali e creative nella definizione delle scelte strategiche, oltre che nell'organizzazione degli eventi". Da qui la posizione delle associazioni che chiedono di essere parte attiva di un percorso culturale che dovrebbe rappresentare Matera e il Mediterraneo della cultura e del dialogo, non solo nel nome, ma nei fatti. "La mancata presa di posizione del Consiglio Comunale - è evidenziato ancora - non può essere giustificata dalle parole ambigue del sindaco, che hanno dimostrato piuttosto l'incomprensione dell'appello: non si chiedeva di escludere il popolo israeliano, ma di non legittimare rappresentanti e artisti favorevoli a un genocidio. Fingere di non capire è servito solo a evitare questioni scomode; sarebbe stato più onesto ammettere che ragioni diplomatiche e di rapporto con il Governo nazionale impediscono una posizione diversa. Resta aperta una domanda: quando la politica tornerà a essere sincera e coraggiosa nel dichiarare e sostenere anche scelte difficili?".
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