IL MATTINO
13.05.2025 - 16:17
Il Giro d’Italia è senza dubbio uno degli eventi sportivi più prestigiosi e amati nel panorama nazionale e internazionale. Ogni sua tappa è una vetrina per i territori attraversati, un’occasione per promuovere l’identità locale e valorizzare la bellezza dei luoghi. Ma a Potenza, la tappa del prossimo 15 maggio sta assumendo contorni molto diversi: quelli di una città blindata, in seria difficoltà, con cittadini costretti a fare i conti con disagi pesanti. Il percorso urbano attraversa arterie fondamentali del traffico cittadino: Via Vincenzo Verrastro, Via Ligure, Via Mediterraneo, Via Anzio, Via Roma, Corso Umberto I, Via Mazzini, Corso XVIII Agosto, Via Cavour, Via Ciccotti, fino a Via Appia, rendendo di fatto impossibile la normale mobilità urbana. Il Comune di Potenza ha disposto la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, mentre molti lavoratori saranno costretti a ricorrere a ferie o permessi per fronteggiare una giornata complicata. Chi potrà lavorerà da casa. Sia chiaro: il problema non è il Giro d’Italia, che rappresenta un’opportunità straordinaria per Potenza e per l’intera regione. Il vero punto critico è che la città non sembra strutturalmente pronta, ancora una volta e come già successo in passato, ad affrontare eventi di questa portata. La gestione della viabilità appare fragile e l’assenza di un piano efficace di mobilità alternativa sta già generando frustrazione e timore tra i cittadini. Il malcontento non nasce oggi: nei giorni scorsi, il blocco del sottopasso di Via Roma e il caos in Viale dell’Unicef ha già messo in evidenza quanto fragile sia l’equilibrio del traffico cittadino. L’aggiunta della chiusura massiva per il passaggio del Giro rappresenta la goccia che rischia di far traboccare il vaso. Potenza ha il diritto – e il dovere – di ospitare eventi importanti. Ma deve farlo con una macchina organizzativa in grado di proteggere la vivibilità urbana, garantire i servizi essenziali e la possibilità di raggiungere il posto di lavoro ai residenti e ai pendolari. Senza questi strumenti, ogni grande evento rischia di diventare un boomerang, un’occasione mancata, più temuta che celebrata. Il Giro d’Italia dovrebbe unire, non dividere. Dovrebbe entusiasmare, non esasperare. Se oggi i cittadini si sentono ostaggio di una corsa ciclistica, la colpa non è degli atleti, né dello sport. È di un sistema urbano che non funziona. Il 15 maggio Potenza sarà al centro dell’attenzione. Sarebbe bello poter dire che sarà anche all’altezza della sua occasione.
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