IL MATTINO
la storia
11.11.2024 - 11:01
"A 32 anni non si è troppo giovani o esageratamente adulti e saggi per fare un bilancio del proprio percorso di vita, su quello che è stato, su quello che poteva essere ed ancora su quello che il futuro a ciascuno di noi può regalare. Sono originaria di Potenza, città nella quale ho sempre e lo sottolineo grande piacere e orgoglio, abitato e vissuto. E' a Potenza, dopo la maturità, che ho deciso di frequentare l'università, spinta dalla voglia di coltivare la mia passione per le materie scientifiche. Una donna ingegnere, specialmente al Sud, talvolta rappresenta un elemento di novità, in una società che corre veloce permane ancora il retaggio di un tempo che fortunatamente non è il nostro. A Potenza, dopo l'esperienza dell'Unibas che non mi sento affatto di disprezzare avendomi fornito ottimi strumenti per costruire il mio futuro, ho provato ad inserirmi e ad aprire qualche spazio in un difficile mondo del lavoro. La situazione, ma certamente non è affatto una scoperta sensazionale, è desolante con la cronica abitudine di non riconoscere adeguatamente il lavoro altrui, di non investire nei giovani, di non renderli protagonisti di un percorso di crescita tra precariato e sfruttamento gonfiato in ambito edile dalla speculazione del Superbonus. Ripiegare con occasioni saltuarie non è edificante per chi sente di poter mettersi in gioco, per chi ha delle ambizioni e per chi è alla ricerca di autonomia e indipendenza. La malinconia e lo stato di insoddisfazione non può mandare in frantumi anni di studio, di notti sui libri e di sogni nel cassetto tra i quali l'idea non affatto accantonata di creare, lo spiego grossolanamente, una start up applicando l'intelligenza artificiale per prevenire e mitigare gli infortuni in edilizia e in via generale nei luoghi di lavoro reputati a rischio. Mi è stato consigliato di rivolgermi, relazione tecnica alla mano e demo auto realizzate, a Sviluppo Basilicata che ovviamente, in linea con il vuoto cosmico regionale, non ha saputo darmi alcun supporto, alcuna indicazione, alcun metodo di approccio rimandandomi addirittura ai Bandi nazionali come 'Io resto al Sud' che però dopo attente analisi con il mio commercialista non faceva al mio caso. Mi domando l'utilità di mantenere in vita un carrozzone che di fatto non mi pare brilli per performance e risultati sul territorio. Lo sviluppo al massimo c'è solo nel nome. Un concorso pubblico all'Anas mi ha visto tra i primissimi posti utili per lo scorrimento della graduatoria ma non tra i fortunati vincitori. Grazie a Linkedin ho colto l'occasione di inviare la mia candidatura ad un importante Gruppo che si occupa di logistica al Porto di Ancona. Colloquio, prova, trasferimento e assunzione in un vortice di emozioni e di paure. Lasciare la provincia per la provincia, lasciare la propria terra pur volendoci rimanere, pur provando a rimanerci e approfittare di una opportunità per evitare di rimanere con l'amaro in bocca. Ad oggi, da emigrante, ascoltando qualche mia collega che vive la medesima situazione, ascoltando i racconti dei miei genitori costretti ad adeguare addirittura la loro igiene personale in base alla disponibilità idrica, vivendo in prima persona lo stress di farsi venire a prendere e accompagnare a Foggia per salire a bordo di un treno della speranza, percorrendo una statale degna di un Paese in via di sviluppo, mi sento di dire che in fin dei conti lasciare la Basilicata è l'unica soluzione e per me è stata una liberazione. Non esiste alternativa alcuna, altrove (parlo a titolo personale ma non troppo!) la qualità della vita è migliore, la qualità dei servizi è migliore, le opportunità di lavoro ci sono e con esse le possibilità di fare carriera e di percepire una giusta retribuzione. Altrove si può immaginare un futuro che la Basilicata nega, nonostante - se solo ci fosse la volontà politica e imprenditoriale - ci sarebbe davvero un gran da fare almeno per colmare dei gap in ogni ambito dalla sanità alle infrastrutture al dissesto idrogeologico. A breve, con la sottoscrizione del contratto a tempo indeterminato (si esistono ancora!), sposterò la mia residenza e proverò ad acquistare una casa, mettendo in circolo altrove - come migliaia di lucani - un meccanismo di investimenti e scegliendo deliberatamente di non tornare a votare per le elezioni regionali dello scorso aprile e le elezioni comunali dello scorso giugno, stanca della destra, della sinistra, della spartizione di sedie e della solita solfa posticcia e ormai monotona dell'impegno per i giovani e della lotta allo spopolamento. Discorsi fumosi. Mi verrebbe da domandare: ma voi credete alle vostre parole? Ai miei coetanei, ai più giovani, a chi cerca lavoro, a chi sente il peso di essere nato in Basilicata e pure al Presidente della Giunta Regionale Vito Bardi e ai suoi sottoposti in giacca e cravatta consegno l'esperienza di una romantica emigrante innamorata della propria terra, che se non fosse stata costretta non l'avrebbe mai lasciata e che oggi, però, non tornerebbe più a casa e che ha trovato nella modesta Ancona e nelle Marche, certamente non il motore d'Italia, un futuro e la voglia di affrontare ogni giorno come una sfida e non come una forma di sopravvivenza in attesa di qualcosa che salvo casi eccezionali mai e poi mai potrà arrivare."
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