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La mostra

Apple e Martin Mystère: come il "detective dell'impossibile" colse la prima mela. L'intervista a Elio Ottonello

La mostra indaga la relazione tra l’universo Apple e Martin Mystère, enfatizzando come il detective bonelliano sia stato il primo personaggio della casa editrice a utilizzare un personal computer.

La rassegna è stata ideata come un omaggio a Alfredo Castelli (scomparso nel 2024), storico autore del “Detective dell’Impossibile”, da Elio Ottonello che ha scritto alcuni bellissimi soggetti e sceneggiature per la testata Martin Mystère e che ci spiega come è nata la sua passione.

Ho la fortuna di conoscere da tempo AMys, un gruppo straordinario che, nonostante la perdita del grandissimo Alfredo Castelli, continua a valorizzare e portare avanti il suo lavoro, mantenendo viva la passione per lo “zio” Martin Mystère, il BVZM. Lo scorso anno ho avuto il piacere di partecipare a Milano a "Noi & Alfredo – 11° DO.MI.NE.DIE AMys 2", il pranzo dei "nipotini di Martin Mystère", che ha coinvolto un centinaio tra sceneggiatori, redattori, disegnatori, amici e ammiratori: persone che hanno lavorato con Alfredo o che hanno condiviso con lui spicchi – più o meno grandi o intensi – della sua vita. È stata una giornata indimenticabile, trascorsa insieme agli amici di AMys, nonostante la pioggia incessante. Un momento di condivisione che ha ribadito quanto Castelli sia stato una figura fondamentale per molti di noi. AMys è un’associazione straordinaria, ricca di iniziative coinvolgenti e pubblicazioni di grande pregio, che valorizzano costantemente il patrimonio bonelliano.
Domenica 29 giugno 2025 alle ore 11:00, gli amici di AMys sono stati presenti presso l’All About Apple Museum di Savona, dove è stata inaugurata la mostra-evento “Apple e Martin Mystère: un amore infinito”. La mostra è stata ideata come un omaggio a Alfredo Castelli (scomparso nel 2024), storico autore del “Detective dell’Impossibile”, da Elio Ottonello che ha scritto alcuni bellissimi soggetti e sceneggiature per la testata Martin Mystère ( Il tesoro delle sette città, Il canto della sirena, Il giorno dei delfini, La setta degli assassini, Il segreto dei Templari, un Uomo chiamato Mhosis e diversi altri…).
Elio ha fortemente desiderato realizzare questa mostra, come regalo al grande Castelli, cui è stato legato da amicizia oltre che dal comune interesse per misteri insoluti. La disponibilità degli amici e curatori dell'Apple Museum AAA, della Sergio Bonelli Editore e la stretta collaborazione con Paolo Mignone e Luca Salvadei di AMys hanno chiuso il cerchio.
La mostra indaga la relazione tra l’universo Apple e Martin Mystère, enfatizzando come il detective bonelliano sia stato il primo personaggio della casa editrice a utilizzare un personal computer. Vengono esposte tavole originali, installazioni e cartonati bonelliani a grandezza naturale abbinate a modelli Apple storici, e macchine vintage funzionanti, in un percorso che unisce mistero, design e tecnologia .
Durante l’inaugurazione è stato presentato l’albo speciale di Martin Mystere "Il computer scomparso”, ambientato proprio nella città di Savona e nel magazzino del museo. Si tratta di una vera e propria caccia al tesoro narrativa, che intreccia trame locali con l’elemento tecnologico tipico dell’eroe.
L’evento è patrocinato dal Comune di Savona e organizzato in collaborazione con Sergio Bonelli Editore e AMys e durerà fino a tutto il mese di dicembre 2025. Per ultimo, a rischio di essere anticonvenzional, vorrei mandare un virtuale abbraccio agli amici di Amys in particolare ad Elio, che lo scorso anno è stato piacevolissimo compagno di chiacchiere fumettose in quel di Milano e a Luca Salvadei: mi dispiace tantissimo non poter essere a Savona per l’evento... ma spero davvero di riuscire a "recuperare" qualche piccolo souvenir!
A seguire l’intervista con Elio Ottonello ideatore della mostra e autore legato al mondo bonelliano sin dagli anni ’80.
Elio Ottonello è nato a Genova Pegli nel 1954. Laureato in Biologia, si dedica per alcuni anni all’insegnamento. Negli anni ’80 inizia per lui una stimolante collaborazione con l’autore, sceneggiatore e critico Alfredo Castelli e la Casa Editrice Bonelli, madrina di Tex, Zagor, Dylan Dog e Martin Mystere, per il quale, l’A. contribuisce alla realizzazione di soggetti e sceneggiature. Conclusa questa esperienza, l’A., stimolato da amici appassionati delle tradizioni di Genova, tra cui il prof. Franco Bampi, presidente de “A Compagna”, inizia a scrivere romanzi ambientati in Liguria per la Collana Sciabecco edita da Ateneo Edizioni. Con questi romanzi, abbinati a iniziative culturali progettate dalla Società Abacopromo di Giuseppe Fiume, l’A. rivisita la storia ufficiale, scritta dai vincitori, per cercare o inventare misteri nascosti tra le pieghe del tempo, attraverso una “ucronia” trasversale intrigante. Ecco quindi nascere “L’Ammiraglio e la Strega” nel 2010, “Il Gioco dell’Oca” nel 2013, “La Fossa del Lupo” nel 2014, scritto con la collaborazione di Marco Pezzana e di Franco Bampi per la revisione della lingua genovese, “La Cartiera del Demonio – L’indagine” nel 2015”
 
