IL MATTINO
Analisi
05.09.2025 - 12:05
BRICS possiamo definirla l’alleanza finanziaria tra nazioni arabe, africane, asiatiche, sudamericane, non per ultime, la Russia e la Cina, anzi è proprio quest’ultima la nazione a cui tutti gli alleati Brics fanno praticamente capo. Si tratta forse di una nuova era multipolare, e il tramonto ti un monopolio dell’Occidente. Molte Nazioni africane detengono il primato per quanto riguarda la produzione delle materie prime, diamanti, metalli preziosi, litio, non stiamo parlando quindi solo del petrolio. Il controllo degli stretti degli Oceani attraverso i quali passano i vari scambi commerciali, sono tutti in fase di sgancio dal controllo americano. Questo è lo spettro dietro il quale si celano tutti i conflitti a cui stiamo assistendo. L’indipendenza dal dollaro americano è l’obiettivo del sistema finanziario Brics, in cui sta convergendo anche Cuba, dopo sessant’anni di isolamento, per entrare nei sistemi di mercato alternativi al dollaro. Nel 2025 la presidenza del sistema Brics è stata assunta dal Brasile, che si è posto l’obbiettivo di rafforzare entro cinque anni la cooperazione tra i Paesi del mondo, e l’approfondimento dello sviluppo dei mezzi di pagamento alternativi al dollaro americano. Ridefinire il sistema economico mondiale svincolato dal dollaro è un processo molto complesso, con l’obiettivo di realizzare una valuta autonoma, riducendo la dipendenza dal dollaro. Però l'obbiettivo non è la valuta, ma un sistema di pagamento alternativo al dollaro. L’interesse per le valute digitalizzate, dopo che la guerra in Ucraina è diventata di dominio mondiale, è più che raddoppiato. È un sistema finanziario multipolare, come per la piattaforma digitale delle “mBridge”, che connette le banche centrali di Cina, Honk Kong, Tailandia e altre Nazioni.
Intanto, la Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, esorta i legislatori dell'UE ad accelerare l'introduzione della legislazione sull'euro digitale1. Da anni la BCE sta lavorando ad una versione digitale della moneta unica. Si tratta di un portafoglio on-line, ma il Parlamento europeo non è molto incline ad approvare leggi in merito, troppe resistenze dei legislatori. Lagarde ha rinnovato per questo il suo appello al Parlamento europeo, mettendo in luce quanto l'euro digitale sia la chiave per l'autonomia finanziaria dell'Europa. Le “stablecoin”, le valute digitali correnti, vengono emesse privatamente. Solo a giugno 2023 la Commissione europea ha proposto una legislazione sulla moneta digitale, e non è stata quasi per niente mandata avanti, mentre il sistema Brics nel mondo sta allargando la fascia dei suoi alleati. La BCE si è mossa dopo la spinta del Presidente americano Trump a promuovere le “stablecoin”, la cripto valuta ancorata ovviamente al dollaro statunitense. Lagarde ha dichiarato che le stablecoin rappresentino rischi per le politiche monetarie e la stabilità finanziaria, in quanto potrebbero sottrarre depositi alle banche e non tengono sempre il loro valore fisso. Attualmente non esistono condizioni di parità a livello globale, le cripto valute sono al centro dell'attenzione di tutte le Nazioni mondiali, mentre l'Europa da un paio di anni si sta solo interrogando sul fenomeno.
Sul blog della BCE, il post del 28 luglio 2025 sostiene che il dominio iniziale sulle stablecoin potrebbe conferire agli USA un vantaggio sull'aumento dei costi di prestito per l'Europa, ridurre l'autonomia della BCE e aumentare la dipendenza geopolitica dagli USA. All'inizio del mese di luglio le cripto valute ancorate al dollaro hanno ricevuto un forte impulso dopo la firma di Trump su una legge per creare un regime normativo. L'obiettivo è consolidare il dollaro americano come valuta di riserva mondiale. Stablecoin ancorate al dollaro come Tether e Circle hanno dominato il mercato globale. La quota delle stablecoin denominate in euro rimane marginale. Nel Blog della BCE si legge: “Per l'Europa, ciò significherebbe costi di finanziamento più elevati rispetto agli Stati Uniti, una ridotta autonomia della politica monetaria e una dipendenza geopolitica. Infine, un coordinamento globale più forte sulla regolamentazione delle stablecoin è fondamentale. Se rinunciamo a un approccio comune, rischiamo di alimentare l'instabilità, l'arbitraggio normativo e il predominio globale del dollaro USA”2. “Oltre 50 paesi hanno espresso interesse ad aderire all'alleanza, con 23 nazioni che hanno presentato formalmente la domanda e 28 che hanno espresso informalmente il loro interesse”3. Non per ultimi, stanno perseguendo l'adesione: Bielorussia, Serbia e anche la Turchia, nonostante faccia parte sia dell'UE che della Nato. Ultimamente la Turchia ha negato non a caso l'utilizzo dello spazio aereo a Israele, accusato dal presidente Erdogan di “Crimini di guerra con il sostegno degli USA”. La stessa parata militare in Cina del 3 settembre per l'ottantesimo anniversario dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, con numerosi capi di altri Stati partecipanti, altro non è stato che un segnale dimostrativo di coesione dell'alleanza Brics.
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