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Il dem Lacorazza lancia il guanto a Polese e Braia. Italia Viva? In bilico tra incoerenza e gestione

Il dem Lacorazza lancia il guanto a Polese e Braia. Italia Viva? In bilico tra incoerenza e gestione

“Siete circondati” scrive su Facebook il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Piero Lacorazza, allegando una emoticon che ride e taggando (non tanto ironicamente) Mario Polese e Luca Braia, riferimenti lucani di Italia Viva. Ma dietro la faccina social c’è ben poco da ridere. Perché le parole di Lacorazza sono un colpo diretto, affilato e squisitamente politico, che prova a scuotere gli equilibri (fragili) dentro e fuori la maggioranza regionale guidata dal centrodestra a sostegno del generale Bardi. Il motivo? Semplice: Italia Viva, ufficialmente e formalmente, si è posizionata nel campo del centrosinistra nelle Regioni che circondano la Basilicata e che presto andranno alle urne – Puglia, Campania e Calabria – dove sostengono apertamente i candidati alla presidenza espressione dell’alleanza così detta progressista. E in Basilicata? Resta invece aggrappata a un’esperienza di governo regionale che – per Lacorazza – non ha più ragion d’essere. “Comprendo che in Basilicata vi sia stato un patto con gli elettori in una certa fase politica, un anno fa” – scrive l’ex presidente del Consiglio regionale – “ma quella fase oggi appare superata, la posizione nazionale di Italia Viva è chiara: è nel campo alternativo alla destra.” Una presa di posizione netta, che mette sul tavolo due questioni politiche fondamentali. La prima è abbastanza ovvia: ha ancora senso la permanenza di Italia Viva nella giunta Bardi? La seconda: quanto è credibile un partito cerchiobottista? “Un governo regionale non si difende solo perché c’è un assessore (Mongiello ndr) all’interno, altrimenti è gestione, non è politica” – attacca Lacorazza – “Ci si può anche impegnare bene alla guida di un dipartimento, ma se manca una visione complessiva per la Basilicata, a che serve?”. E poi l'affondo finale: restare agganciati a un’esperienza che mostra il fiato corto significa vincolarsi e compromettere ogni possibilità di costruire un’alternativa seria alla destra anche in Basilicata. Alternativa che, secondo il dem, Italia Viva sembra già interpretare a livello nazionale, lasciando però la Basilicata in una terra di mezzo, in una zona grigia che oggi appare sempre più insostenibile. Lacorazza chiude con tono istituzionale – “massimo rispetto per persone e partiti” – ma il messaggio è chiaro: o Italia Viva sceglie da che parte stare, oppure sarà il campo progressista a prendere atto della sua ambiguità. Per ora, tra ironia e provocazione, la sensazione è che la resa dei conti politica sia sempre più vicina.

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