Elio, partiamo dall'inizio. Come è nata la tua passione per Martin Mystère?
Era aprile del 1982. Mi trovavo in un edicola – che a quei tempi esistevano ancora e rappresentavano un punto di riferimento per chi, come me, era affamato di riviste su misteri, archeologia e mare. L’edicolante mi propose un fumetto appena uscito: Martin Mystère, il detective dell’impossibile. Lo presi, lo sfogliai e ne rimasi affascinato. Era diverso da tutto quello che avevo letto: colto ma avventuroso, perfettamente in linea con le mie letture di allora, da Peter Kolosimo in avanti.
Quando hai capito che avresti voluto scrivere per Martin Mystère?
Direi che più che capirlo, lo sognavo. Per anni ho raccolto idee su foglietti e veline, durante le pause dal mio lavoro. Scrivevo trame, abbozzavo soggetti, ma il timore di proporli era forte. Alla fine sono state mia moglie e mia madre a spingermi a uscire dal guscio e inviare i miei appunti alla Sergio Bonelli Editore, all’attenzione di Alfredo Castelli.
Come andò a finire?
In modo del tutto inaspettato. Dopo meno di una settimana, Castelli mi telefonò. Mia moglie mi disse, tornando a casa: “Ha chiamato uno da Milano, un certo… non mi ricordo il nome…”. Io pensai subito: non sarà mica Castelli? E infatti era lui. Mi invitò a Milano. Da lì è iniziata la mia storia con Martin Mystère.
Come fu il primo incontro con Alfredo Castelli?
Memorabile. Mi portò in una trattoria della vecchia Milano a mangiare un risotto con ossibuco di cui ricordo ancora il sapore. Parlava con naturalezza, era curioso, dotto e ironico. Si interessò alla mia formazione, alla biologia marina, e soprattutto a quei fogli che gli avevo mandato. Mi spiegò come scrivere un soggetto, ma nel frattempo già utilizzava parte del materiale per lavorare a nuove storie.
Quali sono stati i tuoi contributi principali a Martin Mystère?
Elio Ottonello: All’inizio Alfredo mi suggerì di unire i miei interessi scientifici con il mistero. Così nacquero L’Oceano dei veleni, Il canto della sirena e Il giorno dei delfini, con Patsy, il delfino parlante. L’Oceano dei veleni ' stata la storia più lunga mai pubblicata di Martin, quasi due albi e mezzo. Inviata su un quaderno da scuola… e Castelli mi disse: “Questo non è un soggetto, è una sceneggiatura! Ma devi imparare a scrivere un po’ meno.” (Lo disse ridendo sornione…)
Come si arriva a parlare di computer e Apple?
Alfredo era affascinato dalla tecnologia, soprattutto americana. Quando salivo a trovarlo, mi mostrava con orgoglio il suo computer "foresto" che all'accensione salutava con una pin-up che pronunciava un melodioso “buongiorno Alfredo”. Diceva: “Un'americanata; l’ho trovata a New York.” Per l'Italia un precursore e innovatore. È proprio da questo interesse per l’informatica e dalla visione futuristica di Martin Mystère che nasce l’idea della mostra. L’uso del computer da parte del detective dell’impossibile non è un dettaglio: è parte integrante del suo metodo investigativo.
La mostra al museo All About Apple vuole raccontare tutto questo?
Elio Ottonello: Esattamente. L’obiettivo è mostrare come Martin Mystère – personaggio nato nel 1982 – abbia anticipato tanti temi oggi attualissimi, incluso il rapporto uomo-macchina, la tecnologia al servizio della conoscenza e perfino l’ambientalismo. L’incontro tra Martin e l’universo Apple è emblematico: entrambi pionieri, entrambi curiosi e affamati di futuro. La mostra resterà aperta fino alla fine dell’anno, e vi assicuro che sarà un viaggio nella memoria e nell’immaginazione, mirabilmente curato dall'amico Alessio Ferraro, presidente del museo AAA.
Con questa mostra, ho voluto rendere omaggio non solo a Martin Mystère ma anche a quell’uomo che ha saputo dare corpo a un mio sogno. Non sono stato di sicuro uno degli autori principali della serie, non sono tra i nomi più noti della SBE, ma posso dire che quel sogno, grazie ad Alfredo, è diventato realtà. E questo, come in Sliding Doors, è bastato.


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