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L'intervista

Con Pazienza, Piccoli ricordi tutti da ascoltare in un altro podcast su Radio Svizzera

Guido Piccoli, giornalista e amico del grande Andrea Pazienza, ha realizzato per la Radio Svizzera "Pazienza un altro podcast", un radiodramma in cinque puntate di mezz'ora ciascuna, dedicate a Paz.

Piccoli, che nel podcast è voce narrante, aveva conosciuto Pazienza a Bologna, quando ancora l'artista non era la rockstar del fumetto che tutti conosciamo. Il podcast è stato realizzato grazie alle registrazioni inedite su nastro che ha conservato e tenuto nel cassetto per anni. Erano state realizzate alla fine degli anni Settanta, quando Piccoli lavorava per una trasmissione radiofonica di Radio 1 chiamata "Sulla carta son tutti eroi", alla quale avevano partecipato i principali fumettisti italiani tra cui Pratt, Crepax, Altan e appunto Pazienza. In "Pazienza un altro podcast" ci sono scenette inedite registrate da Piccoli nel corso degli anni durante le sue visite a Pazienza a Bologna e poi a Montepulciano, dove Paz si era ritirato.

Il podcast, che si può ascoltare gratuitamente all'indirizzo https://www.rsi.ch/web/podcast/paz/., è imperdibile per i fan del grande Paz, perchè permette di scoprire lati inediti e divertenti del grande artista.
In esclusiva per il nostro giornale un'intervista con l'autore che ci ha parlato del podcast e dei suoi ricordi con il mitico Paz.

Guido, come è nata l'idea di questi podcast realizzati per la radio svizzera?

Avevo da tempo in mente di realizzare una audio-biografia di Andrea; qualcosa che potrebbe apparire un controsenso essendo lui un geniale artista dell’immagine. E’ stata Francesca Giorzi, la responsabile della fiction della radio svizzera italiana con sede a Lugano, a convincermi a farla. Ne sono stato contento per l'affetto, l'amicizia, la stima che avevo per Andrea Pazienza, che  considero il Caravaggio italiano. Confesso però che al momento di accettare non avevo idea di quanto tempo ci avrei messo per creare questi cinque podcast di quasi mezzora ciascuno che si possono ascoltare all’indirizzo https://www.rsi.ch/web/podcast/paz/.

Come hai proceduto nel realizzarlo?  

E’ stato necessario un gran lavoro di ricerca e documentazione sonora che ho sommato a quanto avevo registrato con lui in vari incontri nella sua mitica casa di via Emilia Ponente, a Bologna. E poi ho intervistato -lungo l’asse Napoli, Roma, Firenze, Bologna e Verona- familiari, amici, amori e colleghi che l’hanno conosciuto. E infine ho ricostruito le tappe della sua vita, dalla nascita a San Benedetto del Tronto fino alla sua tragica fine sulle colline di Montepulciano.

Deve essere stato una grande esperienza avere conosciuto il grande Paz…

Certamente. Io l’ho conosciuto quando non era ancora una star, per poi rivederlo negli anni successivi, sia per alcune interviste fatte per la Rai, sia ospitandolo quando dirigevo la Fiera del Fumetto di Napoli, una manifestazione che può essere considerata il padre dell’attuale Comicon. 

Hai avuto contatti con la famiglia di Pazienza?

Sono sempre stato in contatto con sua sorella Mariella, così come con Isabella Damiani che pur vivendo a Napoli frequentava Andrea a San Menaio, dove il padre aveva un bel camping vicino allo splendido mare del Gargano. E negli anni ho conosciuto anche Betta Pellerano, il suo amore bolognese, e Marina Comandini, che Andrea sposò trasferendosi in Toscana, a Montepulciano. Nel podcast, tra gli altri, ha un’importante e simpatica presenza lo psichiatra napoletano Enrico de Notaris, grande amico mio, che aiutò -con vari spassosi (e ormai prescritti) sotterfugi- Andrea a evitare il servizio militare. Figurati che l’avrebbero voluto arruolare nel corpo dei Granatieri di Sardegna.

Domenica scorsa sei riuscito a far parlare la radio Rai del tuo lavoro realizzato a Lugano dalla radio svizzera. Che obiettivi avevi, oltre a quello di farlo conoscere sempre di più? 

Innanzitutto quest’ultimo proposito: Paz è certamente un artista divenuto ormai immortale, visto che le sue opere sono amate anche da molti ragazzi che non erano nemmeno nati quando lui se ne andò a causa di un’iniezione di eroina nel lontano 1988. Ma, a Napoli emerge un altro grande obiettivo. Quello di aprire al pubblico, un suo grande murale (di sette metri per tre) che lui disegnò in sole tre ore  su un muro della Mostra d’Oltremare di Napoli, nel giugno 1987. Io e Laura Ponta Cutolo, che lavorava con me alla Fiera del Fumetto, dopo essere riusciti a farlo salvare dal tempo e l’umidità, adesso siamo impegnati perché varie istituzioni  agiscano per renderlo fruibile al pubblico. Quello che molti critici così come tanti artisti considerano una specie di “Guernica italiana” non può rimanere nascosto, per problemi burocratici. Spero che questo podcast possa servire anche a questo.

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